Lazio, Luis Alberto: “Immobile mi deve ancora una cena. Il calcio di oggi è un po’ noioso”. E su Patric…

A pochissimi giorni dalla sfida tra Salernitana e Lazio, il centrocampista della Lazio Luis Alberto è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio raccontando un po’ della sua personalità, della famiglia e dei suoi compagni alla Lazio: “Ciro non mi ha pagato ancora una cena per tutti gli assist (ride, ndr). Sto attendendo. Stiamo in un momento in cui per noi è fondamentale ogni partita per mettere a posto la classifica di Serie A e se possibile arrivare agli ottavi di Champions. Nel calcio di oggi è difficile vedere così tanti giocatori di talento.

Il calcio ora è un po’ noioso. Sembra che non corro, poi sono il primo. Sono un giocatore che si vede di più palla al piede, ma non si vede quello che faccio difensivamente. Devo fare il mio lavoro ed essere più pulito con la palla”.

“La mente si può allenare. È la cosa più importante che va fatta da subito, da piccolo. Bisogna lavorarci subito sull’aspetto mentale perché ti fa crescere tanto. Talento? Non si allena. Puoi allenare le abilità, ma chi nasce con talento è diverso. Non c’è bisogno solo di ragazzi che vanno in accademia e tornano a casa a giocare. Serve il talento della strada, quello che c’era prima. Quando avevo 20 anni pensavo di essere un fenomeno, ma non lo ero. Al Liverpool, infatti, non giocavo mai”, ha poi proseguito lo spagnolo soffermandosi su quanto sia importante allenare, oltre che al fisico, anche l’aspetto mentale.

“Io rimango spesso a casa con i miei figli, perché non si divertono fuori. Soprattutto Luca, si arrabbia subito. L’altro giorno però ci siamo fatti una passeggiata per Roma. Mia figlia ha un dono per gli sport, meno che per il calcio. Ora gioca con me e con la mamma a golf. Anche tennis, vuole fare tutto: ballo e canto, è bravissima. Luca dice di voler essere ingegnere”, ha continuato il “Mago”, parlando un po’ del rapporto familiare e con la città di Roma.

“Patric? Veramente ha fatto un cambiamento negli ultimi 2 anni pazzesco. Lo conosco da tanti anni. Ha quella qualità tecnica spagnola che lo aiuta molto, e negli ultimi anni lavora tanto anche a a casa e a livello mentale, quello che mancava”, ha concluso il numero 10 della Lazio elogiando il suo amico e compagno di squadra Patric.