Lazio, Lotito: “Storia di una morte annunciata. La squadra si è sentita violentata. No a dietrologie, ma così non si può andare avanti”

Clima teso in casa Lazio dopo la sconfitta con il Milan. Al termine della gara, causa l’evidente arbitraggio non all’altezza del signor Marco Di Bello, il presidente della Lazio Claudio Lotito è intervenuto in conferenza stampa per commentare quanto accaduto allo Stadio Olimpico.

Di seguito le sue parole:

-Al VAR preferirebbe un personale diverso?

“Ho fatto un altro discorso. Quando un sistema non è capace di garantire affidabilità bisogna riferirsi ad altri sedi. Penso che oggi tutto l’impianto non riesca a garantire gli interessi della Lega Serie A. Il sistema è composito da vari organismi. Quando succedono con continuità certi avvenimenti viene meno il merito sportivo e di conseguenza il punto cardine del sistema stesso”.

-Cosa intende con terze parti?

“La partita l’hanno vista tutti e tutti possono valutare quanto successo. Quando c’è una situazione di una storia di morte annunciata è diverso. Non è la prima volta, significa che il sistema ha qualche problema e non è in grado di garantire l’affidabilità dello stesso”.

-Ha l’impressione che per colpire Lotito si colpisce la Lazio?

“Non sta a me farlo, ci saranno organi terzi che faranno delle valutazioni”.

-Cosa si sente di dire oggi ai tifosi della Lazio?

“Se sto qui è per tutelare la squadra. Se fossero venuti loro avrebbero avuto un comportamento dialettico diverso. Essendo il capo ho il dovere di intervenire evidenziando delle lacune che si verificano in maniera reiterata”.

-Che avranno pensato nelle stanze della UEFA?

“Non lo so, dovreste chiedere a loro. Da quello che so in giro veniamo visti in maniera particolare”.

-Chi sono questi organai terzi ai quali vuole rivolgersi per essere tutelato?

“Se lei subisce una prepotenza a chi si rivolge? Assumiamo l’atteggiamento che assumono i cittadini quando subiscono una prepotenza. Oggi la squadra ha avuto un trauma dal punto di vista psicologico. Ci sono dei comportamenti che devono essere valutati nelle sede opportune, per capire se fossero comportamenti nella norma o no”.

-Sull’uscita dalla Lega?

“Abbiamo fatto una delibera nella quale chiediamo di uscire dalla Lega. Ad oggi c’è una posizione unanime su quello che si vorrà fare. Lei ha mai visto un sistema nella quale lei mette i soldi ed altri decidano per lei, spesso anche con decisioni contro. Il sistema oggi si regge solo sulla lega di Serie A. La Lega pone dei problemi. Nel momento le riforme della Lega non garantiscono l’unanimità. Per fare le riforme servono i numeri, se non li hai non ha senso stare nella Lega”.

-Non le mette un po’ di sospetto questa tempistica?

“Siccome rappresenta l’istituzione calcistica e politica dico che quando un sistema non funziona va corretto. Abbiamo l’obbligo di risolvere questi problemi attraverso gli strumenti preposti. Oggi non è stato un bello spettacolo sportivo, dal punto di vista dei valori. Lo sport rappresenta diversi valori, oggi sono venuti meno. Faccio il presidente da 20 anni, qualcuno però gestisce con i soldi degli altri”.

-Cosa ha detto alla squadra?

“Di pensare alla gara di martedì. Oggi non gli possono rimproverare nulla. Sono sono usciti violentati, oggi qualcuno brinda perché ha vinto, auguri a loro”.

-Si aspetta altri arbitraggi simili?

“Non è la prima volta, questo va chiesto a chi determina e decide le assegnazioni. È chiaro che se quello che succede accade in modo reiterato bisogna farsi un interrogativo. Il danno economico però rimane, la cosa grave è che oltre questo anche il sistema ne perde di credibilità. Quando si farà trasparenza verrano fuori molte cose”.

-Cosa ne pensa di questo sistema arbitrale?

“Non penso nulla, prendo atto. Oggi c’è un fatto oggettivo. Non faccio valutazioni, bisogna prendere decisioni dal punto di vista politico e istituzionale. I fatti sono sotto gli occhi di tutti, si commentano da soli. Se è così da tempo significa che qualcosa non funziona, il sistema perde di credibilità”.