Le pagelle di Guido De Angelis – Nel giorno di Felipe arrivano conferme: la Lazio di Sarri ingrana la quinta!

Al termine di Lazio-Lecce, gara valevole per la prima giornata del girone di ritorno della Serie A TIM 2023/24, arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore Guido De Angelis.

PROVEDEL 6 – Rientra dalla febbre dopo aver concesso a Mandas – mercoledì sera – la serata che vale una vita. Il punteggio del triplice fischio potrebbe ingannare. Non è chiamato a grandi interventi, più per l’imprecisione sotto porta degli attaccanti del Lecce che per la bravura di una fase difensiva meno sicura del solito. Nel primo tempo, comunque, è chiamato a una buona parata su Kristovic ed è decisivo su Kaba, chiudendo la porta senza particolari patemi. Nella ripresa dorme sonni abbastanza tranquilli e si fa il segno della croce sul colpo di testa di Krstovic. Sicuro in presa nei fastidiosissimi calci d’angolo di Oudin.

MARUSIC 6 – Oggi è stato bravo, svolgendo una discreta partita. Parte a destra per consentire continuità a Pellegrini, e cerca di spingere più del solito. Nel primo tempo, però, il Lecce lo tiene basso e Almqvist gli va via due volte andando al cross pericoloso. Non sempre preciso nelle rimesse laterali, vince diversi duelli aerei. Fa una buona diagonale su Gonzalez in occasione di un cross avvolgente di Oudin dalla destra e fa sfilare la sfera sul fondo. Quando entra Lazzari si piazza a sinistra e fa tutto bene, tranne nella circostanza in cui Almqvist mette il turbo e scodella sulla testa di Krstovic, che manda incredibilmente a lato. 

PATRIC 6 – La sua partita dura soltanto venti minuti, ma vengono disputati al meglio e trasmettendo una grande sicurezza all’intero reparto. Quando Gila di distrae su Krstovic, c’è lo spagnolo che ha fiutato in anticipo il pericolo e lo aiuta a chiudere. Non si fa scappare il temibile Almqvist, ma in un contrasto col diretto avversario si fa male ed è costretto al cambio. Dalla sua uscita, la Lazio balla fino all’intervallo. Speriamo sia solo uno spavento: questo ragazzo è troppo importante per noi.

ROMAGNOLI 6,5 – Dopo il rientro nel derby, Sarri vorrebbe risparmiargli la sfida odierna per evitare ricadute. Invece, dopo appena un quarto di partita l’ex capitano del Milan è costretto a entrare in campo a freddo per l’infortunio di Patric. Si sistema sul centro-sinistra al fianco di Gila ed è sempre pulito in uscita, oltre che dominante in elevazione. Qualche piccola sbavatura, ma il suo rientro in campionato è da considerarsi decisamente positivo.

GILA 7 – Dopo aver giocato al fianco di Casale e Patric, stavolta il compagno di reparto – dall’infortunio di Patric in poi – è Romagnoli, con cui raramente ha giocato dal primo minuto. Stilisticamente rivedibile e spesso irruento, ma sempre efficace. Sta acquisendo una sicurezza (dettata dalla fiducia che Sarri gli sta accordando) difficilmente pronosticatile ad inizio anno, gli riesce tutto ed è migliorato anche nel giro palla. Si prende alcune pause, come quando buca su Krstovic nel primo tempo, ma cresce nella ripresa ed è determinante nell’ultimo salvataggio del match, quando il suo pienone destro salva la Lazio intercettando un pallone pericolosissimo di Almqvist. La sorpresa di inizio stagione.

PELLEGRINI 6 – L’allenatore continua a dargli segnali, ormai lo ha inserito in pianta stabile nelle rotazioni e anche oggi lo schiera dall’inizio sulla corsia mancina, con compito di spinta. In realtà il pressing iper-offensivo del Lecce lo costringe a una gara di sofferenza. Nel primo quarto di gara è provvidenziale nella specialità della casa, gli anticipi, ma si dimentica la copertura su Kaba. Quando c’è da posizionarsi bene con il corpo in fase difensiva ha qualche problema e nella ripresa rischia su Kaba in area di rigore. Tiene botta finché ha birra in corpo, poi viene sostituito da Lazzari a metà ripresa.

LAZZARI 6 – Le sue sgasate a gara in corso rappresentano un fattore. Sarri lo inserisce al posto di Pellegrini in una fase di gara in cui l’imperativo è cercare il raddoppio, ma col passare dei minuti l’attenzione di Manuel deve essere focalizzata sulla fase difensiva: dalle sue parti Strefezza e Dorgu vanno forti e la l’attenzione è massima. Bello da vedere quando ci consente di uscire in velocità, non viene sempre innescato a dovere dai compagni. Ingresso comunque positivo, nel finale contiene la furia salentina nonostante il divario fisico con i rivali.

GUENDOUZI 6 – Ha dato tanto anche oggi, come un moto perpetuo. Fastidioso per i centrocampisti rivali, che non sanno mai dove trovarlo e ne devono contenere la stazza. Tuttavia, il suo primo tempo non è dei migliori: per due volte perde un pallone sanguinoso da ultimo uomo, andando incontro con troppa superficialità al primo pallone di Provedel. Inizia la ripresa scivolando clamorosamente e lasciando un tre contro due agli ospiti. Sale alla distanza ed è prezioso in fase di contenimento nell’ultima mezzora. Non una delle sue migliori uscite, ma comunque sempre nel vivo dell’azione.

ROVELLA 7,5 – Dopo il turno di riposo concessogli (ancora una volta) dal tecnico nel derby di Roma, si riprende la cabina di regia. Coinvolgente quando si incolla al rivale di turno e lo segue come un’ombra, non è sempre perfetto in fase di filtro. Nel primo tempo – come spesso gli capita – sbaglia due o tre verticalizzazioni semplici, ma gioca con tanta personalità e si esibisce in un cambio di campo panoramico. In trance agonistica, abbina interventi fuori tempo in tackle a recuperi cruciali. Meglio del solito nello svincolarsi dal pressing avversario, fa tanto movimento senza palla per dare sempre un’opzione al compagno più vicino. Sradica una marea di palloni e ha il merito di avviare l’azione del gol, convergendo al centro e assistendo Luis Alberto. Ottima prova.

LUIS ALBERTO 6,5 – Al rientro dall’infortunio, gioca un primo tempo sotto ritmo, in cui non riesce mai a trovare la posizione né a tenere un pallone, venendo sistematicamente anticipato. Approssimativo in fase difensiva, in mezzo al campo dalla sua parte c’è una voragine in cui Kaba e Krstovic si inseriscono a ripetizione. Dà indicazioni ai compagni sul posizionamento e cerca di telecomandarne i passaggi, ma di fatto in alcuni frangenti si astrae dalla partita. Lezioso nell’andare per tre volte consecutive al colpo di tacco nei primi 45’, va con l’esterno quando dovrebbe optare per la soluzione più immediata e perde qualche pallone che scotta. La sua partita sarebbe insufficiente, ma nella ripresa si fa trovare al posto giusto al momento giusto e serve l’assist della svolta: appoggio a Felipe Anderson, che deve solo spaccare la porta e prendersi l’urlo dell’Olimpico. Di nuovo assist-man, finalmente: un gol e 0 assistenze nelle ultime 25 partite della squadra erano decisamente un bottino magrissimo.

VECINO 6,5 – Non c’è niente da fare, anche quando non è protagonista di ingressi in campo trascendentali, risulta sempre utile e funzionale alla manovra. Fa valere la sua fisicità sui rinvii di Provedel, dandoci un’opzione diversa. Si becca il giallo per rimediare all’ennesimo errore di Pedro in mezzo al campo. Infine, si butta in area di rigore e quasi si scontra con Immobile davanti alla porta. Bene negli ultimi duelli in mezzo al campo. Calciatore intelligente.

ZACCAGNI 6,5 – Reduce dall’ennesima emozione nel derby, parte piano e sbaglia qualche pallone di troppo. Deve oliare i meccanismi con Felipe Anderson e non riesce ad incidere nella prima mezz’ora. Poi, si mette in proprio e comincia a saltare l’uomo, fa ammonire Gendrey e Venuti (entrato per sostituire il collega ammonito) ma si prende anche lui il giallo che gli costerà la squalifica contro il Napoli. Al break viene circondato dai calciatori ospiti, nella ripresa è bravo a mantenere la tranquillità. Carbura col passare dei minuti, si divora un gol su assist di Luis Alberto per cercare la ragnatela. Nei momenti di difficoltà ci fa salire e tiene la sfera incollata al piede. E’ il motivo per cui, anche quando non fa grande partite, è sempre importante.

IMMOBILE 6 – Entra per l’ultimo quarto d’ora abbondante e si mette a disposizione dei compagni, arretrando per avviare l’azione e facendosi trovare pronto. Era al rientro dallo stop, ha dato un riferimento offensivo e i suoi stop con annessa protezione del pallone ci hanno fatto respirare.

FELIPE ANDERSON 8 – Tutti in piedi e solo applausi per questo calciatore splendido. Mai un infortunio, fa 300 con la Lazio e oggi gioca la 126a gara consecutiva. Torna a giocare da numero 9 e torna a segnare. Ma non si tratta del gol, si tratta di come fa giocare la squadra, di come si muove. Comincia col freno a mano tirato, deve ritrovare la posizione in campo, del resto ieri non si era allenato dopo un piccolo fastidio al polpaccio. Poi ingrana, duetta con i compagni, si fa trovare in area piccola e gonfia la rete ed il sorriso. Encomiabile, è impossibile pensare a una Lazio senza di lui, spero che questa situazione del contratto venga risolta presto. Il gol da tre punti, ribadisco, è soltanto la ciliegina. Il recupero vitale che fa in area piccola a metà della ripresa per salvare il risultato è la fotografia di un ragazzo che – con i suoi limiti caratteriali – è da due anni e mezzo un giocatore-simbolo della Lazio targata Maurizio Sarri.

ISAKSEN 5 – L’unica insufficienza piena di giornata. Si scambia spesso di ruolo con Felipe Anderson, perché sulla corsia destra non ingrana: Gallo gli copre il mancino e lo manda sempre sul destro, annullandolo. Fa solo una buona giocata, quando scodella in area per Luis Alberto che gliela restituisce col tacco: lui calcia centralmente con la punta e chiama Falcone al più facile degli interventi. L’errore da matita blu è successivo: nell’unica occasione in cui abbiamo la superiorità numerica, dovrebbe solamente appoggiare la sfera col destro a Felipe Anderson, tutto solo a centro dell’area e pronto a battere a rete, invece sbaglia clamorosamente il passaggio. Richiamato negli spogliatoi all’intervallo.

PEDRO 5,5 – Entra al 46’ al posto di Isaksen e non fa una gran figura. Avrebbe da farsi perdonare il brutto ingresso nel derby (con tanto di uscita anzitempo causa espulsione). Invece, entra anche oggi con sufficienza, danzando sul pallone ma rimanendo sterile e senza mai cercare la porta. Qualche buona giocata, ma anche diversi palloni giocati in modo morbido, alcuni persi in malo modo. Sbaglia due o tre appoggi sanguinosi e costringe Vecino al giallo. Non mi è piaciuto, deve destarsi subito dal torpore perché con l’emergenza in attacco il suo contributo è essenziale.

SARRI 7,5 – In base allo storico della nostra squadra sapevamo come la sfida al Lecce fosse la tipica trappola. Il mister ingrana la quinta per la prima volta da quando è a Roma, e per l’ennesima volta la sua squadra riesce a vincere senza prendere gol. Scelte obbligate in avanti, la sua intuizione di Anderson centravanti viene nuovamente premiata. Dopo un primo tempo non idilliaco, stiamo migliorando anche negli avvii di ripresa. I singoli sono in crescita, la fase difensiva una certezza. La spedizione di Supercoppa rischia di interrompere una striscia aperta, ma questa settimana è stata afrodisiaca e ce la godiamo fino in fondo.