Le pagelle di Guido De Angelis – Maresca, Luis Alberto e Provedel rovinano la gara: Bologna corsaro e la Lazio torna sulla terra

Al termine di Lazio-Bologna arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore, Guido De Angelis, che ha dato voti e giudizi ai protagonisti biancocelesti del match dello stadio Olimpico.

PROVEDEL 4 – Ci aveva salvato tante volte, oggi ci ha rovinato: il suo errore macroscopico rischia di costarci un’intera stagione. Con una gara in controllo nella prima mezzora e soltanto da chiudere, pensa di passare a Luis Alberto, pressato da tre avversari, e poi sul retropassaggio dello spagnolo fa una papera clamorosa. Pallone regalato ai rivali e partita che cambia radicalmente, perché l’1-1 del Bologna permette agli ospiti di non sbilanciarsi mai. Incolpevole sul raddoppio di Zirkzee.

LAZZARI 5 – Dopo due gare da subentrante torna titolare nello scacchiere di Sarri. Quest’oggi è stato letteralmente inguardabile e non all’altezza di una partita così importante. Tiene botta su Saelemaekers e duetta con Isaksen, ma con scarsa continuità. Va sul fondo e mette sistematicamente al centro un assist senza alcun senso che è facile preda di Lucumi. Cala vistosamente nella ripresa, e nelle due occasioni in cui viene liberato al cross continua a mettere uno straccio sul primo palo. Probabilmente non crescerà mai nell’ultima scelta.

PELLEGRINI SV – Veniva da un infortunio, rientra nell’elenco dei convocati in extremis. Entra per l’ultimo quarto d’ora e dimostra perché non si sia ancora preso la titolarità nonostante un Marusic terrificante. Sbaglia il primo pallone del match, il secondo lo spedisce in Curva con un cross scioccante. Non gli riesce l’unico dribbling che prova, e nel finale cestina l’ultimo pallone con un passaggio al portiere. La mia impressione è che quando subentra faccia soltanto danni: non ha la lucidità per gestire i momenti cruciali del match. E’ meglio che io non lo giudichi, perché il voto sarebbe gravemente insufficiente.

PATRIC 6 – Il suo rientro lampo è da applausi scroscianti: i crampi di Gila lo hanno costretto ad affrettare il ritorno e a disputare l’ultimo quarto d’ora contro il Bayern Monaco; oggi la squalifica di Romagnoli lo rilancia dall’inizio insieme al compagno di reparto Gila. Già dopo qualche minuto, però, si fa male e decide di stringere i denti. Altri cinque minuti e si accascia a terra. Cambio forzato, entra Casale. Speriamo davvero di non perderlo ancora, perché sarebbe gravissimo.

CASALE 4 – Non lo vedevamo in campo da una vita e il perché sarà oggi chiaro a tutti: è passato da titolare indiscusso della sua prima stagione nella Capitale a oggetto misterioso: insicuro, indeciso, involuto, il lontano parente del calciatore dello scorso anno. E’ evidente che sia fuori fase a livello di testa: ha una mimica facciale difficile da fraintendere, nei primi 20 minuti dal suo ingresso non gli passano un pallone. La punizione di Saelemaekers nasce da una sua marcatura su Zirkzee ampiamente rivedibile: lo guarda a dieci metri di distanza e costringe Cataldi a fare fallo. Tiene in gioco il marcatore bolognese sul gol del pareggio, ed è veramente un disastro nel gol del raddoppio: sembra essere lì per caso e fa una figura barbina. Se il calciatore è questo, è bene che continui a non vedere il campo.

GILA 7 – E chi lo avrebbe mai detto: gli altri ruotano – tra infortuni (Patric), squalifiche (Romagnoli) e scelte tecniche (Casale) – mentre lui è diventato inamovibile. E’ il migliore in campo per distacco e va applaudito a scena aperta. Non perde un duello aereo, limita Zirkzee con estrema facilità, sta migliorando anche in avvio di azione: non si limita mai al passaggio facile per Casale, ma va direttamente da Lazzari. Quando entra Casale, Gila difende per due: va in anticipo su Zirkzee e Ferguson, ferma anche Orsolini e non si fa mai saltare, neppure nei duelli di fine partita, quando la Lazio è tutta in avanti e i felsinei potrebbero farci male. Non si limita a difendere: è protagonista di una incursione palla al piede a tempo, arrivando a verticalizzare per la punta. Chiude la gara sfinito, dopo l’ennesima chiusura.

MARUSIC 4,5 – Dopo la prima ora a destra mercoledì in Champions League, il montenegrino torna a sinistra con l’ingrato compito di contenere le folate offensive del giocatore più in forma della Serie A, Riccardo Orsolini. Al 15’ commette un disastroso errore in uscita, per fortuna non sfruttato dal Bologna. Sempre approssimativo nei contrasti, nel primo tempo non compie errori disastrosi. Ripresa da incubo. Orsolini non è in grande giornata, ma comunque lo salta in sombrero per due volte nel giro di tre secondi. Altri errori in uscita, e quando si sposta a destra con l’ingresso di Pellegrini finisce di dedicarsi alla fase difensiva, così arriva il cross per il raddoppio di Zirkzee senza alcuna opposizione. Imbarazzante.

GUENDOUZI 6 – Con me difficilmente prenderà mai l’insufficienza, perché è tra i pochissimi a correre come un dannato e andare su tutti i palloni. Poi non è sempre bello da vedere, non è sempre lucido, tecnicamente vale un decimo di Milinkovic, ma dà sempre l’anima in campo e questo basta. Nella prima frazione sradica diversi palloni dai piedi degli avversari e ci fa ripartire. Cala brutalmente nella ripresa, non avendone più. Un vero peccato la sua chance colossale nella prima frazione: va al destro a botta sicura col portiere fuori dai pali, ma colpisce il viso di Lucumi, che salva tutto. Sufficiente.

CATALDI 6,5 – La pubalgia di Rovella, la squalifica di Vecino. Ma la prestazione di mercoledì sera lo avrebbe riproposto dal primo minuto in ogni caso per questa delicatissima sfida. Prima mezzora eccezionale: elude la marcatura stretta di Ferguson, si prende una manata in faccia da Fabbian e fa bene in interdizione, capendo in anticipo le traiettorie del pallone e incollandosi al ricevente del Bologna. Prende un giallo inesistente per presunto fallo su Ferguson a metà primo tempo, mentre al 63′ la gomitata di Ferguson al limite dell’area su Danilo viene considerata (assurdamente) regolare. Serve a Immobile l’ennesimo cioccolatino in verticale, ma Ciro non stoppa benissimo e chiama Skorupski all’intervento con i piedi. Non gioca due gare per 90’ da una vita, dunque nella ripresa non può che calare, ma non perde mai la bussola. E il mister dovrebbe affidargli tutti i piazzati, perché quelli di Luis Alberto non si possono più vedere.

LUIS ALBERTO 4 – Titolare forse più per le assenze a centrocampo che per scelta tecnica, deve dare tutto nella prima ora di gioco perché l’unico cambio che abbiamo in panchina è Kamada. E’ il solito Luis Alberto: fuori dal gioco, impreciso dal punto di vista tecnico, inguardabile nella fase difensiva. In formato “Vacanze romane”, da mesi non fa la differenza e in certi frangenti si astrae colpevolmente dal gioco. Nel primo tempo non combina nulla. A pochi minuti dal break avrebbe la chance di mettere al centro un cross senza alcuna opposizione, e lo spedisce in curva. La gestione dei piazzati è desolante: palloni sempre sul primo palo, sempre prede dei difensori del Bologna. La frittata che combina con Provedel è una topica: sbaglia a chiamare la sfera avendo tre calciatori addosso, e il suo retropassaggio è un siluro, neppure rasoterra, che induce il portiere all’errore: il nostro custode dei pali non rimedia, ma l’errore dello spagnolo è lampante. Secondo tempo piatto, senza sussulti. Questo tipo di calciatore non ci è di alcuna utilità.

KAMADA SV – Entra per Luis Alberto per gli ultimi scampoli di gara e non tocca praticamente un pallone. Mi sembra superfluo anche spendere qualche parola per definirne la totale inconsistenza.

FELIPE ANDERSON 6 – Siamo in emergenza e l’infortunio di Zaccagni lo costringe a giocare ancora una volta a sinistra. Reduce dalla miglior performance in stagione contro il Bayern Monaco, disputa un’altra gara tecnicamente valida con il solito egregio lavoro difensivo. Purtroppo si accende soltanto a sprazzi, sia a sinistra che a destra, ma essendo alla centotrentaduesima partita consecutiva può essere perdonato. Nessuna giocata decisiva, ma tante tante giocate che non diventano importanti soltanto per i successivi errori dei compagni: è bello da vedere ogni volta che aziona Lazzari (che puntualmente spreca), causerebbe il giallo di almeno due rivali, ed è un moto perpetuo. Manca in zona gol.

IMMOBILE 6 – Nella logica delle turnazioni sarebbe partito dall’inizio Castellanos, ma la serata lussuosa di Coppa dei campioni ha dato linfa vitale alla titolarità del capitano. Comincia male, mangiandosi un gol su recupero di Zaccagni. Parte in offside sull’assist di Felipe Anderson, così l’esultanza del gol gli viene strozzata in gola. Chiama Skorupski a un altro salvataggio con i piedi, poi serve l’assist a Isaksen per il gol del vantaggio. Nella ripresa scompare, ricevendo pochissimi palloni. Per l’ultima mezz’ora entra Castellanos.

CASTELLANOS 5 – Entra in campo per l’ultima mezzora di gioco e non la vede mai. Ha un’unica chance, ma si allunga il pallone e Skorupski esce fortissimo sui suoi piedi prendendo palla e gambe. Partecipa poco alla manovra, non si viene a prendere il pallone, non gestisce a dovere quelli che gli vengono recapitati. Un terzo di gara di poco o nulla, troppo poco per una squadra che voglia competere per le zone più nobili della classifica.

ISAKSEN 7 – L’infortunio di Zaccagni gli sta regalando tante occasioni in serie. Parte benissimo: all’ottavo minuto strappa il pallone a Lucumi e serve Immobile, che si divora il vantaggio. Aziona Lazzari alla perfezione, e dà una mano anche ad inizio azione venendosi a prendere la sfera con i piedi sulla corsia del laterale. Accompagna l’azione di Immobile, che lo serve per il gol del provvisorio vantaggio. Il momento sliding doors della partita lo riguarda: salta due uomini, si accentra e va col mancino a giro, ma Skorupski compie una delle parate più belle del campionato e con la punta delle dita devia sul palo. Nei primi 20’ della ripresa si assenta dal gioco e Sarri lo toglie dal campo. Anche io avrei lasciato Felipe in campo per le sue abilità anche difensive e di contenimento, però forse non avrei tolto l’ex Midtjylland, perché questo Pedro è uno in meno.

PEDRO 5 – La sua carriera non merita votacci, ma che la sua parentesi alla Lazio sia terminata è ormai evidente. Non può dare nulla, e anche oggi disputa una mezzora scarsa da vero fantasma. 

SARRI 6,5 – Fa tutto quel che può per preparare un Lazio-Bologna che segue una delle vittorie più eclatanti della nostra storia. Tiene i calciatori sul pezzo e la squadra disputa un primo tempo tatticamente perfetto, in cui il Bologna non si vede mai e i nostri hanno quattro o cinque occasioni nitide per battere a rete e chiudere la partita. Gli errori dei singoli ci condannano: non c’entra nulla con le papere di Luis Alberto, Provedel e Casale, e la rosa è in questo momento massacrata dagli infortuni. Perdiamo uno scontro diretto e diciamo praticamente addio ad ogni chance di tornare in Champions League. Ma l’allenatore è l’ultimo dei responsabili.

MARESCA 3 – Ha rovinato la partita, conducendola in maniera indecente. Un arbitro così scarso e con un simile atteggiamento non dovrebbe poter arbitrare certe partite. L’infortunio di Patric nasce da un brutto intervento non ravvisato, Posch merita il giallo ma viene soltanto richiamato, Fabbian andrebbe espulso per doppio giallo (c’è un fallo netto su Immobile non fischiato), il giallo a Cataldi è inventato, mentre il check per potenziale rigore su Isaksen non viene neppure effettuato. Ha collezionato decisioni sbagliate, risultando inadatto a simili palcoscenici. Il silenzio stampa della Lazio è anche il frutto di una direzione di gara sciagurata.

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