di Niccolò Faccini
Il grande rendimento difensivo è ancora una volta il fortino su cui la Lazio di Maurizio Sarri sta cercando di costruire la stagione. Come lo scorso anno, la strategia tattica del tecnico originario di Napoli è valorizzare la fase difensiva. Ci si chiede se la scelta in questione costituisca più un punto di partenza o una conseguenza dell’impossibilità per i calciatori offensivi di garantire certi numeri. Per caratteristiche, infatti, Zaccagni e Felipe Anderson vengono dalla miglior stagione in carriera sotto il profilo realizzativo, e quest’anno sono ampiamente lontani dal bottino fatto registrare nella stagione 22/23. Ciro Immobile continua a dover sopportare svariati stop per infortunio e non può garantire gli score esorbitanti a cui ha abituato il popolo laziale. Al netto di tutto è ancora una volta il miglior realizzatore stagionale – con 7 reti – ma il suo vice, il “Taty” Castellanos vanta appena due reti (ad Atalanta e Frosinone), troppo poco per certe altitudini di classifica. Isaksen ha segnato una sola rete, si è dimostrato ragazzo su cui si può lavorare ma ancora acerbo, specie in zona gol, mentre l’ultimo mese di Pedro getta più di qualche ombra sul futuro dello spagnolo e sulla sua utilità in zona-gol. Tutto questo è certificato, come di consueto, dai numeri. Dal 2016 ad oggi, mai la Lazio aveva realizzato così pochi gol nei primi 20 turni di Serie A. Le annate record erano state il 2017/18 con 51 gol segnati e il 2019/20 con 46, ma in tutte le altre annate si era arrivati almeno a 29. Nel campionato in corso la Lazio vanta appena 24 reti all’attivo, poco più di un gol segnato a partita, una miseria. Le gare senza segnare sono 5, esattamente come quelle in cui le aquile hanno messo a referto 2 reti. Sono ben 8 le partite in cui la Lazio è riuscita a segnare un solo gol, e solamente due i match in cui Vecino e compagni hanno segnato più di due reti: si tratta dei due tris (3-2 e 3-1) ad Atalanta e Frosinone. In entrambi i casi mancava Ciro Immobile dall’inizio. I gol degli attaccanti sono ancora pochi (13): 4 di Immobile, 2 di Castellanos, 2 di Anderson, 3 di Zaccagni, uno di Isaksen e uno di Pedro. Con questi numeri, la classifica attuale dei biancocelesti assume tutt’altra prospettiva: in attesa di tornare a segnare, i capitolini sono ancora lì a lottare, in attesa di un febbraio atroce. In 30 giorni sono attesi 5 scontri diretti con Napoli, Atalanta, Torino, Fiorentina e Bologna. Il fattore positivo è che la Lazio è in svantaggio soltanto contro i felsinei: con tutte le altre, il pareggio garantirebbe di finire avanti in classifica a fine stagione in caso di arrivo a pari punti. In mezzo c’è il recupero di Torino, la doppia sfida prestigiosa – che toglierà energie fisiche e psichiche – col Bayern Monaco agli ottavi di Champions League, e il big match col Milan. Urge un aiuto dal mercato – e un’accelerata nel rendimento di squadra ed interpreti offensivi – per cominciare a pungere in zona gol: non sempre sarà possibile a Provedel collezionare clean-sheet.