Lazio-Cremonese 3-2, le pagelle di Guido De Angelis

Al termine di Lazio-Cremonese 3-2, torna il consueto appuntamento con le pagelle del nostro direttore Guido De Angelis.

PROVEDEL 6 – Non può nulla sui gol della Cremonese, fa un’ottima parata su un sinistro velenoso di Tsadjout nella ripresa.

LAZZARI 4,5 – Solito centometrista, ma in fase difensiva oggi combina un pasticcio dopo l’altro, su tutti il goffo autogol del momentaneo 2-2. Ha corsa e strappi fuori dal comune, ma nell’ottica di un mercato importante può anche essere sacrificato.

CASALE 5,5 – Partita senza difficoltà su Ciofani, non commette particolari errori, pur sembrando non nelle migliori condizioni fisiche. Ha fatto un campionato importante, per essere il primissimo a questi livelli. Esce in ritardo su Galdames in occasione del 2-1.

ROMAGNOLI 5,5 – Sfiora il gol di testa da corner, poi vince diversi duelli aerei e non va tanto per il sottile: quando c’è da spazzare o accompagnare la sfera in fallo laterale lo fa senza problemi. Nel primo tempo si perde completamente Tsadjout in area piccola, nella ripresa non esce sempre con i tempi giusti su Ciofani e Buonaiuto.

HYSAJ 7 – Trova il suo primo gol in stagione e il secondo con la nostra maglia dopo quello allo Spezia alla prima partita della scorsa stagione. Nella ripresa balla un po’ e sbaglia i tempi di una o due uscite, tra cui quella che apre la strada al cross che genera l’harakiri di Lazzari. Esce all’80’ per dare qualche minuto al più offensivo Pellegrini.

LUCA PELLEGRINI NG – Entra, si becca il giallo e risulta anarchico e confusionario. Credo che questo ragazzo abbia grossi margini con Sarri in panchina, vedremo quale sarà il suo futuro.

MILINKOVIC 9 – “Forse altrove, magari qui, sicuramente nel nostro cuore. Sergej laziale a vita”, è lo striscione che gli dedica l’Olimpico prima del match. Ha segnato un’epoca del nostro calcio, e con Radu è il senatore dello spogliatoio. In questi anni si è preso la squadra sulle spalle, è diventato capitano, è stato trascinatore. Sotto la guida Sarri è da due anni il calciatore che corre di più dell’intero campionato, il calciatore che vince più duelli, il centrocampista che partecipa a più gol. C’è una ciliegina: è sempre decisivo quando conta. Lo scorso anno, a due giornate dal termine, ci aveva regalato l’Europa League (e il quinto posto) segnando il 2-2 a Torino con la Juventus. Quest’anno, con il gol al Lecce, ci aveva regalato la Champions. Oggi, nel momento decisivo, risolve un’altra gara che potrebbe averci regalato il secondo posto. Da anni è il nostro calciatore più forte e determinante. In fondo, ci speriamo un po’ tutti…

VECINO 6 – Una gara sufficiente, senza infamia e senza lode. Equilibratore in mezzo al campo. garantisce presenza e buona copertura, ma chiaramente non è un playmaker e in quel ruolo bisognerà intervenire pesantemente sul mercato per trovare un alter-ego di Cataldi (Danilo non potrà giocare di certo sia campionato che Champions League). Anche lui si prende un quarto d’ora di pausa a inizio ripresa.

LUIS ALBERTO 6,5 – Autore di un discreto primo tempo, dai suoi piedi l’imbucata per Immobile che propizia l’immediato vantaggio. Si concede 15’ a inizio ripresa, poi batte il corner da cui nasce il gol del definitivo vantaggio.

BASIC NG

PEDRO 6,5 – Conferma il trend degli ultimi anni: quando a fine stagione gli altri arrancano, lui sembra ancora un giovanotto. Tra i migliori del primo tempo, serve a Milinkovic l’assist del 2-0. Cala col passare dei minuti, entra Anderson per l’ultima mezzora.

FELIPE ANDERSON 6 – Ha a disposizione l’ultimo terzo di gara, lo sfrutta entrando in campo in modo pimpante e deciso. Impreciso in alcune giocate, porta comunque freschezza e chiama Sarr alla gran parata. E’ arrivato a fine campionato con la lingua di fuori, e non potrebbe essere altrimenti. Lui e Zaccagni hanno disputato una stagione memorabile.

IMMOBILE 6 – Acclamato dai suoi tifosi, scende in campo da capitano della squadra che si è presa la Champions. Ha contributo con due gol importanti con Lecce e Udinese, dopo essere stato messo fuori causa per quasi tutta la stagione da una marea di problemi fisici. Nella ripresa si mangia un gol clamoroso su invenzione di Milinkovic, nella prima frazione aveva stappato la partita fornendo un grande assist a Hysaj.

ZACCAGNI 6 – Come Anderson, ha finito la benzina, ma continua a sacrificarsi in ambo le fasi di gioco. Ripiega, guadagna punizioni, duetta con i compagni. Sacrificio e dedizione, ha dato tutto quello che poteva. Esce a 5’ dal termine per consentire a Radu di prendersi la standing ovation dell’Olimpico.

RADU NG – Sarri gli concede di prendersi gli applausi del suo popolo. L’avventura si chiude dopo 15 anni, ma per Stefan la Lazio rimarrà casa.

SARRI 10 – Prosegue il prodigio del Comandante, che si prende sul campo la Champions aritmetica e la certezza della partecipazione alla prossima Supercoppa italiana. Manca solo il secondo posto, per quello l’aritmetica potrà arrivare all’ultima di campionato, proprio a Empoli. Con una serie di capolavori tattici e un lavoro meticoloso ha portato la Lazio in alto nel calcio che conta, raggiungendo un obiettivo insperato a inizio stagione. I calciatori sono tutti cresciuti, abbiamo imparato a soffrire, abbiamo giocato senza centravanti per tre quarti dell’annata. Eppure, dopo il Napoli dei miracoli ci siamo noi. La Lazio dovrebbe fare soltanto una cosa: dargli in mano il futuro della squadra.