Cerca
Close this search box.

Le pagelle di Guido De Angelis – La miglior Lazio perde a Firenze per due pestoni. Fantasma Noslin, male la panchina

Al termine di Fiorentina-Lazio arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore Guido De Angelis, che ha dato voti e giudizi alle aquile del match del Franchi.

PROVEDEL 6 – Dieci minuti ed è provvidenziale, col piede, su Colpani, deviando la sfera sul palo. A inizio ripresa viene spiegato da Gudmundsson sul rigore causato da Guendouzi, lo stesso accade al 90’ sul rigore causato da Tavares. Mai impegnato, ma sarebbe anche ora che studiasse chi si presenta dal dischetto.

LAZZARI 6 – Baroni gli sta dando continuità, ormai è il padrone assoluto della fascia destra, nonostante Tavares dall’altra parte. Il mismatch fisico con Gosens è evidente: quando l’ex Atalanta gli salta sopra, non lo tiene sempre, ma comunque lo limita. Dai e vai con Isaksen, la folata pulita gli riesce soltanto due volte nei primi 45’, ma il momento del cross è sempre un problema, e non di rado centra in pieno la figura del diretto avversario. Nella ripresa non ne ha più e a metà tempo viene sostituito. 

MARUSIC 5 – Ha mezz’ora di gioco a disposizione. Viene messo in campo per vincere i duelli, perde il primo e Kean (per fortuna in leggero fuorigioco) va in porta e calcia. Ha una chance per andare al cross e mette al centro uno straccio. Nel finale commette due falli ingenui nel recupero, arrivando fuori tempo. Brutto ingresso. 

GILA 6,5 – Seconda da titolare consecutiva, nella prima col Verona era stato disastroso, ma oggi il mister gli affida il ruolo di leader difensivo. Va tre volte vicino al gol da corner, la quarta è quella buona: prima rete in carriera su assist di Tavares. Cinque minuti più tardi Dodò lo brucia in area di rigore, errore grave. Primi 45’ meglio in avanti che in fase difensiva. Nella ripresa vince diversi duelli ma non è sempre impeccabile su Kean.

PATRIC 6+ – Era stato relegato al dimenticatoio, perdendo qualche punto: prima Casale, poi Gila lo avevano superato nelle gerarchie. Riceve un’iniezione di fiducia dall’allenatore, che lo schiera con l’altro spagnolo nella gara più difficile di questo inizio campionato. Parte forte su Kean, con intelligenza. Primo tempo ottimo, con il neo di essere decisamente troppo distante dall’ex Juventus sul cross di Dodò: per fortuna Kean spedisce a lato al volo. Ripresa discreta, ma dimostra di non essere un marcatore, perdendosi Kean che di testa si divora un gol già fatto. Tra gli ultimi a mollare, in assoluto. Dodò farebbe rigore su di lui, ma lo spagnolo è l’unico a protestare.

TAVARES 5,5 – Il nostro treno è ormai un pilastro della squadra e non esce dall’11-tipo neppure a Firenze. Carbura lentamente, spedisce altissima una punizione invitante. Si riscatta allo scadere della prima frazione, con un gran cross da piazzato per la testa di Gila, che ci regala l’1-0. Cavallo pazzo, quando supera la metà campo tenta due volte il tiro da lontanissimo e fa bella figura. Cala nel secondo tempo, ma nel finale commette una sciocchezza incredibile, provocando il rigore su Dodò che ci fa perdere la partita. Un’ottima prestazione rovinata nel finale.

CASTROVILLI 6 – Alla prima da titolare da ex, la Lazio confida nella sua voglia di rivalsa a Firenze. Non potrà giocare in Europa, così dall’inizio prende il posto di Rovella e gioca da mediano. E’ sempre nel vivo dell’azione, ma in più di una circostanza risulta troppo leggero e finisce per perdere il pallone. Corsa armoniosa e testa alta, ma quando ha la sfera tra i piedi il timore che la perda è alto. Morbido anche nella ripresa, ma viene da due anni di infortuni e dobbiamo necessariamente aspettarlo. Importante che abbia comunque tenuto a quei ritmi.

ROVELLA 5 – Subentra a Castrovilli. Un brutto quarto di gara, fatto di falli sciocchi e tempi di gioco persi malamente. Non si prende mai la responsabilità di verticalizzare. Lo fa solo una volta, al 95’, per l’ultima potenziale azione della partita, e sbaglia la misura del passaggio in modo macroscopico, dando il là alla ripartenza viola.

GUENDOUZI 5,5 – A centrocampo girano tutti, non il francese, il cui dinamismo risulta cruciale. Svaria a destra e a sinistra in fase offensiva, mentre in costruzione si abbassa a ricevere da Provedel. E’ di fatto l’unico difendente della squadra oltre ai due difensori centrali, dunque non ha inevitabilmente grandi margini per buttarsi in area rivale. Ingenuità colossale al 47’ su Gudmundsson: ha regalato il rigore dell’1-1 alla Fiorentina. Si dispiace, e reagisce da leader: va tre volte al tiro e colpisce da corner una traversa clamorosa. Purtroppo, nell’economia della gara, il pestone in ritardo su Gudmundsson non può che pesare come un macigno sulla valutazione della sua performance.

ISAKSEN 6,5 – Due di seguito da titolare come non gli era mai accaduto in maglia biancoceleste. Al 10’ va via a Gosens che prende il giallo. Passa un minuto e si prende un altro fallo da Cataldi, bruciandolo al limite dell’area. Fa ammonire anche Biraghi, perché quando si accende e crede nelle sue qualità, è un ottimo giocatore. A metà primo tempo un suo slalom in area si conclude sui piedi di Zaccagni, che calcia in modo leggero. Purtroppo spesso va col freno a mano tirato e Baroni deve richiamarlo in continuazione per ricordargli di fare ciò che sa. Viene tolto dal campo a metà ripresa e non è contento del cambio. Ha ragione, era tra i più pimpanti.

TCHAOUNA 5 – Entra in campo al posto di Isaksen per l’ultimo quarto di gara e non si vede mai. Con Venezia e Verona gli ingressi erano stati diversi, oggi è stato un fantasma.

DIA 5 – Inamovibile, in assenza di Castellanos viene confermato dietro alla punta e non da centravanti puro. Del resto, nelle prime apparizioni ha palesato grande generosità nel legare i reparti. Per un eccesso di altruismo, in avvio si abbassa tanto e Cataldi gli soffia la sfera, con Colpani che prende il palo. Ha la più ghiotta chance del primo tempo, un destro che chiama De Gea al miracolo. Al 45’ si divora un’occasione colossale, sprecando un due contro due. Nella ripresa si assenta e viene sostituito. Oggi ha avuto dei palloni importanti, non li ha sfruttati come avrebbe dovuto.

PEDRO 6 – Il migliore dei subentrati, gioca da trequartista e si muove tanto. Quest’anno avrà questo ruolo: provare a incidere negli ultimi 20′, abbiamo bisogno della sua esperienza e malizia.

ZACCAGNI 6 – Quasi si prende il rigore in avvio di gara scappando a Quarta, restano tanti dubbi e mi piacerebbe, pagando DAZN, che mi facessero perlomeno rivedere il replay. Quando prende l’iniziativa salta secco l’avversario, ma lo fa poche volte. Morbido quando Isaksen gli apparecchia lo specchio: il suo destro è scolastico e non impensierisce De Gea. Calciamo una marea di corner, alcuni li sbaglia nettamente, su altri pesca la testa di Gila e Guendouzi che o vengono murati o colpiscono il legno. Dal 70’ non ne ha più, gioca da fermo e aiuta poco o nulla Tavares, anche lui a corto di fiato. Nel finale, su un angolo dalla sinistra, si allunga la sfera e fa ripartire la Fiorentina che ha un due contro uno a tutto campo, un errore marchiano. Sempre trascinatore, ma meno brillante del solito.

NOSLIN 4,5 – Gioca da prima punta in mancanza di Castellanos ed è il peggiore dei primi 45’. Completamente avulso dal gioco, sbaglia atteggiamenti e anche le giocate più semplici. Pesce fuor d’acqua, si vede pochissimo: ci si ricorda della sua presenza in campo soltanto quando appoggia di testa a Dia il pallone che l’ex Salernitana scaglia in porta col destro, esaltando i riflessi del portiere gigliato. L’inizio della ripresa è la sua fotografia: non gli riesce il passaggio a un metro, non gli riesce il fraseggio semplice, non gli riesce il cambio di gioco, spedito in laterale. Evanescente, tenero, di una lentezza disarmante: quando lo mettono in porta e stoppa la sfera in quel modo, è da mani nei capelli. Ci è mancato tremendamente Castellanos.

BARONI 6,5 – Giochiamo forse la miglior gara dell’inizio di stagione e la perdiamo per due episodi, due pestoni in area che causano altrettanti rigori. Palladino si sbraccia nel finale marcando a uomo il quarto uomo per sollecitare l’arbitro ad andare al VAR, mi piacerebbe che anche qualcuno del nostro staff facesse altrettanto suoli episodi dubbi a nostro sfavore. Con la mole di gioco creata, dobbiamo segnare di più, specialmente a una Fiorentina che dietro soffre tanto. Paghiamo imprecisione sotto porta e decisioni arbitrali discutibili, e perdiamo uno scontro diretto che potrebbe costare caro a fine stagione.

IL DIRETTORE DI GARA 4 – Non perdiamo per colpa dell’arbitro, ma per episodi da VAR. Se la tecnologia interviene nel finale, pretendo ci sia un check anche sul fallo di Quarta su Zaccagni per capire se il fallo sia dentro o fuori dall’area di rigore. A Udine Lucca segna con l’assistente che ha segnalato fuorigioco. Col Milan Terracciano gioca a pallavolo in area rossonera, oggi il VAR è silente sia su Zaccagni che sul potenziale rigore di Dodò su Patric. Mi piacerebbe che qualcuno, almeno dalla società Lazio, intervenisse per farsi sentire a dovere.

Condividi su

Pensieri e parole di
Guido De Angelis

Serie A, un minuto di raccoglimento su tutti i campi per Chimenti

La Lazio ha perso un altro pezzo importante della sua gloriosa storia ultracentenaria. Franco Chimenti ha…

Quel Lazio-Empoli del 1998, tra Cher e Marcelo Salas

Cari amici di Lazialità,siamo a poche ore da Lazio Empoli, un appuntamento che sembra portarci fortuna.Questa…

Radiosei, Abodi: “La Lazio mi ha sempre legato a Franco Chimenti. Grazie a lui la nostra storia è cambiata”

Nel corso della trasmission “Quelli che…” in onda sui 98.100 di RadioseiLazio è intervenuto il Ministro…

Leggi anche

Serie A, un minuto di raccoglimento su tutti i campi per Chimenti

Quel Lazio-Empoli del 1998, tra Cher e Marcelo Salas

#LazioQuelli che...

Radiosei, Abodi: “La Lazio mi ha sempre legato a Franco Chimenti. Grazie a lui la nostra storia è cambiata”