Lazio, Tudor: “Divertimento? A me piace vincere senza annoiarmi. Adoravo Boksic. Vivo di presente, se faccio male vado a casa”

È iniziata ufficialmente l’era di Tudor alla Lazio, il nuovo tecnico biancoceleste è stato presentato oggi presso la sala stampa del centro sportivo di Formello dove ha risposto alle domande dei giornalisti presenti. Ad aprire le danze è stato però il presidente Claudio Lotito che con una breve introduzione ha presentato il neo allenatore della Lazio.
Di seguito le sue parole:

“È da un po’ che non mi vedete, io parlo in modo chiaro e la verità spesso fa male. Oggi sono qui perchè ritenevo fosse indispensabile far vedere la mia presenza, la scelta di Tudor è stata ponderata davanti a un evento inaspettato. È in grado secondo noi di far esaltare al massimo il nostro gruppo sia a livello tattico che mentale, in un periodo in cui la squadra ha avuto poca certezza nei propri mezzi e nella concentrazione. Questa scelta non é stata fatta con emergenza, bensì per far partire un nuovo progetto tecnico. L’ho chiamato dopo le dimissioni di Sarri, mai prima, ho preso una decisione convinta e sono fiero di ciò, mi ha convinto molto col suo atteggiamento”.

Che squadra ha trovato dal punto di vista mentale?

“Ho lavorato con mezza squadra, però ho trovato un gruppo eccezionale fatto di bravi ragazzi. Anche perchè ho trovato una base di lavoro grazie al mister precedente, i ragazzi sanno che si deve fare meglio ma partire con questa disponibilità è già un inizio. Porterò le mie cose ma le inserirò passo dopo passo”.

Cosa le ha fatto accettare la Lazio?

“La Lazio è una squadra importante. Pochi allenatori al mondo rifiuterbbero questa società, qui l’allenatore importante e ho capito che qui si può fare un progetto importante con l’appoggio della societa”.

Partirà con la difesa a 3?

“Vedremo col tempo, ci sono giocatori che possono fare sia la difesa a 3 che quella a 4, valuteremo bene con la società nel corso di questi mesi con l’obiettivo della Coppa Italia ben in mente”.

Con il nuovo modulo Kamada può fare meglio?

“Non è questione di modulo ma di stile di gioco. Un nuovo allenatore porta stile e idee nuove ma non mi sento ancora di parlare di singoli bensì del gruppo”.

Lei si comodera un sergente di ferro?

“No, anzi è una brutta definizione. Un allenatore deve essere un pp’ tutto, bastone e carota. Posso dire che in questi allenamenti che abbiamo fatto non ho dovuto alzare la voce una volta, qui c’è una grande cultura del lavoro. Sono esigente negli allenamenti ma ci si ferma lì”.

Che importanza ha questa parte finale della stagione in vista del futuro?

“Ha tutto importanza, anche l’allenamento di oggi. Io credo nel presente e nel lavoro, vogliamo partire subito forte ma non sarà facile trasmettere in poco tempo tante cose, all’inizio avremo un calendario con sfide importanti come piace a me, mi stimola”.

In che modo si può avviare una programmazione per la prossima stagione?

“Ho un contratto fino al 2025 ma non mi interessa, se faccio bene rimango se vado male posso andare a casa, io vivo di presente e di lavoro”.

Può chiarire cosa è successo a Marsiglia con Guendouzi?

“Matteo è un giocatore sanguinoso, vincente, se ci sono 100 gare lui vuole giocare tutte. Sono successe cose di spogliatoio che rimangono lì, sono felice di ritrovarlo e faremo le cose insieme molto bene”.

Il quinto posto è raggiungibile?

“Non posso esprimermi, sono cose virtuali”

Cosa ne pensa di dover iniziare contro la Juventus dove lei è stato tanto tempo?

“Si c’è questa cosa ma per me tutte le gare sono importanti. Ovvio i giocatori sono più motivati contro squadre importanti ma io martello di più quando si gioca contro le piccole”.

Quanto è importante recuperare Ciro Immobile?

“Ciro ha fatto la storia qui, poi quando succede qualcosa sembra chissà che cosa. A Roma lo amano tutti, è un ragazzo buono di cuore, ci ho già parlato un paio di volte. Anche a Frosinone quando ha segnato Taty lui esaltava come se avesse fatto gol lui, mi piace”.

Che partecipazione chiederà ai centrocampisti?

“Sono cose tattiche per cui non vorrei esprimermi, mi piace il calcio offensivo ma ci sono gli equilibri. Vedremo se potremo reggere le distanze e ritmi, c’è lavoro da fare”.

Che caratteristiche devono avere i suoi due centrocampisti?

“Se giocassimo 3-4-2-1 devono fare tutto, fare le due fasi, rientrare e attaccare”

Le sue squadre di solito hanno sempre rimontato i risultati, la Lazio no, dipende dell’allenatore o dai giocatori?

“È una domanda difficile a cui non so rispondere, ci sono tanti fattori in mezzo.
Del passato non mi sento di parlare, anzi Maurizio è in grande e lo saluto”
.

Si può giocare anche con Immobile e Taty insieme?

“Assolutamente sì”.

Avete parlato con il presidente di obiettivi?

“L’obiettivo è fare bene, con la società abbiamo un buon rapporto e faremo le cose insieme”.

Quale aspetto della Ĺazio di Sarri manterrà e quale vuole migliorare?

“Come ho detto già prima la cultura del lavoro, anche la linea difensiva è lavorata bene. Qualcosa vorrò migliorare sicuramente ma non la dirò qui, rimane nello spogliatoio”.

Lei si adatta in base al materiale che ha a disposizione?

“Sì, ogni allenatore fa così. Tu proponi le stesse cose ma devi sapere che giocatori hai e dove lavori, senza ovviamente rinunciare alle proprie idee”.

Può fare un punto sulla difesa?

“Sono tutti forti ed è la cosa più importante. Non conta il modulo, conta che siano forti”.

Come ha visto la Lazio da fuori?

“Dell’allenatore prima non mi permetto di commentare, in generale il campionato italiano è più tattico e all’estero è più di ritmo. Secondo me il calcio sta andando verso la direzione che c’è all’estero senza dimenticare però i fraseggi”.

Che impatto ha avuto con l’ambiente in vista anche del derby?

“Molto bello, abbiamo lavorato tanto e la società mi ha dato tanta disponibilità”.

Ha mai pensato che la Lazio potesse essere nel suo destino?

“Quando ero giocatore c’è stata possibilità di venire in prestito alla Lazio, è sempre stata Una squadra tosta da affrontare però non mi aspettavo di venire qui”.

Un giocatore della storia della Lazio che la colpisce?

“Il mio amico Boksic, ci ho parlato un po’ prima di venire qui”.

Che caratteristiche vuole vedere dalla sua squadra?

“Basta che non si rinunci a niente, bisogna dare tutto alla squadra, a me piace vincere non far divertire la squadra. Però quando guardo una partita alla televisione se non mi diverto cambio canale, la società vuole vincere ovviamente ma per me non bisogna vincere per caso”.

Cosa ha acquisito dalle sue esperienze all’estero?

“Tanto, io ho smesso di giocare presto e a 45 anni ho già molte esperienze. Però come ho detto prima qui in Italia la cultura del lavoro è il top”.

Qualche giocatore le ha parlato già del derby?

“Ancora no, per me comunque tutte le partite sono importanti, sono però felice di far parte di questa atmosfera da Derby”

Luis Alberto può essere il suo trequartista?

“Vale come per i difensori, basta essere forti E lui lo è, può giocare ovunque anche davanti alla difesa. Lo vedo motivato, oggi ha fatto un grande allenamento”.

Ha visto una fine del ciclo per certi senatori?

“Non esiste questa cosa, esistono solo giocatori forti e giocatori meno forti, giocatori che ce la fanno e quelli che non ce la fanno”.

La Lazio è la squadra più vecchia che ha allenato, può influire in qualche modo?

“Non è l’età che conta ma le caratteristiche e le gambe. Poi certo con i giovani forse è più facile, però bisogna vedere qui come si potrà lavorare”.