Le pagelle di Guido De Angelis – La prima volta di Luca Pellegrini, l’ennesima dell’amuleto Vecino: sbancata Udine, Sarri indovina tutto! Laziali, ora manca solo il biglietto per mercoledì!

Al termine di Udinese-Lazio, ultima giornata del girone di andata della Serie A 2023/24, arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore Guido De Angelis. Ecco di seguito voti e giudizi ai protagonisti biancocelesti del match del Bluenergy Stadium.

PROVEDEL 6 – Che la Lazio stia crescendo lo si capisce anche dalle pochissime occasioni che concediamo ai rivali da ormai un mese: sono sempre indeciso se mettere o meno il voto al portiere, “costretto” a partite inoperose. Sicuro nelle uscite, sempre preciso con i piedi. Stramba la situazione del gol, quando deve raccogliere dal sacco una conclusione che non ha neppure visto.

MARUSIC 5,5 – Per permettere a Lazzari di spaccare la partita e rifiatare in vista del derby, Sarri sceglie il montenegrino a destra, con lo specifico compito di rimanere bloccato e aiutare a uscire in modo pulito. Inanella una serie di imprecisioni che non si tramutano in reti avversarie solo per demerito dei bianconeri. Nella prima frazione sbaglia due uscite e ci fa ballare. Nella seconda parte della ripresa esce forte due volte su Ehizibue, creando una voragine per vie centrali e costringendo Gila e Romagnoli agli straordinari. Quando si sposta a sinistra con l’ingresso di Lazzari, non tiene mai Ebosele, lasciandolo a Gila. Nel primi quarto d’ora della ripresa, incredibilmente, fa tre discese sulla destra. In tutti e tre i casi arriva sul fondo e mette al centro tre stracci: il primo cross è troppo lungo e finisce in laterale, il secondo è un passaggio al portiere, il terzo è corto e preda della testa di Perez. Abbiamo vinto, altrimenti meriterebbe anche meno.

PATRIC 7 – Nonostante il rientro di Casale, è lo spagnolo il leader della nostra retroguardia, e non può non partire dall’inizio. Calciatore letteralmente indispensabile. Dopo 20 secondi va a duello con Lucca e quasi gli esce la spalla. Si accascia a terra e tremiamo tutti. Il diretto rivale ha 40 centimetri in più, ma lo spagnolo riesce a vincere tutti i duelli giocando d’esperienza, da vero veterano: una volta lo spinge, un’altra gli salta sopra, l’altra volta va in anticipo. Non sbaglia un pallone, imposta sempre bene e con una sicurezza totale. Vede in anticipo i movimenti dei compagni: è suo il lancio lungo da cui nasce il gol di Vecino. Gigante.

GILA 6,5 – Nuovamente preferito a Casale e Romagnoli, per la terza volta viene schierato dall’inizio per scelta tecnica e non per l’emergenza: è forse il definitivo attestato di stima al centrale ex Castilla. Disputa una partita sporca, cattiva, formando con Patric una coppia che ad oggi sembra formidabile…e chi l’avrebbe mai detto! Tiene botta fisicamente, va a duello con Ebosele e quando non può fermarlo ricorre al giallo. Una piccola macchia sul gol del pareggio, quando si fa anticipare da Walace. Ma non posso accollargli grandi responsabilità: era alla settima di seguito dal 1’ e non ha fatto mai rimpiangere Romagnoli.

PELLEGRINI 7,5 – Negli ultimi due mesi il tecnico gli sta accordando una fiducia maggiore. Anche oggi parte titolare, vincendo i ballottaggi a sinistra con Marusic e Hysaj. Ripaga l’allenatore con un’altra buona prestazione, fatta di applicazione, cattiveria agonistica e ottimo spirito. Da laziale, sente aria di derby e ha il merito di sbloccare la partita con un gran gol su punizione diretta. E’ il suo primo gol in Serie A, lo realizza con la maglia di cui è tifoso. Sta migliorando anche in fase difensiva, oggi aveva il cliente più scomodo di A: Ebosele è il migliore del campionato al dribbling e ha grande velocità. Spende il giallo quando non riesce a tenerlo, era stato graziato qualche minuto prima, quando aveva abbracciato il rivale per interrompere un contropiede potenzialmente pericoloso. Mi è piaciuto ancora una volta.

LAZZARI 6,5 – Entra nel finale al posto di Pellegrini (ammonito) per evitare il rischio dell’inferiorità numerica, facendo spostare Marusic sulla corsia mancina. Ingresso cattivo, quello che piace ai tifosi: va sempre in anticipo, non si sottrae a mezzo contrasto, morde le caviglie di Thauvin e gli fa sbattere il pallone addosso. Atteggiamento sempre positivo, è in ottima salute e ci servirà nella sua miglior versione in Coppa Italia.

GUENDOUZI 6,5 – Un’altra discreta prestazione in mezzo al campo. Difende aggredendo in avanti, corre come un dannato, non è sempre lucido. Non ha un piede raffinato, così quando alla mezzora arriva al cross la spara col destro in laterale. Tentacolare, va a contrasto su tutti i palloni, mettendo quella che a Napoli chiamerebbero “cazzimma” dal primo all’ultimo minuto di gioco. Lo stiamo imparando a conoscere: ha dinamismo e tenacia oltre ad una grande resistenza per l’intero arco del match, manca in zona offensiva.

ROVELLA 7 – Alla dodicesima consecutiva, negli ultimi tre mesi è partito dalla panchina soltanto nel derby a favore di Cataldi. E’ la scelta a cui Sarri sta pensando anche per mercoledì pomeriggio.  Continuano i suoi progressi in mediana: oggi è una gara in cui bisogna fare tanta interdizione, e lui salta addosso ai rivali a tutto campo. Migliora dal punto di vista tecnico, segue come un’ombra Pereyra e non perde mai la bussola. Recupera una marea di palloni, cerca sempre l’anticipo. Compie anche una serie infinita di falli, da alcuni scaturiscono dei calci di punizione pericolosi. Ha enormi margini di miglioramento, perché già solo nei primi 25 minuti va quattro volte in verticale e quattro volte le sue sono delle fucilate imprendibili, palloni persi. Deve crescere tanto, ma ci teniamo i suoi graduali progressi. 

KAMADA 5 – Avrebbe dovuto essere in Coppa d’Asia col Giappone, era venuto a Roma proprio per trovare la continuità e riprendersi la nazionale. Non lo ha fatto e potrebbe accusare un periodo di depressione, così l’allenatore decide di premiarlo, facendogli vincere il ballottaggio con Vecino, le cui caratteristiche sembravano più adatte a quelle dell’avversario friulano. Un po’ per dargli un’iniezione di fiducia, e un po’ per tenere Vecino al massimo per la stracittadina, Sarri gli affida una maglia da titolare nella gara più importante del girone di andata. Nel primo quarto d’ora vaga per il rettangolo verde in cerca della posizione. Al 16’ Taty gli serve un cioccolatino che in area di rigore andrebbe soltanto scartato di testa: lo colpisce in modo molle e sufficiente. Leggero in copertura, ha due palloni interessanti sulla trequarti ma sbaglia la misura dell’imbucata. Pessimo anche in fase di appoggio: ha Marusic prima e Isaksen poi a cui dovrebbe solo allargare la sfera, gli tira due fucilate mandando la sfera in fallo laterale. Si becca anche il giallo a fine primo tempo. Viene giustamente lasciato negli spogliatoi.

VECINO 7,5 – Non c’è niente da fare, si fa sempre trovare al posto giusto al momento giusto, e realizza un gol di capitale importanza per la nostra stagione. Ha un senso della posizione micidiale, un’intelligenza calcistica sopra la media che sopperisce alla sua lentezza di gamba. Sulla respinta di Perez, apre una strada ad Anderson che lo serve a meraviglia di testa: sente la porta e senza neppure guardarla trova l’angolino basso alla destra del portiere Okoye. Ha segnato otto volte con l’aquila sul petto. Abbiamo sempre vinto. Amuleto uruguagio.

ISAKSEN 6,5 – Anderson è distratto dal mercato e viene da un periodaccio, mentre il danese è reduce dalla prima gioia personale con la nostra maglia. Con il Frosinone ha beneficiato di ampi spazi, oggi è chiamato invece a dimostrare di poter scardinare una difesa arcigna e rocciosa come quella dell’Udinese. Parte con buon piglio, cercando un calcio di rigore sugli sviluppi di un calcio d’angolo e poi strappando la sfera a Kristensen, che lo stende e si prende l’ammonizione. Su quella caduta cambia la sua partita: risente della botta subita e si spegne un po’. Sarri lo cambia all’intervallo, speriamo sia stata solo precauzione. 

FELIPE ANDERSON 6,5 – Al centro di vari rumors di mercato e con il contratto in scadenza, si prende la Lazio nel momento più delicato. Parte dalla panchina e subentra al break. La mentalità è quella giusta: duetta con Guendouzi, aziona Castellanos, apre spazi e va al tiro senza centrare lo specchio. Si sacrifica in ripiegamento, fa respirare la squadra e nel finale di gara serve a Vecino la palla della partita. Decisivo.

TATY CASTELLANOS 6,5 – In assenza di Immobile l’ex Girona è l’unica opzione per l’attacco. Due gol e tre assist non bastano a una squadra che voglia lottare per le posizioni nobili di classifica. Si applica tanto, aiuta la squadra e gioca con i compagni. Nei primi 15’ non la sfiora nemmeno, poi si mette al servizio degli esterni e delle mezzali, servendo prima Kamada e poi Guendouzi in area di rigore. Fa bene tecnicamente, pur non andando mai alla conclusione con velocità. Decisivo il suo duello aereo con Perez per il gol della vittoria: parte sul filo del fuorigioco, la sua torre è determinante per Anderson che serve Vecino per il 2-1 finale. Attaccante che cerca poco la porta, ma estremamente fastidioso.

ZACCAGNI 6 – Sistematicamente raddoppiato, si intestardisce in una serie di giocate offensive sterili e poco efficaci. Invece di temporeggiare e servire il compagno, spesso cerca l’uno contro uno senza mai ingannare Festy Ebosele. Cala alla distanza e alla metà ripresa si accascia a terra, venendo richiamato in panchina. Ma è sempre sufficiente, perché è sempre nel vivo della manovra, crea la superiorità numerica con il suo stop orientato, fa ammonire anche oggi due giocatori avversari ed è tra i pochissimi interpreti scaltri della nostra rosa. Speriamo non si sia fatto nulla, mercoledì c’è una sfida troppo importante.

PEDRO 6 – Altro buon ingresso. Uno stop sbagliato che termina in fallo laterale, ma anche tanta effervescenza. Con la sua esperienza congela la sfera, va alla bandierina, gestisce il corner facendo passare secondi. E’ calato nella nostra realtà, al netto di età e tante panchine consecutive.

SARRI 7,5 – Schiera la “Lazio del futuro”, piena di giovani e di nuovi innesti, lasciando i senatori in panchina per responsabilizzare i nuovi e concedere a qualche big un turno di stop con vista Roma. Partiamo dal 1’ senza Casale, Romagnoli, Lazzari, Cataldi, Luis Alberto, Felipe Anderson e Immobile: se ce lo avessero detto anche solo un anno fa, ci saremmo fatti probabilmente il segno della croce. Sei innesti del mercato partono dall’inizio, in una gara che può rappresentare o una conferma del nostro rendimento altalenante o la novità di una continuità di rendimento ancora mai raggiunta in stagione. Giochiamo una gara perfetta dal punto di vista dell’agonismo e della caparbietà, lottando su tutti i palloni contro una squadra più fisica e propensa al duello della nostra.  Il copione è sempre lo stesso: primi 45’ di pregevole fattura, primi 15’ della ripresa in affanno, pareggio dei rivali. Per fortuna l’ultima mezz’ora è ben fatta, anche se calciamo in porta ancora poco. Questa sera la classifica, al termine del girone di andata, finalmente ci sorride.