Lazio, “Quelli che…” ricorda D’Amico: tutti gli interventi della trasmissione dedicata a Vincenzino

Lazialità ricorda Vincenzo D’Amico. Nel corso della trasmissione “Quelli che hanno portato il calcio a Roma”, andata in onda sui 98.100 di Radiosei nella mattinata di oggi, ex compagni e amici di Vincenzino hanno avuto modo di raccontare chi era per loro il campione d’Italia del ’74, scomparso sabato 1 luglio dopo una lunga malattia. Tra aneddoti, riflessioni, battute e pensieri, è stato reso omaggio all’ex capitano laziale. Di seguito le parole di coloro che sono intervenuti

Guido De Angelis (giornalista, conduttore della trasmissione e direttore Lazialità): “Nonostante siano molti anni che faccio radio, oggi nel ricordare Vincenzo sono davvero emozionato. Ho tanti di quei ricordi legati a lui che si potrebbe scrivere un libro. Una volta facemmo anche una trasmissione insieme e mi faceva scherzi uno dopo l’altro. Sono convinto che anche oggi, se fosse qui avrebbe fatto lo stesso. Magari anche ora ci sta prendendo in giro. Ricordo quando lessi sul giornale del suo esordio col Modena, corsi a casa a dirlo a mio padre, ero felice come un bambino. Vincenzo era appena 17enne”.

Luigi Martini (ex giocatore Lazio del ’74): “Di Vincenzo vorrei ricordare il suo modo scanzonato di vivere la vita, anche negli ultimi tempi cercava di minimizzare la sua situazione ed è un modo che approvo. Era una persona a cui si poteva volere soltanto bene. Una volta mi fece uno scherzo: lo stavo riaccompagnando in auto e ad un certo punto mi disse di fermarmi perché aveva dimenticato una cosa, è stato via per un’ora e mezza e non ho mai saputo cosa andò a fare (ride ndr)”.

Sergio Petrelli (ex calciatore Lazio del ’74): “Era al di sopra come persona e come calciatore, quando aveva il pallone tra i piedi sorrideva. Domani avremo modo di salutarlo insieme ai suoi amici e famIliari”.

Toni Malco (cantautore): “Quarant’anni fa ho avuto l’idea di far cantare a lui, Giordano e Manfredonia l’inno ‘Vola Lazio vola’ e Vincezo fu disponibilissimo. Gli piaceva l’idea di cantare in uno studio di registrazione”.

Gianluca Atlante (giornalista Latina Oggi): “Latina sta aspettando Vincenzo. Il Lazio club a lui dedicato sta preparando uno striscione e nella giornata di domani la sua città natale avrà modo di riabbracciarlo”.

Fabio Citti (consigliere della Lazio negli anni ’80, sotto la presidenza Chinaglia): “L’esordio di Vincenzo? Quando si allenava a Tor Di Quinto tutti andavano a vederlo. Un giorno mi avvicinai a lui e gli dissi scherzando che se avesse fatto tre gol avrebbe esordito in prima squadra. La partita finì 8-0, lui segnò tre gol. La fortuna volle che Maestrelli la domenica successiva lo fece per davvero scendere in campo”.

Gianni Walter Bezzi (giornalista Rai): “Con Vincenzo ho condiviso tantissimo nelle nostre avventure alla Rai. Commentammo la partita inaugurale a Wembley, Inghilterra-Italia U-21. Una giornata che entrò nella storia e che rimane solo nostra. A volte scherzando, in sede di commento veniva e mi diceva: Gianni ma chi gioca? Come si chiama questo giocatore? Facendomi anche un po’ incavolare. Lui lo sapeva, poi sorrideva e alla fine ci abbracciavamo”.

Giancarlo Governi (giornalista, sceneggiatore e scrittore): “Caro Vincenzo, per noi laziali sei sempre stato il piccolo di casa, anche quando ti diedero la fascia da capitano. Non hai mai voluto lasciare la Lazio, solo una volta lo facesti, anche li per venire incontro alle esigenze della società, ma sei voluto subito tornare. Sei sempre rimasto il nostro cucciolo, anche quando i capelli cominciavano a cambiare colore”.

Antonio “Poppy” Sbardella (figlio di Antonio storico dirigente della Lazio ed ex arbitro): “Avevo un grande rapporto con lui. Ricordo che quando era al Torino chiamava mio padre dalle cabine telefoniche per chiedere di tornare alla Lazio”.

Paolo Buglioni (attore e doppiatore): “Vincenzo per me era come un fratello. È come se la squadra del ‘74 abbia voluto fare da lassù una campagna acquisti scegliendo di prendere D’Amico, forse potevano aspettare ancora un po’ per vincere questo scudetto del paradiso…”.

Pino Capua (medico dello Sport e presidente della Commissione Antidoping Figc) :”Vincenzo era uno di noi, siamo cresciuti insieme. Oltre ad essere suo amico ho avuto l’onore di essere anche il suo medico. Era una persona di grande carattere, perché per entrare in una squadra come quella del ‘74 di questo c’era bisogno”.

Michele Plastino (giornalista): “Conoscevo Vincenzo da quando ero giovane. Ho avuuto l’onore di essere il patrigno di suo figlio Matteo e questa è una cosa che ricorderò sempre. È sempre stato ospite nelle mie trasmissioni, prima ancora di Gol di notte”.
Claudio Pillarella (tifoso Eagles Supporters): “Ricordo il giorno in cui partì per andre a Torino per esigenze societarie. Le gente era in lacrime e anche lui non voleva andare. Tutti pensavano che una squadra come il Torino non l’avrebbe mai ridato indietro, invece lui con la sua testardaggine tornò e si giocò la Serie B facendolo però sempre a testa alta, cosa che rappresentava al massimo la curva nord e i suoi tifosi”.