Calcio, Sarri: “Pensato alle dimissioni dopo l’ultimo mercato estivo. Laziali popolo bellissimo. Fatica nel risollevare mentalmente i senatori del gruppo”. Sul futuro…

Maurizio Sarri rompe il silenzio. Il tecnico toscano dopo le dimissioni da allenatore della Lazio, rassegnate lo scorso 12 marzo, si è concesso ad una lunga intervista al giornalista Alfredo Pedullà, in onda questa sera su Sportitalia.

Tra i vari temi toccati, l’ex allenatore biancoceleste ha avuto modo di tornare sulla sua esperienza nella capitale, proiettandosi al futuro. Di seguito le sue parole:

-Sulla situazione attuale: “Programmo avendo l’umiltà di ripartire da dove ho sbagliato. 70 giorni dopo le dimissioni ti rimangono sensazioni contraddittorie. Abbiamo fatto il miglior risultato dell’era Lotito. Rimane delusione per l’ultimo mese ma non si può cancellare quanto fatto in 3 anni. Ho fatto la scelta giusta, la squadra aveva bisogno di una scossa forte e così ho fatto. Nell’ultimo mese ho notato che, nei giocatori che erano li da più tempo, era difficile fare leva a livello mentale”.

-Sulla possibilità di dimettersi anticipatamente: “Io dissi che, se avessi dovuto fare una scelta lucida, mi sarei dimesso dopo il secondo posto. Quel risultato è stato sopravvalutato, frutto di una nostra ottima stagione e un campionato al di sotto delle aspettate delle big. Un altro momento in cui avrei potuto dimettermi era dopo il mercato. Alla Lazio stavo bene, mi sembrava di tradire i tifoso andando via in quel momento li. Lasciato un anno di contratto? Giusto così. Se prendo una decisone del genere è chiaro che anche io ne debba fare le spese”.

-Sulla situazione del gruppo: “Non c’erano dietro situazioni particolari. Facevo fatica a risollevarvi da situazioni negative che si creavano in campo. Riguardava i giocatori che erano li da più tempo ma non ho nessun dubbio sulla buona fede dei giocatori. Ci sono momenti in cui la squadra si appiattisce mentalmente ed ha bisogno di una scossa. Kamada? Normale facesse fatica nei primi mesi. In allenamento si vedeva che era un giocatore di buon livello ma non avevo dubbi venisse fuori. A cosa mi è servito questo periodo? Ci sono dei momenti in cui è facile dare la colpa a tutti e non pensare a se stessi. Con lo staff stiamo cercando di vedere dove abbiamo sbagliato. Molto probabilmente sono uscito deluso dal mercato estivo e questa mia delusione l’ho trasmessa inconsciamente alla squadra”.

-Sul futuro: “Prossimo progetto? Deve essere arrapante, bisogna mettersi a sedere con qualcuno che ti propone qualcosa di stimolante e che ti piacerebbe fare. Mi piacerebbe fare un percorso con una squadra abbastanza giovane per un periodo medio-lungo per vedere dove si può arrivare. Un giocatore giovane e forte è più stimolante per un allenatore. Mi piacerebbe una società che non ha fretta ma può crescere. Fiorentina? Io non mi propongo a nessuno. Abitando in questa zona ogni persona mi chiede di venire ad allenare qui ma non c’è stato nessun contatto e nessuna trattativa”.

-Su Thiago Motta e sul possibile allenatore dell’anno:Thiago Motta? bellissima stagione per la qualità di calcio espresso. Marco Baroni però ha fatto un campionato straordinario in una situazione difficile, ma a livello mediatico ci sono allenatori che vengono considerati meno. Non so se Thiago andrà alla Juventus, io credo che allenerà squadre di grandissimo livello ma rimanendo se stesso, senza piegarsi al nome della società nella quale andrà”.

-Su Allegri: “Se avessi fatto io quello che ha fatto Allegri contro l’Atalanta? A me non è mai stato perdonato nulla. Faccio parte di quei pochi che vengono dal basso e che, quando stanno in alto, si cerca di ricordagli che vengono dal basso. Non posso giudicare perché certe situazioni bisogna viverle. Se avessi fatto quello che ha fatto lui non mi avrebbero tratto benissimo ma è inutile fare perbenismo, uno deve essere consapevole della sua situazione mediatica ed agire di conseguenza. Sono orgoglioso delle mie origini. Scudetto con la Juventus nel 2020? Io non ho mai detto ai tempi che la Juve era “inallenabile”. Il club veniva da 8 campionati, la vittoria la si dava per scontata. La società però faceva passare che l’obbligo fosse vincere la Champions League, nonostante fossimo il dodicesimo fatturato. Giuntoli e Thiago Motta potranno fare bene, Thiago fa crescere i giocatori e Cristiano è un top player nel suo lavoro”.

-Sul Napoli e sull’Inter: “Riparte da una squadra forte, dopo l’Inter sulla carta era la più completa. Purtroppo ci sono stagioni di questo tipo. Se vinci il campionato li il down può essere ampliato. Non si può pensare però che questa squadra sia scarsa. Ci sono le basi per ripartire più forti. Allenatore? Dipende dalla società, spesso nella scelta del tecnico ha fatto bene. Ho seguito poco le dinamiche societarie dell’Inter. Spesso ho detto che preferisco le società in cui c’è una faccia al comando, non un fondo. Penso che però bisognerà farci l’abitudine, il calcio moderno sta diventando questo. Inzaghi? Hanno fatto una stagione di grande livello. La squadra è forte devono forse ringiovanire ma sono sulla buona strada. Se rimangono così anche prossimo campionato ripartono un passo avanti a tutti”.

-Sugli allenatori italiani: “I nostri sono i più forti di tutti ma ciò non significa che dall’estero non possa arrivare un grandissimo tecnico. A livello medio forse gli italiano sono leggermente superiori ma questo è un discorso generico. Io per mentalità da presidente oltre all’allenatore italiano cercherei di avere nel gruppo squadra più giocatori italiani possibile, perché l’identità si crea così”.

-Sugli Europei: “Abbiamo una squadra di grandissimo livello ma da qui a vincere ci sono molti fattori. È una cazzata cercare le nuove tendenze calcistiche in squadre che giocano insieme 20 giorni. Pericoli maggiori nella fatica mentale, dopo 10 mesi non è facile arrivarci con la testa giusta. Ci sono tanti componenti. Spalletti mi sembra stia cercando di portare entusiasmo e freschezza. Penso stia facendo bene. Scamacca? Negli ultimi mesi ha dato una sensazioni di crescita non indifferente, speriamo sia la sorpresa in positivo”.

-Sulla tattica moderna: “Si fa passare per moderno un calcio uomo contro uomo che si giocata negli anni 70. Se guardi le semi-finali delle partire europee non c’è una squadra che gioca così. L’uomo contro uomo di Gasperini è molto raffinato con delle scalature in avanti molto precise, nei seguaci vedi uomo contro uomo a tutto campo per nulla raffinato. La sua è una maniera diversa di giocare rispetto alla mia ma è fantastica. Nei seguaci invece mi piace poco”.

-Sulla Premier League: “A De Zerbi consiglio di rimane al Brighton. Ho fatto l’errore di lasciare l’Inghilterra per tornare in Italia, se potessi tornare indietro non lo farei. Il mio periodo al Chelsea non era facile, Abramovic non poteva entrare nel paese, questo lo limitò molto a livello di mercato. Nottingham? Avevo bisogno di pensare e stare calmo per qualche mese. Avevo una situazione familiare difficile, non sarei andato da nessuna parte”.

-Sui tifosi della Lazio: “Sono stati una sorpresa. Un popolo bello di cui abbiamo un idea sbagliata. Ormai sono etichettati ma sono un popolo bellissimo. È stato sorprendente.

-Sulla festa dei 50 anni dallo scudetto del ’74: “Mi ha fatto dolore non esserci. La storia di Maestrelli mi ha sempre affascinato. Fin da bambino avevo in mente questa squadra particolare con questo allenatore condottiero. La festa l’avrei fatta molto volentieri”.

-Sul Futuro: “Ho avuto contatti diretti solo con società straniere. Sto prendendo tempo ma è abbastanza normale, devo vedere bene un ipotetica squadra in un determinato contesto. Sono delle valutazioni che richiedo a me stesso e al mio staff. L’Italia è sempre l’Italia”.

-Su Lotito: “Con Claudio sono stato bene. È un personaggio diverso da quello che appare pubblicamente. Per quanto riguarda gli investimenti avrei fatto diversamente ma la società è la sua, giusto che faccia lui le scelte. Io quest’anno avrei fatto altre scelte ma con lui non sono stato male”.