Le pagelle di Guido De Angelis – Guendouzi segna, ma a Empoli vinciamo grazie a Provedel. Cresce Felipe, male Rovella, Castellanos un disastro

Al termine di Empoli-Lazio, gara valevole per la diciassettesima giornata della Serie A TIM 23/24, arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore, Guido De Angelis.

PROVEDEL 7,5 – Le ultime due trasferte sono coincise con due gravi errori su Candreva e Ngonge. Chiamato al riscatto, disputa un primo tempo di assoluta serenità fino alla mezzora, quando deve sfoderare la prima parata importante su Maldini, lasciato colpevolmente solo dalla nostra retroguardia. Poco prima, aveva toccato in corner sul tentativo di autogol di Guendouzi sulla conclusione di Grassi. In apertura di seconda frazione di gioco realizza un miracolo su Cambiaghi, è il prodigio che cambia la partita. Si ripete sul bombardamento empolese, compiendo due ottimi interventi su Maldini e Fazzini. Perfetto nelle uscite. La squadra ha la testa da un’altra parte, per cui Ivan passa tre quarti di gara a urlare come un pazzo per richiamare i compagni all’attenzione. Pellegrini lo bacia sul collo in due occasioni, perché da laziale ha capito che questa sera è stato il nostro estremo difensore ad averci salvato. Ci ha tenuto in vita: se questa sera usciamo con i tre punti dal Castellani, ha grande meriti. Buon Natale anche a te, caro Provedel.

MARUSIC 5,5 – La squalifica di Lazzari lo proietta sulla corsia destra, è il male minore. In perenne sbandamento, in balia delle onde per tutta la partita. Parte bene, sfondando sulla destra e mettendo un buon cross al centro. Lì finisce la sua partita nella metà campo avversaria, che non calpesta più. Al 33′ si perde in area Maldini sugli sviluppi di corner. In fase difensiva è disordinato, a tratti svagato, e per due volte ad inizio ripresa sbaglia clamorosamente in uscita regalando la sfera ai rivali. In questo momento sta giocando per mancanza di alternative, e forse meriterebbe di accomodarsi in panchina per qualche tempo.

PATRIC 6,5 – In questo momento storico non è facile, davvero, fare i difensori della Lazio. Lo spagnolo torna dopo tre settimane in cui abbiamo sentito la sua mancanza: Casale lo aveva fatto rimpiangere. Non sbaglia un pallone in uscita, e gioca con un carisma invidiabile. Commette un errore su Cambiaghi e viene graziato dal direttore di gara. Per fortuna non era l’ultimissimo uomo e la strattonata gli costa soltanto un cartellino giallo. Nella ripresa è piuttosto attento nonostante il centrocampo non faccia alcun filtro, e sbroglia calciando in fallo laterale una o due circostanze pericolose. Solido e cattivo, sempre tra i migliori. Con Gila sta formando una coppia spagnola inedita: se ce lo avessero detto all’inizio dello scorso anno, non ci avremmo mai creduto.

MARIO GILA 6 – Con tutti i suoi limiti, continua a disputare buone gare. Per la prima volta in stagione gioca titolare per scelta tecnica e non per assenza di Casale, se l’è anche meritato. Stilisticamente ruvido e rivedibile, nella prima mezzora spazza via alcuni palloni senza fronzoli quando avrebbe potuto gestirli meglio. Poco pulito in uscita, nel primo quarto di gara è molto falloso e rischia più volte il giallo. Volenteroso, da un suo anticipo nasce l’assist di Immobile per Guendouzi che si fa murare il destro da Caprile. Andatura caracollante, mimica facciale quasi impaurita, ma complessivamente è efficace e bada al sodo senza grossi errori. In questa Lazio formato “Armata Brancaleone” che ha rinunciato a giocare, può essere una risorsa anche uno come lui. Ragazzo da lodare per il modo in cui è entrato in un contesto complicato, senza mai perdere un minuto da un mese a questa parte.

PELLEGRINI 6 – Una striminzita sufficienza in uno stadio che gli porta bene: su tre gare da titolare in Serie A con la nostra casacca, due ne ha giocate a Empoli. Questa sera parte malissimo con un cross sballato che finisce in curva. In fase di costruzione usa bene il corpo per prendere posizione e gioca con discreta scaltrezza. Soffre tanto sulla corsia di competenza, riuscendo a sbrogliare in extremis situazioni delicate. Ebuehi è un cliente che si rivela molto ostico, Cambiaghi va spesso al cross con eccessiva facilità, mentre Cancellieri dalle sue parti non tocca un pallone. E’ autore di qualche buona diagonale nel finale di gara ed è molto applicato e concentrato per tutti i 90’. Senza infamia e senza lode.

ROVELLA 5 – Se è diventato il titolare della Lazio, Houston, abbiamo un problema! Ha tolto il posto a Cataldi e Vecino ed è beneficiario immeritevole della perpetua titolarità in cabina di regia. Continua a fare tremenda fatica nel dover coprire tutto quel campo, è insufficiente sia in fase di filtro che in fase di costruzione. Arriva sempre in ritardo sui trequartisti toscani, interviene sistematicamente fuori tempo e lascia dei buchi in mezzo al campo che somigliano a voragini. Lascia davanti alla difesa due o tre palloni sanguinosi, si prende il solito giallo e rischia due volte di essere mandato anzitempo negli spogliatoi. Questa Lazio è bassa e verticalizza, e lui in verticale non gioca davvero mai. La sensazione è che ogni volta in cui esce, sia sempre troppo tardi. Al 78’ entra Cataldi.

CATALDI NG 

LUIS ALBERTO 5,5 – Il consueto atteggiamento indolente, la solita gestione indecorosa e avvilente delle palle inattive. In occasione del gol di Guendouzi era riuscito ancora una volta a incartarsi e a non calciare in porta. Avrà pure qualche problema fisico nella zona pubica che non gli permette di allenarsi con buona continuità e su ritmi alti, ma da due mesi abbondanti è uno in meno. Esce per infortunio al minuto 25, al suo posto Kamada.

KAMADA 6— – Contribuisce all’apatia del nostro centrocampo, che attacca senza convinzione ma soprattutto difende malissimo. Entra in campo giocando sempre facile ma palesando una grave difficoltà a fare le due fasi: in quella posizione non riesce ad esprimersi. A livello di mimica facciale sembra un calciatore già lontano da Roma. Al momento del raddoppio nemmeno esulta. Qualche buona giocata in uscita, qualche finta di corpo funzionale a farci ripartire, ma ancora troppo poco. Nei primi 30’ della ripresa sparisce dal campo, per qualche minuto non mi ricordavo neppure che fosse entrato. La sensazione è che possa essere utile in una squadra che tenesse il pallone e facesse sempre la partita, ma in questa Lazio che gioca di rimessa è un pesce fuor d’acqua. Nel finale di gara si ricorda di essere in campo e prova a buttarsi in profondità, senza essere servito coi tempi giusti. Ha sui piedi l’ultima (e unica) chance della partita, ma la sua conclusione (ampiamente fuori dallo specchio) viene murata. Voglio cercare di vedere, nella pochezza che sta dimostrando, qualche piccolo miglioramento nel modo in cui cerca di applicarsi, e gli do una sufficienza di incoraggiamento. 

GUENDOUZI 7 – Pur non essendo tecnicamente né un grande né un ottimo giocatore (due o tre lanci per Castellanos, da indisturbato, sono delle vere e proprie fucilate), nelle ultime settimane sta spiccando sugli altri, facendosi riconoscere per aggressività, dinamismo e presenza in mezzo al campo. Continua a sfruttare poco la sua fisicità, non va mai al duello aereo con vera convinzione, ma è nettamente il miglior calciatore di movimento di questa sera. Realizza il gol che ci porta in vantaggio e strappa il pallone del raddoppio: determinante in entrambe le reti. L’assist di Immobile è leggermente lungo, altrimenti avrebbe potuto trovare il bis già nel primo tempo. Va sempre a contrasto a centrocampo, guadagnando rimesse laterali e facendoci salire. Tra gli ultimi a mollare, oggi sembra di altra categoria rispetto ai compagni di reparto, e questo deve fare riflettere circa la condizione psicofisica e tecnico-tattica dei colleghi. Voto comunque strameritato.

IMMOBILE NG – Ha pochi palloni giocabili, uno lo regala a Guendouzi che trova la risposta di Caprile. Si accascia a terra al minuto 21 e chiede il cambio, uscendo tristemente dal terreno di gioco. Stava appena cominciando ad avere continuità, speriamo non debba fermarsi nuovamente.

ZACCAGNI 6,5 – Forse condizionato dal lutto familiare, questa sera non mi è piaciuto per niente. La rete lo salva da una prestazione opaca. Spento per tutta la partita, al minuto 67 scaglia un tiro debole, flebile, triste su Caprile, che respinge restituendogli la sfera: seconda chance e altra respinta del portiere, poi il nostro numero 20 è facilitato dalla carambola sulla schiena di Grassi che gli offre la terza chance per battere a rete e alzare le braccia al cielo. Esce al 77’ per Pedro.

PEDRO 6,5 – Un ottimo ingresso. In 13 minuti più recupero fa una serpentina in area piccola, si smarca bene e serve a Castellanos un cioccolatino solo da scartare. Poi, col tacco serve a Kamada un altro assist, non sfruttato dal giapponese. Va a duello con Ebuehi e fa vedere di non avere più – inevitabilmente – lo sprint di una volta. Si è capito che questo giocatore fenomenale, ormai, può avere soltanto un ruolo da comparsa nei finali di gara. Ecco un altro dei motivi per cui in estate sarebbe servito un altro profilo di alto livello sulle ali. Chiaramente, uno come Pedrito ce lo teniamo stretto. E nonostante i soli 17 minuti, lo premierei con una sufficienza.

FELIPE ANDERSON 6,5 – In netta ascesa, continua a non avere chance da rete – anche perché, quando ce l’avrebbe, torna indietro – ma dà una mano incredibile ai compagni in fase di contenimento. Ripiegamenti perfetti, veemenza nello sradicare palloni agli avversari, tantissima corsa e anche ottime giocate nello stretto. Sta alzando il tasso tecnico e la convinzione, e in questo periodo storico della nostra Lazio la sua generosità è irrinunciabile. Esce a tredici minuti dalla fine per Isaksen.

ISAKSEN NG – Torna in campo dopo un lungo stop e si mette in mostra con qualche spunto in velocità. Ha buona tecnica e si vede, deve allenarsi a cercare la porta con più continuità. Speriamo che la sua crescita possa essere sì graduale ma veloce, perché abbiamo bisogno di incisività in zona gol.

TATY CASTELLANOS 5 – Ecco, appunto. Mi dispiace tanto per questo ragazzo, ma di ruolo fa il centravanti e alcuni palloni non si possono sbagliare. Gioca 75 minuti e calcia in porta proprio quando non può esimersi dal farlo. La porta non la vede, ma non la cerca neppure. Nel primo tempo non gli arriva una sfera giocabile e non ha colpe. Nei primi 20’ della ripresa la musica è la stessa. Nell’ultima mezz’ora, però, in ben tre circostanze avrebbe la possibilità – e il dovere – di andare alla conclusione, ma non lo fa. In particolare in un’occasione entra in area e col mancino dovrebbe soltanto inquadrare lo specchio, invece col destro serve Pedro che di tacco appoggia a Kamada.

SARRI 6 – Portiamo a casa tre punti importanti in un periodo difficilissimo. Da salvare soltanto il risultato, perché gli equilibri ancora non si trovano e gli errori della squadra continuano a ripetersi senza soluzione di continuità. Perde Immobile e Luis Alberto nei primi 25 minuti, i nuovi acquisti (salvo Guendouzi) ancora non ingranano e il gioco latita. Nessuno degli interpreti sta dando il 100%, i senatori stanno deludendo e la difesa è spesso abbandonata a se stessa. L’augurio è di poter chiudere l’anno al meglio, il 29 dicembre c’è l’ultima battaglia del 2023.