Al termine di Lazio-Fiorentina, posticipo della decima giornata di Serie A, arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore Guido De Angelis. Eccole di seguito.
PROVEDEL 6,5 – Viene premiato prima del fischio d’inizio col riconoscimento “Felice Pulici” dal figlio di Felice, Gabriele, per essere stato il primo portiere della storia della Lazio ad aver segnato in una gara di Champions League. Saluta i suoi sostenitori, poi si prende ancora una volta i pali dopo lo spavento di Reggio Emilia. In casa all’Olimpico quest’anno è riuscito a tenere la porta inviolata soltanto con il Torino, per poi dover raccogliere svariati palloni dalla nostra rete. Si fa saltare da Beltran che scarica in porta, ma per fortuna il VAR annulla per controllo col braccio. Provvidenziale nella prima frazione su Nico Gonzalez dopo un orrore di Marusic: parata che non ruba l’occhio, ma determinante. Qualche minuto prima, aveva toccato la sfera con la mano di richiamo dopo il palo di Beltran, togliendo la sfera dai piedi di Quarta, che avrebbe dovuto soltanto appoggiare in rete. Nella ripresa deve distendersi su Maxime Lopez e bloccare in presa sicura su Nzola. Sbaglia soltanto un’uscita, ma Romagnoli toglie le castagne dal fuoco mandando in corner. Coraggioso al minuto 87, quando esce al limite dell’area e subisce fallo da Nzola. Secondo clean-sheet stagionale, se l’è meritato, giocando benissimo anche con i piedi.
LAZZARI 6,5 – Dopo aver rifiatato a Rotterdam gli viene nuovamente concessa un’opportunità sulla fascia di Nico Gonzalez. La sensazione è che dal miglior rendimento di questo ragazzo nelle due fasi potremmo trarre grandi benefici in termini di risultati. Grande corsa, si becca un giallo forse eccessivo alla mezzora e rischia molto sulle seguenti proteste. In fase conclusiva, purtroppo, non incide, e si segnala soltanto per un cross al volo completamente fuori misura. Tuttavia, disputa un secondo tempo di ferocia agonistica e non viene condizionato dall’ammonizione, andando sempre a contrasto con Nico Gonzalez, che questa sera è riuscito a limitare molto. Commette qualche errore, ma stasera ci ha messo l’anima e va premiato.
PATRIC 6,5 – Complice l’infortunio di Casale si riprende il posto da titolare che, a causa del rendimento da horror dell’ex Verona, probabilmente gli sarebbe stato dovuto anche in assenza di problemi fisici del compagno. Sempre il migliore del reparto, accorcia sempre bene su Nico Gonzalez, non fa mai un passaggio banale in fase di impostazione, riuscendo a tagliare il campo e fungendo da primo regista difensivo. Nella ripresa conferma il primo tempo, giganteggiando sugli avanti della Fiorentina. Astuto su Beltran, a cui dà sistematicamente una piccola spinta ritardando il tempo dello stacco e lasciando sfilare il pallone. Bellissima l’immagine del match, quella in cui nel finale di gara chiude gli occhi per non guardare il rigore di Immobile ed esulta sentendo il boato dell’Olimpico. L’ennesima grande prestazione, forse sembrerà incredibile ma è diventato col tempo un calciatore importante per noi.
ROMAGNOLI 5,5 – Fa 13 in stagione, come il suo numero sulla maglia. Con il k.o. di Casale è ancor più determinante al centro della retroguardia. Questa sera affronta una formazione che non dà punti di riferimento ed è chiamato a dividersi tra Bonaventura e Beltran. In ritardo su Beltran in occasione del gol poi annullato per controllo di mano del centravanti viola, nei primi 45’ dà l’impressione di soffrire punta e sottoposta dei toscani. Si riprende nel secondo tempo, vincendo i duelli aerei con Beltran e Nzola e anticipando l’ex attaccante dello Spezia sull’unica uscita a vuoto di Provedel. Decisamente meno bravo di Patric in impostazione, beneficia spesso del grande lavoro del compagno di reparto. Continua a non piacermi molto e non prende la sufficienza perché da uno con la sua leadership mi aspetto sempre qualcosa in più.
MARUSIC 5 – Non gli basta neppure la performance imbarazzante di Rotterdam per essere scalzato dalla corsia sinistra, segno che in estate non sono arrivati interpreti in grado di farci alzare il livello. Da destro che gioca sulla corsia mancina, in fase offensiva perde sempre almeno un tempo di gioco e finisce per rallentare la manovra, ma il tecnico lo schiera lì perché si fida della sua tenuta difensiva sul pericoloso Ikoné. Primo tempo da scolaretto alle prime armi, macchiato da due errori da matita blu: prima non fa la diagonale su Beltran che colpisce il palo, poi, invece di far uscire il pallone, lo rimette in mezzo al campo con la testa, servendo Ikone che manda in porta Nico Gonzalez: per sua fortuna Provedel mura. Parisi andrebbe aggredito sulla fascia sinistra con continue sovrapposizioni, ma nei primi 45’ non ne fa neanche una. Non c’è niente da fare, l’unica cosa che sa fare è ricevere il pallone e lanciare lungo, per il resto non usa il sinistro neppure per camminare. A mio avviso renderebbe meglio a destra, se Pellegrini non sta mai giocando evidentemente il mister ancora non si fida di lui.
GUENDOUZI 5,5 – A sorpresa viene confermato in campionato dopo un ingresso non idilliaco in Champions League, in questo momento – evidentemente – dà più sicurezze di un Kamada che è ormai diventato un oggetto misterioso. Ancora non ha convinto, ha enormi margini di miglioramento in entrambe le fasi di gioco, specie in quella difensiva, quando spesso arriva in ritardo ed è approssimativo in marcatura. Quando può attaccare è timidissimo, non ha la sensibilità nel primo controllo e spesso regala la sfera al rivale. Tanta corsa e poca qualità, ha il solo merito di fare ammonire Duncan in un primo tempo di pura sofferenza. A inizio ripresa perde un pallone sanguinoso al limite dell’area, Patric salva. Avrebbe fisico, centimetri ed esperienza, ma non fa valere nessuna delle tre. Ancora indietro, esce a metà ripresa per Vecino.
VECINO 6,5 – Entra al 67’ e ha 22 minuti più recupero per incidere. E, come spesso gli capita in questa stagione, incide. A dieci dalla fine prova il destro da fuori area che si spegne a fil di palo strozzando l’urlo dell’Olimpico. Ma la giocata più importante arriva dopo il novantesimo: solito inserimento in area, sul cross di Pedro colpisce di testa il braccio di Milenkovic e si guadagna il rigore che decide la partita. Non è un calciatore che ruba l’occhio, ma è sempre ben posizionato e riempie bene l’area di rigore, ogni volta.
ROVELLA 5,5 – Reduce dalla prestazione terrificante col Feyenoord, si riprende la regia nella speranza di soffrire di meno in fase di filtro. Gli è richiesta una partita tosta, perché giochiamo contro una delle ultime squadre rimaste che fanno del trequartista un’arma decisiva. Sempre in ritardo su Bonaventura, si applica nel cercare l’anticipo e mordere le caviglie all’avversario, ma non gli riesce quasi nulla. Nel recupero del primo tempo si addormenta in area di rigore e rischia tantissimo, stendendo Ikoné. Al break si prende il giallo prima di raggiungere gli spogliatoi. Paradossalmente, se nel primo tempo era stato sovrastato, nei dieci minuti della ripresa fa meglio dei primi 45’, rendendosi conto di essere il centrocampista a cui Italiano concede più libertà. In questo momento Sarri sta insistendo su di lui per fargli assimilare i suoi concetti e trovare continuità. Esce al 63’ per Cataldi.
CATALDI 5,5 – Non impeccabile neppure Danilo questa sera, lui che di solito era entrato in campo sempre bene. Chiariamoci, il piglio con cui subentra è il solito, e a differenza di Rovella cerca e trova maggior verticalità. Però poi ha il demerito di perdere un pallone (non semplice) che Maxime Lopez trasforma in una chance da rete prima del recupero.
LUIS ALBERTO 5 – Non riposa mai a beneficio di Kamada e anche stavolta parte dal 1’, avendo nella Fiorentina una delle vittime preferite. Bonaventura gli gioca a uomo e lui, come sempre in queste circostanze, è messo fuori partita. Non riesce a giocare mezzo pallone con tranquillità, e ne sbaglia in quantità industriale. Indolente, non accompagna mai l’azione ed è indolente già sul primo pressing. Quando Arthur pesca in verticale Bonaventura, lui è sempre in ritardo. Combina danni anche in fase di avvio di azione, con due tacchi in uscita che rischiano di costarci caro. Calcia dalla destra due punizioni inguardabili sul secondo palo dove non c’è letteralmente nessuno dei nostri. A inizio ripresa continua a perdere palloni, calcia malissimo il terzo piazzato della sua partita e poi prova a mettersi in proprio con un destro rasoterra che è una telefonata a Terracciano, ma anche il primo tiro in porta della nostra partita. Qualche minuto dopo, servito da Felipe Anderson in area piccola, cestina l’unica vera occasione della sua partita calciando addosso all’estremo difensore avversario. Una serata-no, c’è poco da aggiungere. Infatti, Sarri lo toglie dal campo al 66’ per inserire Kamada.
KAMADA 6 – Entra con meno timidezza del solito. Sarri ammette che vorrebbe dargli più spazio, ma il calendario quasi proibitivo e le caratteristiche degli avversari lo stanno relegando spesso in panchina. Si muove bene e pesca Felipe Anderson in profondità mandandolo in porta. Nulla di trascendentale, ma qualche piccolo segnale di crescita che dovrà essere corroborato dalle prossime prestazioni. Son convinto che a breve troverà più spazio.
FELIPE ANDERSON 6+ – Sarri distribuisce prima le maglie del brasiliano e di Luis Alberto, poi le altre. Se in Europa soffre l’aggressività dei rivali, l’Italia sembra essere la sua zona di comfort in termini di continuità di prestazioni, ma questo ragazzo deve fare grandi progressi in zona realizzativa. Parte in sordina e disputa un primo tempo di sacrificio, mettendo comunque in difficoltà Biraghi e compiendo due ripiegamenti difensivi d’autore che sbrogliano due situazioni potenzialmente pericolose. Non esce mai dalla partita e nella ripresa fa tre ottime cose: prima mette Luis Alberto a tu per tu con Terracciano, poi chiama Terracciano al miracolo da un metro e infine, lanciato in profondità da Kamada, trova il muro di Milenkovic al 70’. Nell’occasione temporeggia troppo e come spesso gli capita non cerca la porta. Non trova la gioia personale ma è sempre propositivo e gioca sulla linea del fallo laterale correndo tantissimo, non a caso non esce dal campo. Nel dopo-gara Sarri spende per lui parole al miele, evidenziando di averlo visto in crescita e protagonista di grandi allenamenti in settimana. Speriamo che presto possa concretizzare di più sotto porta.
TATY 6,5 – A Rotterdam si era divorato un gol clamoroso da due passi e aveva spedito alto di testa un cross di Zaccagni, ma aveva anche conquistato un calcio di rigore e dato la sensazione di far giocare bene gli esterni d’attacco, offrendo diverse soluzioni e facendo grande movimento. Nella prima frazione non fa nulla di eclatante, ma dà sempre un’opzione al compagno di squadra e si getta a capofitto su ogni pallone, perfino sui lanci lunghi di Marusic. E’ un calciatore difficile da marcare per i difensori avversari. Al 54’ conferma di non essere propriamente un bomber, quando su assist di Zaccagni si mangia un gol davanti a Terracciano senza centrare lo specchio. Al 65’ soffia il pallone a Milenkovic e apre per Anderson, che serve Luis Alberto per l’occasionissima. Esce dal campo, sfinito, a dieci minuti dalla fine, dopo aver sradicato altri due palloni ad Arthur. Non sarà un goleador, ma di Immobile ha la generosità e la grinta. E anche stasera è stato utile alla causa.
IMMOBILE 6,5 – Ha dodici minuti più recupero in cui vorrebbe spaccare il mondo e commette due falli su Martinez Quarta. Fa da sponda per Vecino che calcia dal limite, palla fuori. Al 90’ non sarebbe giudicabile, ma al 93’ si incarica della battuta di uno dei calci di rigore più pesanti degli ultimi mesi. Del resto, è l’unico a poter gestire la pressione di palloni così delicati. Fa gioire il popolo laziale con l’ultimo pallone della partita, ora speriamo possa rimettersi in forma e allenarsi a dovere senza ricadute.
ZACCAGNI 6 – Deve alzare il rendimento delle sue prestazioni, perché è vero che si tratta di uno dei pochissimi ad essere quasi sempre arrivato al “6” in questa stagione, ma raramente ha fatto partite da ampia sufficienza. Questa sera ha davanti un cliente scomodo come Parisi, schierato sulla fascia opposta rispetto a quella di competenza. Fa tutto bene nella preparazione, ma è impreciso nell’ultima scelta e deve migliorare la confidenza con la porta. Nel primo quarto di gara spreca una ghiotta chance calciando a lato col destro, nella ripresa fa ammonire Bonaventura (da rosso) e dà il là alle occasioni di Anderson e Luis Alberto, poi si becca il giallo per un fallo di frustrazione su Parisi. Partendo sul filo del fuorigioco aveva anche servito a Castellanos un cioccolatino che l’argentino non scarta a dovere.
PEDRO 6,5 – Entra al posto di Zaccagni per l’ultima dozzina di minuti. Tocca pochi palloni e dal momento del suo ingresso la Lazio non è più pericolosa in avanti. Poi, però, a campioni del suo calibro basta un pallone decidere. Così, al minuto 91, invece di tentare il secondo cross col destro della sua partita, decide di puntare Ikoné per andare sul sinistro e pennellare un cross che finisce sulla testa di Vecino e vale il penalty. Dopo Atalanta e Celtic, vinciamo ancora una volta con i cambi.
SARRI 7 – Opta per i soliti 4/5 cambi dall’ultimo match, confermando il centrocampo che ormai è consolidato per la Serie A. Patric per Casale è una rotazione obbligata, rientrano Lazzari, Guendouzi e Castellanos. Formazione per metà italiana e non troppo spregiudicata, il mister è consapevole del potenziale offensivo dei toscani e predilige uno scacchiere accorto. Meglio gli ospiti nel primo tempo, ma nel secondo prendiamo coraggio e legittimiamo i tre punti, che sono pesantissimi. Terza vittoria consecutiva tra le mura amiche, un’altra squadra importante battuta in campionato dopo Napoli e Atalanta.