Dopo l’ultima della stagione, arrivano anche le ultime pagelle dell’annata del nostro direttore Guido De Angelis, che ha dato voti e giudizi ai protagonisti di Lazio-Lecce 0-1.
MANDAS 5 – In molti hanno gettato la croce addosso a Provedel, ma oggi anche lui prende gol sotto le gambe. Un buon portiere, che crescerà, non di certo un fenomeno. Dovrà lavorare almeno 2 ore al giorno nel gioco con i piedi e nelle rimesse dal fondo. Il rinvio spedito direttamente in fallo laterale che chiude la partita non si può vedere.
MARUSIC 5 – La sua solita partita. Sempre in ritardo, letture difensive inesistenti, nullo in avanti. Invisibile, resta negli spogliatoi all’intervallo. Che fosse l’ultima alla Lazio? La meritocrazia questo direbbe.
HYSAJ 5,5 – Un buon ingresso, con qualche discreto traversone, ma poco più. I terzini della Lazio, salvo Tavares, sono nettamente inferiori a quasi tutti i terzini del campionato. E – Bodo/Glimt a parte – l’albanese (nelle rarissime circostanze in cui è stato impiegato) è stato tra i meno rimproverabili.
GILA 4 – Da quando qualcuno gli ha detto che era un fenomeno, ha inanellato prestazioni scioccanti. Bologna, Udine, l’elenco sarebbe lungo. L’orrore in uscita che regala il gol al Lecce è solo l’ultima macchia. Un vero peccato. Si parla di 40-45 milioni, di Real Madrid…siamo Lazio-centrici, e si vede…
ROMAGNOLI 5,5 – Non riesce a rimediare all’errore del compagno di reparto, a volte è fuori posizione, ma duella per vie aeree con Krstovic ed era tra i meno colpevoli. Il rosso nel finale gli abbassa il voto di mezzo punto, potrebbe essere la sua ultima apparizione con la Lazio.
TAVARES 6+ – Troppo ha retto, anche con qualche sbavatura, per carità, ma è il nostro unico calciatore di caratura assieme a Pedro. Mette al centro centinaia di cross, alcuni di pregevole fattura, e fa espellere Pierotti al tramonto del primo tempo. Le sue scorribande ci erano mancate tanto.
LUCA PELLEGRINI 5 – Entra in campo per gli ultimi 20 minuti e non azzecca un cross, colpendo sistematicamente il terzino leccese. Ingenuo, sciocco, poco furbo nel commettere falli che spezzano il ritmo del nostro forcing e regalano ossigeno al Lecce. Pessimo impatto.
GUENDOUZI 5+ – Un’altra prestazione da horror in mezzo al campo, con una valanga di palloni gestiti in malo modo. Ha tirato la carretta per un’intera stagione e ha tante attenuanti. Negli ultimi mesi ha palesato lacune tecniche (ma anche tattiche) abbastanza evidenti.
ROVELLA 5+ – Vale il discorso del compagno di reparto. Nella prima frazione sbaglia tutto quello che si può sbagliare, commettendo anche una serie di falli al limite dell’area. Fuori tempo, fuori posizione, quando (rarissimamente) tenta di verticalizzare non gli riesce un’imbucata che sia una. Anche stavolta esce anzitempo e non può partecipare all’assedio finale.
VECINO SV – Ingiudicabile, può poco o nulla nei vani minuti di assalto alla porta di Falcone.
ISAKSEN 5 – Non è che ora abbia avuto un’involuzione, semplicemente ha alzato il rendimento per 2 mesi per poi tornare il calciatore che conoscevamo. Non vince un contrasto, fa il solletico a Gallo, a volte ci si dimentica della sua presenza in campo. Sostituito all’intervallo da Pedro.
PEDRO 6,5 – Ancora una volta l’unico con qualità, l’unico con fame, l’unico a calciare in porta e a creare. Non tutte le ciambelle escono col buco, non tutte le partite può segnare dalla panchina i gol decisivi. Andando in Conference League avrebbe potuto chiudere la carriera con un trofeo, non sarà così. Stasera uno striscione in Tevere diceva: “Pedro, non ti meritiamo!”. Poco da aggiungere.
DIA 5 – Fa la lotta tra le maglie giallorosse, viene a recuperare la sfera abbassandosi molto, è autore di 1-2 quasi sempre precisi, ma non incide in zona gol e viene murato sul più bello in una ripresa all’arrembaggio. Deludente.
ZACCAGNI 5 – L’ombra del calciatore che avevamo apprezzato nel girone di andata. Niente cross, niente conclusioni, niente giocate, eppure sarebbe il capitano. Esce per Noslin a 20’ dalla fine. Al netto di tutto, una sostituzione inspiegabile.
NOSLIN 5 – Entra per l’ultimo scorcio di gara, ma è un calciatore che non può portare nulla alla causa. E il cambio dalla panchina non ha ragione di esistere: anche il peggior Zaccagni può sempre creare qualcosa, mentre l’ex Verona – a stagione ormai finita – è rimasto un oggetto misterioso.
CASTELLANOS 5 – Dieci gol in campionato, con 2 rigori. Gli altri 8 sono quasi tutti gol di rapina da un metro. Non può essere il centravanti della Lazio. Castellanos, Pedro, Dia e Zaccagni hanno segnato in 4 le reti che Immobile segnò da solo per vincere la Scarpa d’Oro. Ho detto tutto.
BARONI 5 – Perde col Lecce e non riesce a prendere neppure il punto che sarebbe valso la Conference. I giallorossi si sarebbero salvati anche col pareggio. Dopo 6 mesi in cui ha battuto all’Olimpico solo il Monza, non è accettabile. Il primo tempo – in parità numerica – è stato sconcertante. Chiaramente, in una scala gerarchica, è l’ultimo dei colpevoli dopo società, direzione sportiva e calciatori. Ma questo finale di lacrime e sangue è il peggior sipario possibile su una stagione dolorosa.