Lazialità in TV, Delio Rossi: “Lazio senza entusiasmo, sembra ci sia una crisi di rigetto. Sarri deve cambiare qualcosa. Bene solo in Champions? Ecco perché…”

Nel corso della trasmissione “Lazialità” condotta dal nostro direttore Guido De Angelis (in onda tutti i lunedì dalle 21 su Lazio tv ch 13 dgt) e in interconnessione sui 98.100 di Radiosei, l’ex mister biancoceleste ha commentato i principali temi del momento Lazio. Dii seguito le sue parole.

“Dichiarazioni Sarri? Di solito quando si parla in conferenza lo si fa o per l’ambiente interno o per quello esterno, difficilmente si fa una comunicazione neutra, c’è sempre una logica dietro. Arbitri? Anche di fronte a torti molto pesanti non ho mai stigmatizzato l’operato dell’arbitro, altrimenti avrei dato alibi ai calciatori, cosa che non volevo fare. Se una squadra è più forte deve vincere anche aldilà dei soprusi. Io l’anno scorso per questi motivi ho perso una promozione dalla Serie C alla Serie B, ma tutto è andato nel dimenticatoio. Real Madrid-Lazio del 2007? Mi ricordo, giocare al Bernabeu è una cosa che sogni fin da bambino. Ma soprattutto andarci potendoti giocare qualcosa. Io insieme ai miei giocatori abbiamo esaudito un sogno. Diciamo che per molti di quelli la Champions era un po’ larga, ma lo era un po’ per tutti noi (ride, ndr). La Lazio lo scorso anno ha fatto molto bene in campionato e male in coppa, quest’anno il contrario. Quando con la Lazio giocavamo la Champions, non avendo una rosa adeguata per giocare tre competizioni, nella testa dei giocatori c’era solo la Champions. Ad esempio la partita col Chievo era come se fosse quella del giovedì. Certi calciatori hanno motivazioni intrinseche, dunque si impegnano senza nemmeno dare peso all’importanza della partita, ma per quanto mi riguarda ne ho allenati solo il 2%. il 97% sono quelli che giocano in base a motivazioni provenienti dall’esterno. Il modulo di gioco è una rappresentazione grafica, si sceglie in base alle eccellenze che si hanno. Se ho cinque grandi giocatori, devo trovare un modulo che me li faccia schierare tutti insieme. Con la Lazio ero partito col 4-4-2 perché ci avevo giocato bene l’anno prima. Se ho fatto bene una cosa che mi dava benefici e ora non me li da più, non posso dare la colpa solo ai calciatori. Cambiare le cose in corso d’opera? Non si deve stravolgere, ma anche solo cambiare qualche particolare. La Lazio di oggi si muove anche discretamente, ma quest’anno stanno venendo meno i giocatori che lo scorso anno facevano la differenza, sopratutto nell’uno contro uno e nel cambio passo. Col Cagliari la squadra ha segnato con l’assist dell’unico giocatore che ha attualmente il cambio passo, cioè Lazzari. Zaccagni lo scorso anno saltava sempre l’uomo e creava superiorità numerica, ora anche lui sta venendo meno, come anche Felipe Anderson. Luis Alberto ha i piedi da mezza punta, ma gioca da mediano perché si abbassa sempre. Poco lucido? Non credo, se così fosse dovrebbe giocare più avanti ad esempio come trequartista, ma lui non ha queste caratteristiche. Vedendo la Lazio mi sembra che ci sia una crisi di rigetto, non vedo entusiasmo. Sarri dovrebbe cambiare qualcosina. Quanto incide il mister in una squadra? Tanto, ma penso che conti più la società. Tante volte ci si dimentica dell’importanza delle persone che stanno vicino alla squadra. Ad esempio Ibrahimovic al Milan darà una mano anche all’allenatore. Io per questo avevo insistito per tenere Peruzzi nello staff. Poteva essere anche un valore aggiunto per la società e nello spogliatoio, le parole di uno come lui possono contare più di quelle di altri”.