Le pagelle di Guido De Angelis – Harakiri a Monza, un epilogo coerente con una stagione disastrosa. Fioccano votacci, salvo portiere, Kamada e Vecino…

Al termine di Monza-Lazio arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore Guido De Angelis. Eccole di seguito.

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MANDAS 6,5 – Tudor alla vigilia è stato categorico: Provedel ha appena due allenamenti sulle gambe e non si riprenderà il posto tra i pali fino a quando non sarà pienamente ristabilito. Tocca ancora al portierino greco difendere la nostra porta. Conferma punti di forza e debolezza: ha personalità e non ha paura con la sfera tra i piedi, è più incerto in uscita. È autore di due buone parate, sui gol è assolutamente incolpevole. Per la prima volta oggi ha trovato una squadra che ha calciato molto e ha risposto presente. Salva su Pessina, Colpani e Marì, e in almeno due circostanze viene graziato dai brianzoli.

PATRIC 5,5 – Non è certamente un marcatore e giocare a uomo significa chiedergli umo sforzo particolare. Tuttavia, rispetto agli altri difendenti ha l’esplicito compito di avviare la manovra, fungendo da regista difensivo delle nostre azioni. Oggi il possesso è tutto del Monza e quando deve soltanto difendere escono fuori anche i suoi limiti. Prende il giallo, come tutta la retroguardia, ed è meno sicuro del solito. In avvio gli scappa Djuric, poi lascia Bondo troppo libero di colpire a reti. Perlomeno non commette errori che costano carissimi. Ma oggi non arriva alla sufficienza.

ROMAGNOLI 5 – Nella prima parte di stagione non aveva mai convinto in toto, risultando la copia sbiadita del centrale che avevamo ammirato lo scorso anno. Con Tudor la sua zona di comfort è stata abolita, e tutto è rimesso in discussione. Nelle ultime gare ha palesato grande applicazione, ma anche qualche errore dettato dalla necessità di adattarsi al nuovo stile di gioco. Torna in campo da pilastro della difesa dopo l’ultima sciagurata giocata col Verona, quando aveva lasciato il pallone sulla linea di fondo e concesso agli scaligeri l’occasione di pareggiare con Henry al 94′. Nel primo tempo marca bene Djuric, poi dal giallo in poi comincia a ballare clamorosamente e perde la bussola. Confusionario, disattento, ha colpe sui gol e non solo. Già nella prima frazione Carboni era stato lasciato libero di colpire a rete. Passi indietro su passi indietro…

HYSAJ 5 – Il cattivo rendimento di Casale, in evidente difficoltà anche con Tudor, proietta l’albanese dal primo minuto in una sfida delicatissima. Nel primo tempo (nell’inedito ruolo di centrale) è un disastro e dalle sue parti Colpani fa quello che vuole, mettendo al centro un cross dopo l’altro (chiuderemo il match con 17 cross contro 3). Male sul gol di Djuric, assieme a Cataldi regala a centrocampo il pallone da cui nasce il meritato pareggio dei lombardi. In affanno per tutta la gara, l’assenza di Gila si è sentita parecchio. Anche quando è passato sulla fascia dopo il cambio di Zaccagni, si è visto davvero poco.

MARUSIC 5,5 – Come sapete l’atteggiamento mostrato nei primi due terzi di stagione non è stato accettabile: ha collezionato orrori, condizionato in negativo le nostre partite e combinato più danni della grandine. Inter, Atletico, Fiorentina, Atalanta, sono davvero numerose le partite che abbiamo perso ad essere state marchiate dal suo nome. È altrettanto vero che con la nuova gestione ha cambiato testa e – al netto degli affaticamenti – sta mettendo in mostra una condizione atletica e psicofisica invidiabile. Il primo gol della Lazio nasce da una sua discesa ma oggi combina veramente troppo poco in avanti. In compenso è forse il difendente a soffrire di meno, perché né Kyriakopoulos né Zerbin gli creano troppi pericoli. Comunque insufficiente, ha pagato anche il fatto di giocare sempre.

GUENDOUZI 5 – Dopo qualche problema al polpaccio e qualche piccolo residuo del passato da risolvere con il nuovo allenatore, anche il francese sta trovando continuità e alzando il rendimento. È evidente che con Sarri avesse guadagnato automatismi perfetti e si trovasse a meraviglia, ora con Tudor sta facendo di necessità virtù. Venti minuti fatti bene, poi smette di giocare e si vede soltanto nel finale provando a impensierire Di Gregorio. Assente ingiustificato per 70′ di puro dominio da parte del centrocampo del Monza. Tra le sue prestazioni più incolori.

KAMADA 6,5 – Aveva saltato la gara di ritorno di coppa Italia con la Juventus per un problemino al polpaccio per poi recuperare magnificamente e disputare la sua miglior performance nell’ultima di campionato con l’Hellas. In settimana il tecnico ne ha gestito le forze, in modo da non doverci rinunciare in Brianza. Anche oggi è l’unico a provarci. Gioca 60 minuti a mille all’ora, rendendosi protagonista di svariati recuperi ben fatti e soprattutto calciando una sassata che Di Gregorio respinge sui piedi di Immobile per il nostro vantaggio. Corre tanto, si sacrifica in entrambe le fasi, evidentemente ha un’intera stagione da farsi perdonare. Ma ormai è davvero troppo tardi per la Lazio. Esce al 65′ per Vecino.

VECINO 6,5 – Il più anziano, il veterano, il più cattivo. Entra con mezz’ora scarsa a disposizione ed è il più lesto ad approfittare dell’orrore difensivo del Monza e tramutarlo in 2-1, come a Udine. Purtroppo i compagni non hanno alcuna voglia di difendere il risultato e al 92′ arriva la frittata. Un ottimo ingresso, come sempre.

ZACCAGNI 4,5 – L’allenatore intende schierare i migliori tutti insieme, anche a costo di richiedere un maggiore sacrificio all’ex Verona, che deve adattarsi a tutta fascia in un ruolo non propriamente suo. Inconcepibile schierare uno dei pochi che può risultare pericoloso in avanti in una posizione così arretrata. Soffre il dover difendere, non è sereno ed è irruento e fuori tempo in tre circostanze. In una si becca il giallo, nelle altre due viene graziato. Atteggiamento incomprensibile, quasi inspiegabile se ricordo il suo ingresso col Verona della settimana scorsa. Tudor teme il rosso e lo toglie già alla mezz’ora di gioco per Casale.

CASALE 4 – Pietà! Entra l’ex Verona e cambia la partita. Fuori Zaccagni, dentro il centrale più in difficoltà della stagione. Un fattore sulle palle alte su Djuric? Macchè, sul primo gol lo tiene in gioco, sul secondo se lo perde. Deve sostituire un calciatore ammonito e prende il giallo a 40 secondi dal suo ingresso in campo. Goffo, brutto da vedere, in apnea perenne. Una sciagura.

LUIS ALBERTO 5 – Le ultime uscite confortanti lo hanno reso il perno del centrocampo della gestione Tudor, dopo la mal digerita esclusione nel derby di Roma. La partita di oggi si riassume nel buon velo sull’occasione che porta al primo gol e in tanto nervosismo per la gestione arbitrale di Pairetto. Tante verticalizzazioni sbagliate, troppi errori di misura e poca lucidità. Nella stagione che ha dimostrato come i due moschettieri fossero Immobile e Milinkovic, altro che lo spagnolo…

CATALDI 5 – Entra al 65′ con la squadra in totale confusione a causa di una gestione dalla panchina ampiamente rivedibile. Oggi non riesce a dare il solito contributo e anzi ha colpe importanti sul gol che certifica la superiorità del Monza: fino a quel momento stavamo ballando ma non eravamo ancora stati trafitti. Insufficiente.

FELIPE ANDERSON 5 – Anche con Igor Tudor continua ad essere il migliore dei nostri, pur accendendosi a intermittenza in fase avanzata. Prosegue in un lavoro difensivo apprezzabile, con una generosità abbinata alla consueta qualità delle giocate. Nel complesso, però, oggi mi delude tanto anche lui. Partecipa alla manovra nella prima brillante mezz’ora, poi esce dalla partita e va a fiammate. Conduce qualche ripartenza ma senza creare grossi grattacapi alla difesa dei padroni di casa. Esce all’80’ per un piccolo problema fisico, ma avrebbe meritato comunque il cambio.

PEDRO 5 – Ha a disposizione 8′ più recupero e viene ancora una volta preferito a Isaksen. Non sarebbe giudicabile, se non fosse che anche oggi subentra ed è un fantasma con un atteggiamento da ragazzino capriccioso. E quando al 92′ Pessina va al cross indisturbato perché lui sta camminando, c’è da mettersi le mani nei capelli. Un pessimo epilogo, quello con uno dei calciatori più vincenti della storia.

IMMOBILE 6 – Ad oggi, dal cambio di guida tecnica, una vera e propria staffetta tra il capitano e Castellanos non è mai esistita: gli infortuni del bomber di Torre Annunziata e le prestazioni incoraggianti dell’ex Girona hanno sempre fatto optare il nuovo mister per il “Taty”. Ritrova il gol sulla respinta di Di Gregorio, un tap-in che gli darà fiducia ma che purtroppo vale pochissimo dato il risultato finale. Al di là della rete non ha disputato una buona gara, anzi nel primo tempo ha faticato oltremodo a liberarsi ed è stato contenuto con facilità dalla difesa di casa. Richiamato in panchina dopo un’ora abbondante.

CASTELLANOS 5,5 – Ha mezz’ora scarsa a disposizione ma non sarebbe giudicabile, perché la squadra ha smesso di giocare e lui la vede veramente poco. Aiuta meno del solito a legare il gioco, soprattutto perché la sfera ce l’ha sempre la compagine di Palladino. Izzo lo contiene senza troppi patemi, ma quando entra in campo siamo talmente disordinati nel provare a ripartire che è difficile imputagli più di tanto.

IGOR TUDOR 4 – La perde lui, con scelte inspiegabili. Come con la Juventus, con la squadra in vantaggio, toglie un calciatore offensivo: in coppa Vecino per Anderson, qui addirittura Casale per Zaccagni. Va bene temere il rosso all’ex Verona, ma al 30′ ha cambiato la gara e ha dato coraggio al Verona. Sul più bello, non contento, toglie al 65′ Luis Alberto e Kamada. Avrei gradito delle spiegazioni, ma in conferenza dichiara che a caldo non sa valutare il match dell’U-Power. Un pomeriggio davvero brutto, sembravamo la peggior versione dell’ultima Lazio di Sarri.