Centrocampista duttile che abbina qualità a tantissima quantità, sono queste le caratteristiche che Matteo Guendouzi ha messo in mostra in questi primi mesi alla Lazio. Arrivato negli ultimi giorni del mercato estivo, il centrocampista francese si è guadagnato subito un posto da titolare inamovibile nello scacchiere di Maurizio Sarri. L’ex Marsiglia, ha rilasciato una lunga intervista a “Canal+”, dichiarando: “Tornare un giorno all’OM? È una bella domanda. Oggi mi trovo molto bene alla Lazio. È un grande club italiano, siamo agli ottavi di finale di Champions League. Lavoro con un grandissimo allenatore, sono titolare, mi sta andando tutto bene e sono soddisfatto dove sono. Ma tutti sanno l’attaccamento che ho per l’OM, per i tifosi, per la città. Mi sono innamorato a prima vista di questo club, quindi ovviamente è una cosa che potrebbe succedere in futuro. Vedremo, non sono preoccupato”.
“Non ho rimpianti. Sono andato al Marsiglia per il progetto del club. È stato molto interessante per me. Mi ha fatto crescere come giocatore e come uomo. Dalla mia seconda stagione e l’inizio della terza, tutto ha iniziato a cambiare. Quando arriva un nuovo allenatore, c’è anche uno stile di gioco diverso. Questo va bene per alcuni giocatori, ma per altri no. Non biasimo nessuno. Sono molto contento di quello che ho fatto a Marsiglia. Mi sarebbe piaciuto portare a casa un trofeo, era una cosa che mi stava a cuore e purtroppo non ci siamo riusciti. Dell’OM ho solo ricordi positivi. Ovviamente tutti sanno che sono innamorato di questo club e dei suoi tifosi, quindi rimarrò marsigliese per tutta la vita, questo è certo”, ha poi continuato il classe ‘99.
“Nazionale? Non sono stato più convocato dall’ Mondiale, queste sono scelte dell’allenatore che vanno rispettate. In tutti i ruoli oggi è una guerra, perché il parco giocatori della Francia è eccezionale e numeroso. Tutti i giocatori sono titolari in grandi club. Ovviamente è faticoso guadagnarsi un posto, sta a me mettere insieme buone prestazioni per sperare di essere richiamato”, ha concluso Guendouzi parlando del suo rapporto con la nazionale transalpina.