di Niccolò Faccini
“La Lazio non ha perso per colpa dell’arbitro, ha perso per errori grossolani su cui dovrà lavorare. Ma l’arbitraggio è stato allucinante, al punto che sono sceso in campo e probabilmente mi prenderò una squalifica, non essendo in distinta”. Il ds della Lazio Angelo Fabiani ha così parlato nella giornata di ieri ai microfoni di RadioSei Lazio, nel corso della trasmissione condotta da Stefano Morelli e Guido De Angelis, “Quelli Che hanno portato il Calcio a Roma“. Le due reti regalate dalle aquile al Bologna nello scontro diretto domenicale dello stadio Olimpico sono state eclatanti, ma nel mirino del club biancoceleste è finita la direzione del signor Maresca, autore di scelte sbagliate specialmente nella prima frazione del match.
Andando a vagliare gli episodi finiti nella lente di ingrandimento dalle parti di Formello, si parte dal durissimo intervento del centrocampista felsineo El Azzouzi su Patric: al terzo minuto di gioco quello che sarebbe stato l’autore del primo gol ospite interviene col piede a martello e pesta il piede di Patric, a cui si gira la caviglia. Le prossime ore diranno la gravità dell’infortunio del centrale spagnolo della Lazio, che al 12′ è stato costretto a lasciare il campo proprio per l’infortunio rimediato nella circostanza. Maresca ha lasciato correre.
Al minuto 16 un’altra imprecisione del fischietto della partita. Il diffidato Stefan Posch commette un fallo eclatante sull’ala sinistra della Lazio Felipe Anderson. Il tipico fallo subito da Mattia Zaccagni: da dietro, a fermare una possibile ripartenza, tramite una vera e propria “cintura”. L’arbitro fischia il calcio di punizione e richiama il terzino, senza provvedimento. Un errore netto, anche visto il metro di giudizio che qualche minuto dopo avrebbe portato all’ammonizione di Cataldi.
Al minuto 34 ecco un’altra svista importante. Il centrocampista rossoblu Fabbian era stato ammonito al 25′ per manata in faccia a Cataldi. Al 34′ il cd. “step on foot” su Immobile non viene considerato neppure meritevole di un calcio di punizione dal limite dell’area per i padroni di casa. Avesse fischiato fallo, l’arbitro avrebbe dovuto (per consuetudine applicativa) estrarre il secondo giallo e lasciare il Bologna in 10 uomini. Invece, Maresca non ha neppure fischiato per interrompere il gioco. Che è continuato e in pochi istanti ha portato la sfera a Ferguson. L’ex Aberdeen ha subito un presunto fallo da Danilo Cataldi: calcio di punizione e giallo per il numero 32 biancoceleste, e al diavolo l’uniformità di giudizio. Come si vede dal frame di cui sotto, non c’è nessun contatto tra i piedi del play della Lazio e il centrocampista bolognese.
In chiusura di prima frazione un episodio contestato dal pubblico dell’Olimpico. Al terzo minuto di recupero, infatti, Ferguson ha fermato in area di rigore l’ala destra della Lazio Gustav Isaksen. Onestamente, non ci sono i presupposti per l’assegnazione della massima punizione. Ma l’arbitro fischia la fine un istante dopo e non c’è nessun check. Decisione se non altro bizzarra.
Altro errore grave di Maresca è quello commesso in occasione della rete dell’1-1 del Bologna: sul tocco di Fabbian per El Azzouzi il marcatore del Bologna è chiaramente tenuto in gioco da Casale. La durata del check è spropositata, ma poi il VAR, giustamente, convalida e conferma le sensazioni della diretta.
Al minuto 63 un altro episodio della ripresa perlomeno degno di nota. Ancora Cataldi protagonista: il centrocampista si inserisce in avanti e colpisce di testa dal limite dell’area piccola. Siamo più o meno alla stessa posizione in cui Immobile aveva subito il fallo (non fischiato) da Fabbian nel primo tempo. Qui Lewis Ferguson va col gomito a colpire l’anca destra del laziale: sarebbe calcio di punizione da posizione molto interessante per la Lazio. Maresca fa segno di rialzarsi. E anche in questo caso sbaglia. Non una serie di errori marchiani e decisivi per l’andamento della partita, ma tanti piccoli errori tali da indispettirne il sereno svolgimento.
Nella consapevolezza che l’arbitro non sia stato decisivo ai fini del risultato, ma certamente dannoso per i biancocelesti, la società Lazio ha chiarito – per tramite del direttore sportivo – la decisione del silenzio stampa post-partita: “Ho preferito evitare la possibilità che i tesserati si lasciassero andare a dichiarazioni, dettate dal parlare a caldo, che avrebbero potuto aggravare la situazione“, ha spiegato Fabiani sui 98.100. In compenso, l’anticipazione: la Lazio parlerà alla vigilia di Torino-Lazio e certamente tornerà anche su quanto sperimentato nel lunch match della domenica.