Intervenuto ai microfoni di Lazio Style il capitano della Lazio Ciro Immobile si è espresso sul recente traguardo dei 200 gol in maglia biancoceleste con le seguenti parole: “I 200 gol sono un traguardo molto importante. I miei gol sono stati tutti belli e importanti. Questo ancor di più perché era il duecentesimo. Mi ha fatto piacere festeggiarlo insieme al mister e a tutto lo staff. Sono davvero orgoglioso di questo traguardo. Esteticamente il gol più bello è stato quello di Cagliari. Di brutti ce ne sono stati tanti, forse tra i più brutti qualche palla che mi è rimbalzata addosso”. Il miglior marcatore della storia della Lazio ha inoltre toccato diversi temi nel corso dell’intervista, dalle similitudini tra il suo carattere e quello della Lazio come storia di squadra, passando per i rapporti avuti con i diversi allenatori nel corso della sua carriera fino alla leggendaria stagione da 36 gol conclusasi poi con la vittoria della scarpa d’oro. Di seguito le sue dichiarazioni:
Cosa hanno in comune Immobile e la Lazio?
“Il non arrendersi mai e il raggiungere gli obiettivi anche nei momenti difficili. La Lazio ha avuto tanti top player nella sua storia. Mi sarebbe piaciuto giocare con Signori o con Salas. Dico Signori perché gli piaceva fare gol ma anche passare la palla al compagno”.
Secondo te quale è la tua miglior versione?
“L’Immobile del 17-18 e quello della Scarpa d’Oro sono tutti e due forti. Riuscivo a sfruttare al meglio le occasioni nell’area avversaria. Ero una macchina infallibile. Mi è piaciuta anche la prima stagione con Sarri, quella dei 27 gol in campionato. Sono riuscito a dare il massimo sia con Sarri che con Inzaghi”.
Hai avuto allenatori come Sarri, Zeman e Inzaghi. Che similitudini trovi tra loro?
“Sono molto diversi. Quello più indecifrabile è Zeman. Quando tutto sembrava andare bene, per lui era tutto sbagliato. Era anche divertente come cosa. Ognuno di loro mi ha insegnato tante cose, ho cercato di prendere il meglio. Chi fuma di più tra Zeman e Sarri? È una bella lotta. Il difensore peggiore? Chiellini oltre alle qualità da difensore è uno che non molla mai. Molte volte noi attaccanti aspettiamo momenti di defaillance del difensore, con Chiellini questo era veramente complicato“.
Che ruolo ha Immobile in quanto capitano?
“Con Romagnoli ho fatto un bel lavoro. Abbiamo parlato molto per convincerlo a venire alla Lazio. Anche con la società spesso ci siamo confrontati sugli aspetti comportamentali. Loro potevano scegliere 4-5 prospetti da comprare. La differenza la faceva se noi gruppo squadra esprimevamo un giudizio favorevole o contrario. Io ho molti amici nel calcio, ho sempre cercato di avere buoni rapporti con tutti. La prima amicizia è stata con Maniero, un bravissimo ragazzo di Napoli. Poi con Lorenzo Insigne, Pellegrini della Roma, Mattia Zaccagni”.
Chi ti ha impressionato di più in allenamento?
“Nani, era fortissimo, mi ha subito colpito. Luis Alberto è stato eccezionale nel lavoro che ha fatto per riprendere se stesso e la Lazio. All’inizio ha fatto tanta fatica ad ambientarsi. Poi, con il lavoro e il sacrificio è venuto fuori il calciatore che conosciamo ora. In allenamento subito si capiva che fosse un gran calciatore”.
Quale è stato il sacrificio piu grande dei tuoi genitori?
“Lasciarmi andare da piccolo. Per la mentalità di mia madre era inconcepibile. Per lei era una cosa inaccettabile. I primi tempi sono stati duri, ma avevo così tanta voglia di emergere che poi tutto è stato semplice”
Come comporrebbe Immobile l’attaccante perfetto?
“Piede destro Batistuta, sinistro Adriano, colpo di testa Trezeguet, opportunismo Inzaghi. Tecnica? Ronaldo il fenomeno, R9″.
Il nuovo Immobile?
“Ho sempre detto che non è tanto nelle caratteristiche, quello che conta in questo sport è la continuità. È la continuità che ti permette di migliorarsi e raggiungere altri record. Tutti possono fare 20 gol in un campionato. Ma farne in cinque campionati è complicato. A livello di caratteristiche fisiche ce ne sono tanti bravi. Quello che serve è la continuità. Tra 20 anni, se una volta chiuso col calcio avrò raggiunto i miei obiettivi, sarò felice. Se dovessi parlare col Ciro bambino gli direi di continuare a fare quello che sta facendo. Alla Lazio augurerei di continuare a crescere, in questi anni ho visto dei miglioramenti pazzeschi. È una squadra che può raggiungere obiettivi importanti nel breve periodo e affermarsi come una squadra di livello mondiale”.