Esclusiva, Toni Malco: “Domani festeggeremo quarant’anni di Vola Lazio vola. Ecco a cosa assisteranno i tifosi”

Quarant’anni di Vola Lazio vola. Domani alle ore 21 nella Sala Sinopoli dell’Auditorium di Roma, il cantautore Toni Malco e il nostro direttore Guido De Angelis condurranno una serata che sarà dedicata a ripercorrere questi quarant’anni, tramite amarcord, canzoni e grandi ospiti. La nostra redazione ha intercettato Toni Malco, autore del famoso inno, che ha parlato di cosa accadrà domani sera e ha parlato delle origini dell’inno, quando nel 1983 Giorgio Chinaglia gli chiese di scrivere un inno per la Lazio. Di seguito le sue parole.

Come nasce l’evento di domani sera?

“Vola Lazio vola è una canzone che ha fatto il giro del mondo, sono passati quarant’anni, un periodo significativo con un milione e trecentomila copie vendute. L’evento è nato da un’idea dell’assessore Alessandro Onorato, mi ha proposto questa occasione che non mi sono lasciato sfuggire. Ci ha messo a disposizione una splendida location come la Sala Sinopoli che ha già circa mille persone prenotate e penso che ne arriveranno altre duecento all’ultimo momento, come spesso accade”.

Cosa dovranno aspettarsi i tifosi che ci saranno domani?

“Ci saranno tanti momenti di amarcord, videosaluti di chi non è potuto venire come Karl-Heinz Riedle e ci saranno circa ventisei-ventisette calciatori tra cui Giordano e Manfredonia. Ripercorreremo quarant’anni insieme e canterò tutte le canzoni dal vivo: anche alcune mai cantate live come ad esempio Quando Giorgio tornerà, che incisi quarant’anni fa ma non ho mai cantato in pubblico. Non mi sarei mai aspettato quarant’anni fa che oggi saremmo stati qui a festeggiare questo grande successo. Questa canzone ha fatto il giro del mondo dal Giappone alla Spagna, fino ad arrivare al Brasile, Argentina e Inghilterra. Ed è tutto nato per gioco. A me questo brano ha un po’ condizionato la carriera visto che in Italia i pregiudizi fioccano quando ti schieri in modo così evidente, ma non me ne frega niente, è una cosa che rifarei altre mille volte. Domani, insieme a Guido De Angelis, condurremo questa serata che vedrà come madrina una tifosa d’eccezione: l’attrice americana Demetra Hampton, che da quando è a Roma è un’accanita tifosa della Lazio. Ci sarà un momento dedicato a Giampiero Galeazzi, con la figlia Susanna che oggi è giornalista di Mediaset. Tanti ingredienti che faranno in modo che questa diventi una serata unica nel suo genere. Non so quante squadre possano vantare una situazione così singolare. Ne sono orgoglioso, spero di emozionarmi insieme alla gente perché ripeto sempre che quando le canzoni si scrivono poi non sono più tue, ma sono di chi li ascolta e le fa sue portandole nel cuore e nei ricordi. Ogni musica t’aiuta a ricordare un periodo, un avvenimento. Le canzoni sono belle quando ti lasciano un segno importante dentro. Nel caso di noi tifosi laziali ci può essere Vola Lazio vola, Cent’anni d’amore, tante canzoni ma una su tutte Quanta strada Tom che dedicai a Maestrelli. Dei brani che hanno trovato il consenso di tutti”.

Avrebbe mai pensato che Vola Lazio vola sarebbe stata così importante negli anni successivi?

“No. Avevo 27 anni e avevo già fatto dei dischi con la RCA, ma quando Chinaglia mi chiese di scrivere un inno per la Lazio io non stavo più nella pelle. Mi sono impegnato al massimo per scrivere qualcosa che potesse far breccia nel cuore di Giorgio (Chinaglia, ndr) e quando lui la sentii si commosse e mi disse che era bellissima e che sarebbe stato un successo. È stato un veggente perché questa canzone continua ancora a riempirci l’etere di emozioni di generazione in generazione. Non finirò mai di ringraziare tutto il popolo biancoceleste, ma anche il non biancoceleste visto che ricevo attestati di stima anche da altre tifoserie. C’è gente che mi dice che la cosa più bella che ha la Lazio è l’inno, per cui è un motivo di grande soddisfazione. Grazie soprattutto alla Curva Nord e a tutto il popolo laziale che mi ha regalato questa bella soddisfazione”.

Negli ultimi mesi sul web è tornato di moda il video in cui cantavate l’inno insieme a Giordano, Manfredonia e D’Amico nel 1984. Cosa ricorda di quel momento e in particolare di Vincenzo D’Amico?

“Domani ci sarà un grande assente che è Vincenzo D’Amico. Ricordo che loro facevano sempre un po’ i distaccati, ma in realtà poi erano contentissimi. D’Amico disse: ‘Vengo in studio, però facciamo presto’, invece non se ne andava più, gli piaceva stare con la cuffia e il microfono a cantare. Lo stesso è stato per Giordano. Un po’ meno per Manfredonia perché era veramente una campana quando cantava (ride, ndr). Con lui la prima registrazione sembrava la peggiore, ma alla fine abbiamo lasciato quella perché non è riuscito più a farla meglio, ci siamo tenuti il primo take”.