Lazio, Fabiani a 360 gradi: “Dopo l’Atletico ho punito alcuni giocatori, Sarri non è inferiore a nessuno. Abbiamo operato a medio/lungo termine”

Il direttore sportivo della Lazio Angelo Fabiani ha parlato ai microfoni di Lazio Style.

Di seguito le sue parole.

“Purtroppo di questi momenti in carriera ne ho vissuti tanti.

C’è sempre un rimedio, ‘finché c’è vita c’è speranza’. Bisogna cambiare mentalità, essere consapevoli che la Lazio deve essere al centro di tutto e non lasciare spazio ad egoismi personali. Vale dal settore giovanile alla prima squadra.

Sono entrato a far parte della prima squadra un po’ per caso, in realtà dovevo occuparmi solo di Women e Primavera, poi ho preso in carico anche la prima squadra. Da persona umile quale sono, ho riconosciuto i meriti della Lazio dello scorso anno, nonostante per molti quel risultato è stato frutto del caso. Dopo Salerno, che per me era anche una gara particolare, sono intervenuto e dissi ai calciatori: ‘Facciamo finta che io di tecnica non capisco nulla, ricordatevi che però i gruppi li so gestire e ho ottenuto i miei successi in ogni categoria con gruppi solidi e che non si da mai per vinto’. Un po’ quello che sta succedendo alla Primavera. Dopo la partita con l’Atletico mi sono inca**ato e ho punito alcuni giocatori. Quando ho detto questo anche alla prima squadra, composta da professionisti seri, ho rimarcato il metodo: il gruppo viene prima del singolo.

Con Sarri c’è grande sinergia. Alla base, tra Lotito e Sarri stesso, ho trovato un rapporto importante di rispetto reciproco. La rabbia dopo una sconfitta è normale. Conosco Maurizio dalla Nocerina, so che tipo di allenatore sia sotto il piano della preparazione. Migliora tantissimo i suoi calciatori. Ho avuto la fortuna di vedere da vicino tecnici come Capello, Ancelotti – che ho anche battuto col Messina – e altri mostri, come Marcello Lippi. Ho sempre preso spunto, rubando con gli occhi. Sarri non è inferiore a questi tecnici. Con lo zoccolo duro sono state fatte belle cose, quando è uscito il sorteggio dei gironi dicevano che il nostro fosse facile. Di facile non c’è niente, quando ci siamo qualificati abbiamo mostrato il nostro valore. Anche in coppa Italia.

È mancato l’ardore nell’affrontare le squadre meno importanti e lì abbiamo perso quei 7/8 punti che oggi ci farebbero stare in una posizione di classifica diversa. Oggi il focus è sul campionato. Se rimettiamo lo spirito visto con Atalanta, Torino, ma anche con l’Inter, in classifica risaliamo sicuramente. Basta vedere i volti dopo le sconfitte, i ragazzi ci tengono, anche se qualche voce fuori dal coro l’ho fatta rientrare.

L’analisi si fa a fine anno, come le pagelle a scuola. Questi sono professionisti, non possono sentirsi appagati. Se dovessimo registrare questi atteggiamenti, verrebbe fuori il metodo, oggi non ci sono queste avvisaglie. Preferisco la critica costruttiva ai bravi ragazzi, li preferisco come avversari quelli. Esistono due tipi di calcio: quello giocato e quello mediatico. In quello mediatico ci sguazzo, ma mi occupo di quello giocato. Un calciatore a scadenza da il fritto per riconquistarsi la pagnotta, offre prestazioni all’altezza. Ma sono discorsi del calcio mediatico. Un rinnovo non è scontato, va meritato e va soprattutto discusso tra le parti. Se non dovesse accadere questo, il professionista deve comunque rispettare il precedente accordo. Non è il caso della Lazio, non ho sentito nessuno lamentarsi del suo contratto. Ho letto di Immobile, con lui ho un rapporto da direttore a capitano, oltre per una persona che stimo. Mi ha sempre fatto pensare che vuole chiudere qui la carriera. Anche dopo il calcio giocato e Immobile può dare ancora tanto alla società. La Lazio deve i suoi risultati quasi soprattutto a lui. Sentire i rumors fa parte del calcio mediatico, che a volte dovrebbe prestare attenzione a non mettere malumore, perché poi alla fine siamo uomini. Non siamo impermeabili del tutto, bisogna essere sensibili su alcuni temi. Immobile ama la Lazio e la sua maglia, leggere certe cose mi ferisce.

A volte si fanno girare voci false che sconvolgono anche gli stessi giocatori. Se la Lazio è una meta ambita dai calciatori, non vedo perché poi i calciatori debbano invertire la rotta. Nessuno ha manifestato la voglia di andare via, poi con la rabbia si dicono cose che non si pensano. Immobile sarà ancora il capitano della Lazio. Come vice Immobile abbiamo investito su Castellanos, un ragazzo che sta facendo vedere buone cose. Credo che farà molto bene, così come Isaksen, Guendouzi e Rovella. Una volta collaboravo con una squadra che comprava dalla Lazio, oggi è il contrario. Non si poteva smantellare una squadra che ha fatto qualcosa di straordinario. Abbiamo fatto un’operazione di rinnovamento prendendo ragazzi giovani ma con esperienza come quelli sopra citati. Abbiamo ampliato la rosa investendo a medio – lungo termine. Tutto ha un inizio e una fine, arriverà il giorno in cui alcuni giocatori smetteranno e dobbiamo essere pronti.”