Lazio, gli errori marchiani che ti condannano sono quelli dei singoli. E lo score dei cambi mette spavento…

di Niccolò Faccini

La classifica di Serie A alla vigilia del recupero della ventunesima giornata tra Torino e Lazio – che andrà in scena in Piemonte giovedì sera alle ore 20.45 – vede la Lazio lontana dal quarto e dal quinto posto. Bologna e Atalanta procedono ad ali spiegate, e hanno ottenuto nelle ultime sfide contro i capitolini anche il definitivo vantaggio nello scontro diretto, che in caso di parità di punti a fine campionato premierebbe felsinei e orobici sui biancocelesti. Tuttavia, le sfide con Torino, Fiorentina e Milan saranno indicative del destino del futuro prossimo di Immobile e compagni. Che dovranno limitare gli errori individuali. Tantissimi dei gol subiti in questa stagione, infatti, si legano a degli errori marchiani dei singoli calciatori. Se Romagnoli ha sulle spalle il raddoppio del Lecce ad agosto, Provedel ha sulla coscienza il gol di Retegui in Lazio-Genoa 0-1 (respinta corta e centrale sul tiro da fuori dei liguri), ma anche buona parte del pareggio del Verona al Bentegodi e un 90% della rete di El Azzouzi in Lazio-Bologna. Protagonista in negativo è Nicolò Casale. L’ex Hellas ha evidenti responsabilità sul terzo gol della Juventus a Torino, ma anche sull’1-1 in Verona-Lazio, sul raddoppio nerazzurro in Lazio-Inter e su quello dell’Atletico nell’ultima sfida del Gruppo E di Champions tra Simeone e la Lazio. Anche a Rotterdam Casale aveva perso la testa e aveva regalato in uscita almeno una rete al Feyenoord nel 3-1 di Champions. Disastroso in più circostanze Adam Marusic: con le sue giocate sciagurate ha causato una serie di reti avversarie, a partire dal retropassaggio a Provedel in Lazio-Inter, che ha determinato il vantaggio nerazzurro. L’errore in uscita in Atletico-Lazio generò l’1-0 che cambiò la partita del Civitas Metropolitano: dopo cinque minuti l’esterno montenegrino si fece strappare ingenuamente il pallone per il vantaggio dei Colchoneros. A Bergamo la prosecuzione del delitto: prima l’ex Ostenda si è fatto saltare in testa da Scalvini sul gol di Pasalic, poi ha provocato il calcio di rigore del raddoppio di De Ketelaere con un fallo di mano sciocco.

A ciò si aggiunga che Maurizio Sarri sta contando su poche prestazioni virtuose. Ad esempio, i cambi con il Bologna non hanno dato i risultati sperati. In mancanza di Zaccagni, il primo cambio sulla sinistra è Pedro. L’ex Barcellona e Chelsea, però, viene da mesi terribili. Nelle ultime 22 apparizioni è arrivato un solo gol, quello al Cagliari. Per il resto, una serie di subingressi in campo brutti, scialbi, piatti. Quando Pedro è partito dall’inizio, in Supercoppa, ha combinato una frittata da ricordare: fallo su Lautaro Martinez e rigore del 2-0 che chiudeva la partita. Il giapponese Daichi Kamada non sta facendo tanto meglio. Nelle ultime 29 partite non si è mai messo in mostra, e l’avvilente score parla di un bottino di 0 gol e 0 assist. Una sciagura, se si considera che l’ex Eintracht avrebbe la miglior media realizzativa in carriera dell’intera rosa capitolina dopo quella del capitano Ciro Immobile. Anche lo stesso Taty Castellanos sta dando poco alla manovra offensiva. Va bene il rigore conquistato per fallo di Huijsen nel derby di coppa Italia, ma il gol segnato al Frosinone e l’assist fornito a Isaksen nella stessa partita rappresentano un bottino davvero magro in 22 apparizioni da fine ottobre ad oggi. Sarri può contare, di fatto, su 15 calciatori. In campionato, infatti, Casale, Hysaj, Pedro, Pellegrini, Vecino, Kamada e Isaksen sono tutti abbondantemente sotto gli 850 minuti, nettamente staccati dai calciatori più impiegati della rosa. Gli errori su cui lavorare per lo staff tecnico biancoceleste sono quelli dei singoli calciatori, nettamente superiori a quelli di reparto almeno in relazione ai gol subiti dalla squadra.