Lazio-Juventus 2-1, le PAGELLE di Guido De Angelis

Al termine di Lazio-Juventus arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore Guido De Angelis.

PROVEDEL 6,5 – Veniva dalla seconda striscia di imbattibilità stagionale, oggi affronta la bestia nera della sua carriera. Il record si ferma a 605 minuti a causa del gol di Rabiot, su cui non ha colpe: prima compie un prodigio su Bremer, poi il centrocampista francese gli sale addosso con lo scarpino ma l’arbitro non ravvisa irregolarità. Mai impegnato nella ripresa, è sempre bravo nelle uscite e nel giocare col cronometro.

MARUSIC 7 – Torna titolare dopo la giornata di squalifica col Monza, ha il gravoso compito di contenere le sfuriate offensive di Kostic. Primi 45 quasi impeccabili in fase difensiva, nella ripresa trasforma più volte la giocata difensiva in offensiva e non sbaglia nulla fino a 10’ dal termine: nell’ultima dozzina di minuti si fa saltare tre volte da Chiesa con troppa facilità.

CASALE 7 – Ha una delle sfide più difficili della carriera con la Lazio. Supera l’esame con efficacia, attenzione e disarmante continuità nel corso dei 90 minuti. Sempre concentrato, vince quasi tutti i duelli e non paga mai l’emozione. In coppia con Romagnoli ci sta dando una sicurezza impensabile.

ROMAGNOLI 6,5 – Sempre preciso, purtroppo perde il duello con Bremer sul corner da cui nasce il pareggio bianconero, si era dimenticato anche di Vlahovic nell’unica chance degli ospiti del primo tempo. Queste piccole sbavature sono decisamente compensate da un’altra prova di grande maturità e affidabilità.

HYSAJ 7 – Su Kostic aveva sofferto, così oggi viene schierato a sinistra. Autore di una discreta prima frazione, va a vuoto soltanto una volta su Di Maria, ma è tignoso e non lo molla mai. Intercetta un pallone dopo l’altro, si propone, è sereno in uscita e cresce col passare dei minuti.

MILINKOVIC 8,5 – Premiato nel pre-partita per essere diventato il miglior marcatore straniero della storia della Lazio, è il più forte calciatore dell’era Lotito e lo dimostra ancora una volta. A Monza aveva chiuso la partita con una gemma su calcio di punizione, questa sera sigla l’ennesimo gol alla Juventus (nelle grandi partite non manca mai, caratteristica dei grandi) e solo nel primo tempo potrebbe farne altri due. E’ ovunque in mezzo al campo, avvia ogni azione pericolosa (compresa quella del raddoppio) e intercetta una serie imprecisata di palloni, risultando il primo difendente. Nella ripresa impressiona in elevazione, consentendo a Provedel di ricorrere anche alla lunga gittata. I numeri dicono che sia il primo calciatore del campionato (non solo della Lazio…) per chilometri percorsi, sfere intercettate, grandi occasioni da gol propiziate. E’ così da anni. Recidivo: dalla Supercoppa alla nostra unica vittoria a Torino nell’ultimo decennio, dal successo per 3-1 del 2019 al delizioso gol del 2-2 della fine della stagione scorsa: vede la Vecchia Signora e la colpisce sistematicamente. Immaginare una Lazio senza di lui è onestamente faticoso.

CATALDI 6,5 – Le recenti prestazioni gli valgono la titolarità indiscussa nella partita che lo scorso anno all’Olimpico non aveva disputato al massimo delle sue potenzialità. Tuttavia, Sarri gli ha regalato una seconda vita calcistica e le sue prestazioni salgono di livello di partita in partita. Mostra personalità, si fa dare la palla, è sempre in movimento per dare un’opzione ai compagni, talvolta per la troppa voglia di fare verticalizza con troppa fretta. Ma è inappuntabile per abnegazione, ha palesato margini di crescita notevoli, e partecipa alla superba azione del raddoppio. Esce a metà ripresa per Vecino.

VECINO 6 – Entra con ottimo piglio, sistemandosi davanti alla difesa e cercando di sporcare ogni possibile traiettoria. Non sarà mai – per caratteristiche – un cambio che può cambiare la partita, ma se c’è da difendere il risultato è un calciatore duttile ed esperto sia da mezzala che da play.

LUIS ALBERTO 7,5 – Deve confermare di essere diventato centrocampista totale nella serata più importante. Ci riesce, permettendo alla Lazio di tenere percentuali bulgare di possesso palla. Nel primo tempo calcia in porta forte ma centrale e Szczesny blocca senza problemi, poi duetta con Milinkovic che non calcia in porta e si fa anticipare da Bremer. La giocata spacca-partita è quella di inizio ripresa: tacco illuminante a smarcare Zaccagni, che fa centro.

FELIPE ANDERSON 7,5 – Per la prima ora di gioco torna a destra nel suo ruolo dopo una vita da finto centravanti. Si sacrifica in modo quasi eroico raddoppiando sistematicamente Kostic, che non riesce a giocare. Nella ripresa sbaglia in modo per lui clamoroso due letture che avrebbero consentito di mettere un compagno in porta nella gestione della ripartenza. ma la giocata geniale che cambia gli equilibri del match è la sua discesa sulla destra con annessa intuizione di servire il pallone all’indietro a Louis Alberto, che premia Zaccagni per il goal del raddoppio. chiude da centroavanti ma ha finito la birra. É diventato semplicemente imprescindibile.

IMMOBILE 6 – Al rientro dal primo minuto, la sua assenza si è fatta sentire tutta la stagione. la sua condizione fisica è in netto miglioramento rispetto alla mezzora di Monza. sempre nel vivo del gioco, rischia di far venire giù l’Olimpico con un destro al volo di pregevole fattura che chiama Szczesny alla parata. esce al quarto d’ora della ripresa tra gli applausi scroscianti dei suoi tifosi. i suoi goal serviranno come il pane con Spezia e Torino, intanto ci prendiamo la crescita.

PEDRO 7 – Ingresso in campo sensazionale. Entra come un ragazzino, sa quel che deve fare, crea scompiglio con giocate ad altissima velocità. Nel finale chiude alla bandierina e recupera due o tre palloni che ci fanno respirare.

ZACCAGNI 8 – Cuadrado è tra i clienti più scomodi del campionato e Mattia è chiamato a una performance d’alto livello. Il colombiano andrebbe ammonito tre volte, la prima dopo 27 secondi per un calcione sul nostro numero 20 su cui Di Bello chiude gli occhi. Suo l’assist per il vantaggio di Milinkovic, nella ripresa decide di bissare la prodezza del derby, andare in doppia cifra e chiamare la Nord al boato. La cura Sarri lo ha reso un calciatore internazionale e finalmente decisivo.

SARRI 10 – Una benedizione. Dopo aver battuto l’Atalanta, vinto due derby, fatto 3 gol all’Inter, un poker al Milan ed espugnato il Maradona di Napoli, battiamo anche la Juventus, cosa che ci era riuscita due volte negli ultimi 20 anni (2003 e 2019). Non basta: dominiamo il match per 75 minuti e i calciatori sanno esattamente cosa devono fare in ogni fase di gioco. L’imperativo – a prescindere da come andrà a finire la stagione – è costruire su di lui il nostro futuro.