Le pagelle di Guido De Angelis – Scialbo 0-0 col Napoli, con qualche rimpianto. Quanto ci manca chi veda la porta…

Al termine di Lazio-Napoli, ventiduesima giornata del campionato di Serie A TIM 23/24, arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore, Guido De Angelis, che ha dato voti e giudizi ai protagonisti biancocelesti del match dello stadio Olimpico.

PROVEDEL NG – Nella trasferta araba ha dovuto semplicemente raccogliere tre palloni dalla rete e rispondere presente al bombardamento di conclusioni nerazzurro. Inoperoso per tutta la partita, nella ripresa subisce un fallo su un calcio di punizione del Napoli, poi può solo soffiare e sperare sul calcio di punizione di Zielinski. Serata assolutamente tranquilla.

LAZZARI 6 – Spesso Sarri lo aveva tenuto in panchina per poterlo usare come arma da sganciare a gara in corso. Nella prima parte di stagione ha palesato buoni progressi in fase difensiva, quest’oggi deve tenere botta e dare copertura all’acerbo Isaksen. Vive un pomeriggio tranquillo, ma i raddoppi sistematici del Napoli gli tolgono la possibilità di accelerare e di fatto in fase offensiva viene disinnescato con estrema facilità. Gli manca sempre qualcosa in zona cross, ma è solido e applicato. 

LUCA PELLEGRINI 6 – Entra per l’ultimo tratto di partita al posto di Lazzari. E’ un anarchico e lo sappiamo, però prima si dimentica di coprire su Lindstrom e poi, nel finale, cerca per due volte il tunnel sul diretto avversario invece di badare al sodo. E’ comunque tra i pochi a risultare pericolosi: calcia col mancino e viene murato in corner, poi mette al centro una gran palla per Vecino, che di testa non trova l’assist per Castellanos.

GILA 6 – Ormai si è preso il posto da titolare, superando nettamente nelle gerarchie l’ormai scomparso Casale. L’assenza di Patric lo costringe a formare ancora la coppia che con Romagnoli non ha ben figurato a Riyad, pur senza grandissime colpe. Se la cava bene su Raspadori, non è sempre pulitissimo in fase di impostazione ma non soffre mai. Solo una piccolissima sbavatura a fine primo tempo, quando l’incomprensione con Romagnoli accanto alla bandierina regala un corner agli avversari. Prestazione positiva.

ROMAGNOLI 6 – E’ tornato dopo 2 mesi abbondanti di stop per il derby di Coppa Italia, poi ha avuto un discreto rendimento ma deve dimostrare di essere in crescita. Per uno come lui quella odierna è una partita tranquilla, che gestisce con estrema serenità. Imperioso nei duelli aerei, spazza via tre o quattro cross pericolosi e Politano gli scappa solo una volta: lo stende e si becca il giallo. Inappuntabile su Raspadori, un suo colpo di testa nel primo tempo viene murato. Prestazione matura.

MARUSIC 5 – Ancora una volta a sinistra, perché quest’anno l’allenatore non ha mai considerato nelle rotazioni Hysaj, e Pellegrini oggi parte dalla panchina. Deve riscattare un girone di andata indecoroso, fatto di tante disattenzioni fatali. Non ci riesce neppure oggi. Al 25’ deve solo far scorrere la sfera oltre la linea di fondo, invece se la fa soffiare sulla linea da Politano e concede ingenuamente una chance al Napoli. Non contento, il minuto successivo perde un bruttissimo pallone in uscita, che Di Lorenzo gli sfila comodamente, e commette un fallo da giallo, fortunatamente non sanzionato da Orsato con il cartellino. Nella circostanza viene richiamato da Luis Alberto, che allarga le braccia e lo invita ad evitare la recidiva. Il resto è la solita performance scialba, piatta, senza sussulti. Non sovrappone mai e complica il compito offensivo di Felipe Anderson, che deve fare tutto da solo senza aiuti.

LUIS ALBERTO 5,5 – A sorpresa torna da titolare nella gara più importante, segno che Sarri voglia dare un imprinting immediato alla partita e voglia cercare di farla. La sua gara si decide sulla fase difensiva: oggi non può giocare solo all’attacco e deve pensare anche a tenere a bada le incursioni di Zielinski, cosa che tutto sommato gli riesce. Condizionato da problematiche di natura fisica, disputa una gara senza infamia e senza lode, con più ombre che luci. Pessima gestione delle palle inattive, si nasconde in fase di impostazione lasciando la regia a Cataldi. Verticalizza poco, si fa trovare meno. Non riesce mai ad andare alla conclusione né a creare situazioni pericolose. Nell’ultimo quarto di gara commette un errore sanguinoso in uscita con un pallone inconcepibile. Dove sei, Luis?

CATALDI 6 – Quest’anno Sarri gli ha spesso preferito Rovella, ma nelle gare più calde e delicate ha rispolverato uno dei migliori calciatori per rendimento e continuità della scorsa stagione. Come nei derby, a prendersi la regia è Danilo. Disputa un buon primo tempo, è l’unico a provare a verticalizzare per Castellanos e Isaksen. Cala inevitabilmente alla distanza, avendo messo in fila poche partite, ma è comunque il più pericoloso in zona-gol: un suo sinistro finisce a fil di palo. Diffidato, si prende il giallo che gli farà saltare Bergamo. A 15’ dalla fine entra Rovella. 

ROVELLA NG – In una gara in cui bisogna provare ad andare in verticale Sarri non può che preferirgli il compagno. A due minuti dall’ingresso in campo placca il diretto avversario e viene graziato dal direttore di gara: era in diffida anche lui, fortunatamente a Bergamo ci sarà. 

GUENDOUZI 6 – Il suo motore non si è mai fermato e inevitabilmente nelle ultime uscite è apparso lontano parente dell’interprete cattivo e dinamico che ricordavamo. Anche oggi fa grande fatica in mezzo al campo, specialmente sotto il profilo tecnico. Quanto accaduto al quarto d’ora è esemplificativo: la Lazio infila un’azione corale tutta di prima, uscendo dal basso e liberando l’uomo in mezzo al campo, ma come la sfera arriva al francese, che avrebbe da fare il passaggio più facile, la perdiamo. Sradica qualche buon pallone e corre tanto, con scarsa lucidità. Al 58’ invece di spazzare via la sfera, la rovescia nuovamente nella nostra area di rigore. Impreciso, esce a 15’ dalla fine per Vecino, ma l’ultima giocata della sua partita è preziosa: un’ottima imbucata per Isaksen, che avrebbe dovuto calciare in porta. Sempre utile, anche quando non in giornata.

VECINO 6,5 – Non sarebbe giudicabile in relazione ai minuti giocati, ma come ogni domenica quando entra si dimostra il più pericoloso dei nostri 16. Vince il primo duello aereo, si libera in area di rigore e servirebbe Taty pronto a metterla dentro, ma una deviazione del difensore del Napoli salva tutto. Un fattore sui palloni alti, la sua presenza ci consente di alzare qualche pallone nel finale.

ISAKSEN 6,5 – Questo ragazzo deve decidere cosa fare da grande. L’assenza di Zaccagni e le recenti prestazioni opache (per usare un eufemismo) di Pedro lo proiettano nello scacchiere iniziale. Nell’ultima chance dal primo minuto è stato cambiato per disperazione all’intervallo, oggi ha dalla sua parte l’esperto Mario Rui e una squadra a vocazione prettamente difensiva. Al 13’ non trova la porta da ottima posizione, spedendo alto senza alcuna pressione. Si accende a fiammate, giusto qualche strappo e due calci di punizione conquistati per falli di Juan Jesus. Al 43’, nel torpore più totale, prova il mancino alto da lontanissimo. Nei primi 20’ della ripresa non si vede praticamente mai. Ha due grossi demeriti: quando avrebbe la chance di battere a rete, in una partita molto bloccata, non ha la personalità di calciare in porta: succede al 65’ ma soprattutto al 74’, quando scatta sul filo del fuorigioco e dovrebbe solo incrociare – o servire Luis Alberto tutto solo – e invece, in preda all’ansia, mette al centro un brutto pallone per Castellanos. Errori di gioventù che non gli sono imputabili, ma lo sono alla società, perché queste gare si decidono sui dettagli, e in estate serviva integrare la rosa con un giocatore che nel curriculum avesse la visione della porta. Comunque forza ragazzo!

PEDRO NG – Ancora una volta entra male in campo, perdendo due palloni sciocchi. Mi sembra a fine ciclo.

TATY CASTELLANOS 6 – Ha recuperato dall’infortunio velocizzando il rientro per sopperire all’assenza per squalifica di capitan Ciro Immobile. Oggi è forse la sua prima prova da dentro o fuori, la partita per dimostrare di che pasta è fatto e può essere una risorsa per il futuro. Contrariamente ad ogni aspettativa sembra vantare una discreta condizione fisica, anche perché è un ragazzo che sa gestirsi. Nel primo tempo fa un po’ di confusione: non riesce a gestire palloni comodi, e in più di una circostanza fa il movimento con un secondo di ritardo (e viene rimproverato dai compagni). Cerca poco la porta, quasi come se facesse un ruolo diverso dal centravanti, e in tre casi si fa trovare in fuorigioco per scarsa attenzione a restare in linea. In uno di questi realizzerebbe un gol strepitoso in mezza rovesciata, purtroppo cancellato da assistente e VAR. Sarebbe venuto giù lo stadio.

FELIPE ANDERSON 7 – Al centro di decise voci di mercato che lo vogliono già con la maglia della Juventus, dopo aver giocato da ala destra e da prima punta quest’oggi deve giocare sulla corsia sinistra, nel ruolo in cui in assoluto ha reso meno con la nostra maglia. Eppure, anche oggi risulta il migliore in campo. E’ l’unico dei 22 in campo ad accendersi, collezionando giocate belle da vedere e funzionali. I suoi tunnel o le sue finte di corpo non sono mai fini a se stesse. Fa un lavoro letteralmente fantastico in fase di ripiegamento: ho contato almeno quattro recuperi cruciali seguiti ad altrettante rincorse. Non riesce ad andare al tiro né a fornire assist determinanti, ma è sempre nel vivo del gioco, e l’idea di perderlo a zero mi sembra una follia.

SARRI 6,5 – Per l’ennesima volta blindiamo la difesa, disputiamo una partita seria e coraggiosa nelle intenzioni di formazione: il mister schiera Cataldi, Lazzari, Luis Alberto e le tre punte, rimanendo praticamente senza cambi. Primo tempo bruttino fatto di grande ordine tattico, nella ripresa proviamo a scuoterci e ad avanzare di una decina di metri il raggio di azione, avvicinandoci di più alla porta avversaria. Non so se il bicchiere sia mezzo pieno o mezzo vuoto, ma so che quest’anno facciamo enorme fatica a costruire occasioni da rete e a buttarla dentro. Una squadra come la nostra non può fare a meno del miglior Immobile. Ora voltiamo pagina, ci aspetta un mese di febbraio tremendo e pieno di scontri diretti. A partire da Bergamo, già decisiva.