Le pagelle di Guido De Angelis – Kamada e Castellanos sempre più centrali, Zaccagni subentra e abbatte il Verona da ex

Al termine di Lazio-Verona 1-0 arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore, Guido De Angelis, che ha dato voti e giudizi ai protagonisti biancocelesti del match dello stadio Olimpico.

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MANDAS 6,5 – Primo tempo da spettatore, macchiato da una frittata clamorosa al 35’, quando anticipa l’uscita su Noslin e per poco non regala il gol del vantaggio all’Hellas Verona. Benino con i piedi, Tudor gli fa alternare l’uscita dal basso con la lunga gittata e il compromesso si rivela positivo. Nel finale, al minuto 81’, si guadagna la sufficienza con un intervento d’istinto su Coppola, che salva il risultato ed è determinante. Gli avrei dato anche 7, ma lo svarione della prima frazione abbassa inevitabilmente il voto.

PATRIC 6,5 – Con l’assenza di Mario Gila, è il difensore che mi trasmette più sicurezza. Nelle uscite sbaglia poco o nulla, è il primo costruttore di gioco e si sgancia anche in avanti per aiutare a creare occasioni da gol. Non viene mai superato, e quando deve andare a contrasto si aiuta con il suo ottimo senso della posizione, dimostrandosi un calciatore intelligente. In avvio di azione, scarica a destra e si sovrappone, come una scheggia impazzita. A fine gara, come spesso gli è successo in stagione, rilascia parole da leader. Chepeau.

CASALE 5 – Dei tre centrali è ancora una volta il meno sicuro. E’ molto applicato, non gli si può dire nulla sotto il profilo della concentrazione, ma troppo spesso arriva in ritardo sul diretto avversario ed è sempre a rischio ammonizione. Con tutto il rispetto del Verona, non parliamo di avversari insormontabili, eppure lascia sempre la sensazione di poter combinare un pasticcio da un momento all’altro. In uscita è disastroso, nel primo tempo un suo passaggio troppo corto per Marusic poteva trasformarsi in un’occasione per gli scaligeri. Si prende il giallo e Tudor al 60’ giustamente lo toglie dal campo per evitare ogni rischio e aumentare la pericolosità della squadra. Al suo posto entra Pedro. 

PEDRO 6 – Finalmente entra in campo con la voglia di incidere e spaccare il mondo, il piglio è diverso dal solito. Si divora un gol quasi fatto al minuto 66, poi calcia una punizione magistrale che purtroppo si spegne sul legno. L’errore sotto porta è grave, con il piattone che dà all’Olimpico l’illusione ottica della rete. Da fermo ha sfiorato un eurogol e comunque ci ha dato un insperato cambio di marcia alla squadra. Normalmente si riaccende dei finali di stagione, speriamo che quest’anno possa chiudere la sua parentesi laziali meglio di come abbia disputato questa sfortunata annata.

ROMAGNOLI 6 – Viene da un errore determinante in coppa Italia con la Juventus, oggi soffre il duello con il polacco Swiderski, ma tiene botta e difende in avanti, risultando un fattore negli anticipi. Nel finale rischia prima su Noslin e poi su Henry, in assoluto mi sembra l’elemento del reparto difensivo con maggiori margini di miglioramento nello stile di gioco di Tudor. Pulito in uscita, uno come lui deve evitare certi cartellini gialli che rischiano di costarci carissimi.

ISAKSEN 5,5 – Seconda da titolare con Tudor, in un ruolo a cui non è abituato e che non ha mai ricoperto in carriera: nel derby aveva giocato da trequartista di destra, oggi gioca addirittura da quinto ed è comprensibile che abbia delle difficoltà. I ruoli in cui lo sta alternando l’allenatore mi fanno capire che difficilmente potrà essere protagonista nella sua Lazio del prossimo futuro, ma spero di sbagliarmi. Di certo non offre una grande performance. Al 18’, su corner di Luis Alberto, si fa murare una conclusione che con un pizzico di cattiveria in più avrebbe potuto tramutarsi nel gol dell’1-0. Sbaglia diverse scelte e fa il solletico a Cabal quando c’è da offendere. Nel derby era durato 45’, oggi viene richiamato in panchina all’ora di gioco, entra Zaccagni.

ZACCAGNI 7 – La sua è una stagione tormentata. Nella prima parte non è stato il calciatore che avevamo conosciuto lo scorso anno, probabilmente anche condizionato dal mancato rinnovo di contratto. Nella seconda parte non si è praticamente mai visto, passando più tempo tra infermeria e palestra che sul rettangolo verde. Quest’oggi viene schierato da quinto a sinistra, ruolo che non convince né me né (per sua stessa ammissione) il calciatore, che a mio avviso dovrebbe stare più vicino alla porta e cominciare a cercarla di più di quanto non faccia normalmente. Il suo ingresso nell’ultima mezz’ora di gioco è decisivo, perché dà la sfera a Luis Alberto e si ripropone in avanti, scagliando in porta la conclusione del gol dell’ex che vale i tre punti. E’ stato ad ogni modo l’emblema di come si dovrebbe entrare in campo a gara in corso. Si prende un giallo inutile nel finale, speriamo che possa ingranare da qui alla fine del campionato.

GUENDOUZI 6,5 – Nuovamente titolare in mezzo al campo, conferma i miglioramenti che avevamo visto in settimana con la Juventus. Tanta corsa e grande quantità, si dà da fare e si viene a prendere il pallone dalle parti di Mandas. Sempre più al centro del gioco, si abbassa con continuità ed è sempre lucido. Chiede un calcio di rigore nel primo tempo, il solito handicap è la qualità con la sfera tra i piedi: non sempre è elegante nell’ultimo passaggio e spesso rischia di dilapidare quanto costruitosi. Comunque propositivo e volenteroso, uno come lui in una squadra aggressiva e dinamica serve come il pane.

KAMADA 7 – Seconda prestazione importante, secondo voto alto dopo Genova. Purtroppo è stato costretto a saltare la Juventus in settimana (neppure convocato), ma da quando è arrivato ha cambiato marcia e ha dimostrato di volersi quantomeno mettere in gioco e passare da oggetto misterioso a elemento utile alla causa biancoceleste. Molto mobile, vince tanti contrasti e da vero Samurai si cala in partita con la mentalità giusta, rincorrendo ogni avversario e spendendo tante energie. Non finirà sul tabellino degli assistmen a causa di un errore grave di Pedro sottoporta, ma di fatto gli aveva fornito un cioccolatino soltanto da scartare per il potenziale vantaggio. Mi piacciono i suoi strappi, come la sua personalità nel portare la sfera dalla nostra trequarti a quella veronese. Essenziale la sua riconquista nell’azione del vantaggio. Segnali incoraggianti.

MARUSIC 6,5 – Tra i calciatori rivitalizzati da Tudor, ha aumentato i giri del motore in questo finale di stagione dopo essere stato protagonista in negativo dell’annata 2023/24. Anche oggi non entusiasma, ma disputa una delle partite più ordinate della stagione, senza far registrare errori banali in appoggio. Sovrappone spesso, pur mancando completamente nella fase offensiva. Giocatore che quando fa grandi cose prende 6,5 e quando commette errori grossolani è da insufficienza grave, ma questa sera ha retto bene ed è stato sempre sicuro sia nei contrasti che negli smarcamenti. Sta crescendo.

LUIS ALBERTO 6,5 – Che gli vada di giocare è lampante, probabilmente deve dimostrare a se stesso e alla gente di essere un professionista dopo quelle dichiarazioni assurde e senza alcun senso. Con la Juventus aveva fatto una partita completa, e anche oggi si sacrifica anche in fase di ripiegamento. L’assist a Zaccagni per il gol dell’1-0 che decide la sfida incide in maniera forte sul suo voto finale, che altrimenti non avrebbe raggiunto la sufficienza: in almeno due casi si lascia ingolosire e spreca l’appuntamento con la rete, dimostrandosi ancora carente in zona gol. Per fortuna questa sera le occasioni sbagliate pesano meno del passaggio vincente. Esce stremato a 13’ dal termine, per Hysaj.

HYSAJ SV – Ultimi 13’ più recupero in cui deve soltanto limitarsi a difendere a aiutare i compagni ad amministrare l’1-0. Non giudicabile.

FELIPE ANDERSON 6 – Condizionato fortemente dal problema all’alluce che lo aveva costretto al cambio all’ora di gioco della semifinale di Coppa Italia, va comunque apprezzato il fatto che abbia stretto i denti ancora una volta per la squadra. Primo tempo applicato ma senza grandi sussulti, si accende soltanto a spazzi ma quando lo fa mette i brividi ai gialloblù e coglie la traversa. Con l’uscita di Casale, il tecnico mette Pedro più avanzato e lo riporta nella posizione di quinto. Quando andiamo in vantaggio, l’ingresso di Hysaj lo riporta nella zona che predilige, dietro la punta. Prestazione di grande sacrificio, come sempre, ma poco incisiva sotto porta. Esce a tre minuti dalla fine per Vecino.

VECINO SV – Non giudicabile, gioca appena tre minuti più extra-time.

TATY CASTELLANOS 6,5 – Sta diventando quasi un intoccabile, del resto Ciro continua ad accusare fastidi al ginocchio e dopo la prestazione di martedì sera è giusto che a guidare il nostro attacco sia l’ex Girona. Impegna Montipò col sinistro, ha soltanto un’altra occasione ma è in offside. Conclude poco o nulla, ma è assolutamente al centro del gioco, fa un gran lavoro di sponda e premia gli inserimenti dei compagni, mettendo in porta Luis Alberto. E’ il classico attaccante che lavora molto per la squadra, a cui non si possono chiedere forse tanti gol, ma enorme sacrificio. In occasioni come queste, con la squadra che vince, va anche bene. E’ chiaro che in estate bisognerà fare più di un ragionamento sul nostro reparto avanzato. Questa è stata comunque la sua settimana e va premiato con una sufficienza senza se e senza ma.

IMMOBILE SV – Entra al posto di Castellanos per gli ultimi quattro minuti più recupero e non è valutabile. Tuttavia, mette giù due degli ultimi tre rinvii di Mandas e ci aiuta a respirare negli ultimi minuti di gioco.

IGOR TUDOR 7 – Senza Gila, infortunato a lungo, si inventa Isaksen a tutta fascia e conferma Anderson sulla trequarti e Castellanos in avanti. Dopo un primo tempo senza grandi sussulti, mette in campo una Lazio più offensiva nella ripresa e troviamo il vantaggio con il rientrante Zaccagni. Ha rischiato il tutto per tutto, mettendo in campo nello stesso momento Zaccagni, Pedro, Felipe, Luis Alberto e Castellanos. Un rischio che viene premiato. Sono tre punti pesanti per la corsa all’Europa League della nostra Lazio. E lui fa 100 punti da allenatore in Serie A. L’ha decisa con i cambi, rimediando agli errori che aveva fatto in coppa Italia con la Juventus.