Meno di 24h a Feyenoord-Lazio, sfida che si svolgerà alle 18.45 di mercoledì 25 ottobre e vedrà i biancocelesti andare a caccia di punti fondamentali in ottica qualificazione agli ottavi di Champions League. Dalla sala stampa del De Kuip ha parlato il difensore laziale Alessio Romagnoli sottolineando l’importanza e la difficoltà della sfida di Rotterdam. Il numero 13 della Lazio ha inoltre specificato l’onore che si prova a giocare da laziale la Champions League con l’aquila sul petto ed infine di come la squadra si sia ricompattata dopo le iniziali difficoltà stagionali.
-Così Romagnoli ha presentato la partita:
“Sappiamo che non abbiamo fatto un gran inizio di stagione in campionato, la risalita sarà lunga. Siamo in una striscia positiva, vogliamo prolungarla domani. Sarà un match difficile, su un campo difficile contro una squadra attrezzata. Noi dobbiamo essere coscienti della nostra forza per giocare al massimo la partita”
-Tu sei alla Lazio per giocare queste partite. Da tifoso che emozioni si provano?
“Difficile da spiegare. Già è bello giocare per la Lazio, poi fare queste competizioni è ancora più bello. Devo mettere da parte le emozioni e ogni volta che scendo in campo so che devo dare il massimo come sempre”.
-Difesa punto forte dello scorso anno, ma quest’anno ci sono stati problemi. Sabato si è rivista quella dello scorso anno. Cosa è successo?
“C’è sempre da stare attenti altrimenti le partite finirebbero 0-0. Sappiamo che in fase difensiva non abbiamo fatto un grande lavoro, ma non solo i difensori, tutta la squadra. Dobbiamo continuare a lavorare per migliorare ogni giorno per fare sempre il massimo. L’obiettivo è concedere sempre meno come è successo nelle ultime partite”.
-Tu che hai tanta esperienza cosa puoi dare a livello di esperienza. Slot ha detto che la Champions dà più carica rispetto alle altre competizioni
“La Champions è la più bella competizione che ci sia. Sono tutte partite speciali e bellissime. Solo un sogno giocare queste partite. Io cerco di dare tutto quello che ho. Cerco di essere di esempio e di andare a mille. Io, Ciro, Pedro e Luis, noi vecchietti dobbiamo essere di esempio per la squadra”.
-Senti la squadra più compatta?
“All’inizio i nostri errori sono stati anche per mancanza di cattiveria non solo per problemi fisici. Li abbiamo analizzati e chiariti. Abbiamo lavorato sui nostri concetti. Le gambe all’inizio possono girare meno, ma il problema eravamo noi”.