Le pagelle di Guido De Angelis – A Verona si salvano difesa e un ottimo Lazzari, ma polveri bagnate e una papera di Provedel ci condannano ancora una volta…

Al termine di Verona-Lazio arrivano le pagelle del nostro direttore Guido De Angelis. Come di consueto, ecco voti e giudizi ai protagonisti del match.

PROVEDEL 4 – L’attacco della nostra squadra non segna mai, ma oggi i due punti persi sono quasi tutti suoi. L’avversario non si presenta mai in area di rigore in tutta la partita e non tira mai in porta, ma sul cross di Ngonge il nostro portiere commette una papera inconcepibile, respingendo centralmente sui piedi di Suslov, che di piatto serve Henry per il più facile dei gol. Una quaglia che pesa tantissimo, e segue agli errori di Salerno. Non è l’unico responsabile di questo pessimo periodo, ma in questa fase di stagione la Lazio non concede quasi nulla e Ivan è chiamato ogni partita sì e no ad una parata: quella di oggi non era da fare neppure su un tiro, ma su un traversone dalla sinistra. C’è poco da dire, una brutta frittata.

LAZZARI 7,5 – Disputa sulla corsia destra la miglior partita stagionale, dando ragione a Sarri quando lo ha definito qualche giorno fa “baciato da Dio”. Sgasa, riparte, difende, è una furia sulla fascia e tiene a bada chiunque capiti dalle sue parti, da Sardar a Lazovic, anticipandoli e vincendo quasi tutti i contrasti, trasformando le azioni da difensive in offensive. Partecipa a tutte le azioni importanti della gara, gli manca soltanto la giocata in fase conclusiva. Ma è stato rapido, cattivo e continuo per tutto l’arco del match. Un peccato che la sua prestazione da urlo non sia coincisa con i tre punti.

CASALE 6,5 – Un ottimo rientro. Tornava da un lungo stop per infortunio, non è stato mai impensierito dal reparto offensivo del Verona. Sbaglia pochissimo in uscita e si rende pericoloso in avanti, trovando anche la rete che gli varrebbe le segnatura dell’ex e soprattutto ci regalerebbe i tre punti. Ayroldi, però, deve necessariamente dar seguito agli sconfortanti arbitraggi nei nostri confronti delle ultime settimane, e pur avendo deciso per il gol in diretta, va al VAR e cancella il 2-1. 

GILA 6 – Un’altra buona prestazione, annulla Djuric vincendo praticamente tutti i duelli aerei. Lo stesso fa con Henry in ogni circostanza di gioco, tranne sul gol del pareggio, su cui onestamente non mi sento di accollargli eccessive colpe. Scivola, sbadato, soltanto una volta, nella ripresa, per il resto disputa 95’ di concentrazione e personalità. Purtroppo, come a Salerno, una mezza svista del pacchetto arretrato ci impedisce di portare a casa la vittoria. Le performance di questo ragazzo, però, continuano ad essere positive.

MARUSIC 6 – Protagonista di un buon avvio sulla corsia sinistra, fino all’ultimo istante ha rischiato di giocare da centrale di difesa, “salvato” dal recupero in extremis di Casale. Si becca un giallo e poi è costretto al cambio precoce, già alla mezz’ora, per una contusione ad una palpebra. Al suo posto, Hysaj.

HYSAJ 6 – Senza infamia e senza lode, tiene senza patemi in fase difensiva e accompagna la manovra offensiva con discreta continuità. Contro un attacco così sterile, avrebbe forse potuto avventarsi sulla pessima respinta di Provedel con maggiore reattività e veemenza. Invece, Suslov colpisce in modo quasi fortuito ed apparecchia la rete di Henry. Affidabile, arriva in ritardo in una sola circostanza e si prende l’ammonizione. A dieci dalla fine lascia il posto a Pellegrini.

PELLEGRINI NG – Il suo tipico ingresso. Dà dinamismo, sì, ma per voler strafare combina solo danni, esibendosi in due cross dalla trequarti leggibili, prevedibili e sbagliati, dei regali a Montipò. Comunque non giudicabile in relazione ai minuti giocati.

GUENDOUZI 5,5 – Veniva da una partita dispendiosa a metà settimana, non è andato neppure vicino a ripeterla. La sensazione è che quando è assistito da grande energia possa essere un fattore, ma in fase offensiva è praticamente nullo, e quando affrontiamo squadre che si limitano a difendersi non è nelle sue caratteristiche il sistematico riempimento dell’area di rigore. Martedì era stato quasi perfetto, oggi ha fatto tre passi indietro e non si è mai reso pericoloso. Non a caso, in dieci minuti Vecino crea più di quanto il francese non abbia fatto in 80.

VECINO NG – Ha una scarsa decina di minuti ma gli bastano per riempire l’area, sfiorare il gol e dare una percezione di pericolosità sulla trequarti veronese. Spero possa giocare il più possibile da qui in poi.

ROVELLA 6 – Ancora da titolare, è ormai stabilmente il perno del nostro centrocampo pur non essendo ancora riuscito a fare una prestazione da sufficienza ampia. Anche oggi si sistema in cabina di regia e fa girare la sfera con maggiore velocità del solito, ma sempre e perennemente in orizzontale. Non verticalizza neppure ad un metro, non taglia il campo, non cambia gioco, non tenta mai la gittata per le punte. Ha fatto leggermente meglio del solito, ma continua a palesare scarso coraggio e deve cominciare a prendersi qualche responsabilità in più.

LUIS ALBERTO 5,5 – Rieccolo in campo dopo l’infortunio. Lo spagnolo si riprende il posto di mezzala sinistra dopo la tetra prestazione di Kamada in coppa Italia. I soliti – ritrovati – duetti con Zaccagni, la consueta serenità nel toccare la sfera, qualche isterica verticalizzazione per Immobile. Ma non bastano. E’ terribilmente superficiale in due dei palloni più importanti della partita: ad inizio ripresa Zaccagni strappa la sfera al terzino destro dei padroni di casa e crea un tre contro due che uno come lui dovrebbe gestire in scioltezza. Invece, l’assist al centro per Immobile è lento e con i giri sbagliati. Nel finale, con la squadra tutta al limite dell’area, invece di cercare la concretezza opta per un tacco senza alcun senso tra le linee. Manca in zona gol da una vita, e a differenza del Sergente, riesce raramente ad essere decisivo.

FELIPE ANDERSON 5,5 – Il solito psicodramma nell’arco della stessa partita. Inizia pimpante, prosegue ancor meglio, con un’azione magistrale e l’assist per Zaccagni, che lo spedisce in alto nella classifica degli ultimi passaggi dell’intera Serie A. Poi, però, si perde, palesando le solite lacune: nella ripresa smette di cercare la profondità e si limita a ricevere da Lazzari e scaricare all’indietro, risultando irritante. Il vero disastro è la conclusione strozzata a metà ripresa, quando Zaccagni gli serve un pallone che andrebbe solo scagliato in porta. Ma la conclusione e l’incisività non sono il suo forte, ed è il motivo per cui sarebbe servito un calciatore importante in zona gol. Il suo mancino inguardabile finisce sul fondo, assieme ai nostri rimpianti.

IMMOBILE 5,5 – Male nel primo tempo in appoggio, non riesce a palleggiare con efficacia con i compagni e spesso mette fine alle nostre esercitazioni di possesso. Assistito poco e male, si danna l’anima galleggiando sul filo del fuorigioco, ma non riesce a stoppare la sfera a tu per tu con Montipò e così qualche occasione potenziale sfuma sul più bello. Nel secondo tempo doveva fare molto meglio col mancino quando si trova davanti al portiere: pensa per una frazione di secondo al pallonetto, poi a calciare forte, ne esce fuori un tiro debole e impreciso. Esce dopo il gol del Verona per Castellanos. 

TATY CASTELLANOS 5 – Possiamo dargli il merito di far espellere (20’ più tardi) Duda, ma anche oggi si mangia un gol di testa e sempre di testa spedisce la sfera sul fondo senza trovare le deviazioni che cercherebbe. Un suo destro chiama Montipò alla parata semplice, poi fa più confusione che altro in zona-gol. Come quando è sulla traiettoria del destro di Vecino e – con discreta sfortuna – finisce per agire da difensore centrale. Abbiamo preso un centravanti che non vede la porta e spesso neppure la cerca. Ancora penso che eguagliare Muriqi sia difficile, ma servirebbero le sue reti, che continuano a non arrivare. La palla che allarga a Pedro per l’ultima nostra azione del match è tutto un programma: al limite dell’area dà allo spagnolo un pallone osceno e difficilmente controllabile, che con lo stop il compagno fa sfilare sul fondo, per la fine delle nostre speranze.

ZACCAGNI 7 – Un’ora di gioco per riprendere confidenza col rettangolo verde dopo l’infortunio. Segna un grandissimo gol col tacco e da ex non esulta. Torna il folletto scaltro che conosciamo, ma dura un tempo abbondante ed è costretto a rifiatare dalla metà della ripresa. Un vero peccato, perché le sue scorribande sarebbero servite fino a fine partita. Rientro positivo, che culminerebbe anche con il ricambio del favore a Felipe Anderson. Peccato che il brasiliano non sfrutti il suo passaggio con l’esterno, e ci faccia storcere il naso. Speriamo che questo ragazzo non faccia l’errore di cullarsi sulle sue qualità e si imponga di essere sempre più cattivo e incisivo.

PEDRO 5,5 – La sensazione è che entri in campo un po’ svagato. Bene l’atteggiamento del corpo, ma di fatto non riesce mai a puntare e saltare l’uomo e creare la superiorità numerica. Sbaglia un controllo semplice, regalando la rimessa laterale agli scaligeri, poi spara in curva la sfera dal limite dell’area. Nel recupero si coordina col destro ma passa il pallone all’estremo difensore rivale. Ha dato effervescenza, ma senza riuscire a concretizzare.

SARRI 6 – Il rendimento stagionale in trasferta è sotto gli occhi di tutti e non può essere accettabile. Il nostro campionato è stato buttato via in malo modo dai calciatori, con un atteggiamento spesso indecoroso. Non posso dire nulla quest’oggi alla guida tecnica di una squadra che finisce con il 70% del possesso, almeno quattro o cinque occasioni nitide in zona gol e nessun tiro concesso al rivale. In questo momento ci gira tutto male, e la nostra incapacità di chiudere le partite viene pagata sistematicamente in modo salatissimo. Che la squadra non abbia caratteristiche di ardore, cattiveria sportiva e ferocia sotto porta è noto, ma oggi credo sia stata anche sfortunata.