“Intanto è agli ottavi di Champions con un turno d’anticipo. E poi ci vuole pazienza con i nuovi acquisti.
Devono inserirsi, non sempre avviene in una settimana”. Così l’ex ds della Lazio Igli Tare sul momento attuale della squadra biancoceleste nella sua intervista al Corriere della Sera nell’articolo dal titolo: “Stupito da Inzaghi? No, è un predestinato Ho lasciato la Lazio ma Sarri non c’entra”. Di seguito le parole dell’ex calciatore albanese.
MOMENTO ATTUALE LAZIO – “È mancata anche un po’ di brillantezza offensiva. Può capitare, ma la stagione è lunga e la Lazio può recuperare”.
ADDIO PER COLPA DI SARRI? – “Assolutamente no. È stato scritto tanto su questo punto, ma non è così. Ho parlato con Lotito: dopo 18 anni era arrivato il momento di lasciarsi in modo civile, senza strappi. Sarebbe stato imperdonabile per tutti. La Lazio è nel mio cuore. Ma avevo bisogno di guardarmi intorno, studiare, conoscere altre realtà. Sarri non è un tipo facile? No. Lui è un integralista, è vero, uno che vuole fare le cose a modo suo, è la sua cifra, la sua caratteristica. Chi lo prende, però, lo sa, non lo può cambiare. Io non ci ho mai litigato, ma non è facile, ha un modo suo di concepire il calcio e il lavoro. Anche Lotito gli somiglia: un presidente dal carattere fortissimo. A volte ho fatto da parafulmine — fa parte del lavoro di un bravo dirigente — ma il mio matrimonio con la Lazio era arrivato al capolinea. Sarri non c’entra. Dopo tanti anni, senti la necessità di vedere altri mondi”.
STUPITO DALLA CRESCITA DI INZAGHI? “Macché. Lui era un predestinato: tutto il giorno a studiare calcio. Era normale che si migliorasse. Lo ha fatto con umiltà e impegno e ora è un tecnico completo. Se lo merita”.