Al termine di Sassuolo-Lazio tornano dopo la sosta, come di consueto, le pagelle del nostro direttore Guido De Angelis.
PROVEDEL 6 – Nonostante un problema fisico che lo ha tormentato per tutta la sosta, scende in campo da titolare al rientro dalla pausa delle nazionali. Spettatore non pagante nel primo tempo, nella ripresa deve distendersi a terra su Thorsvedt. Al minuto 59’ rischia di combinare un pasticcio clamoroso uscendo dall’area di rigore e bloccando la sfera con le mani, ma ha la fortuna di averla tenuta sulla linea dell’area di rigore. E che sia stato fortunato lo si capisce dal sorriso a trentasei denti che esibisce per il minuto successivo alla revoca del cartellino rosso. Siamo della Lazio e un brivido sulla schiena non può mancare neppure in una serata in cui soffriamo pochissimo.
LAZZARI 6 – Al netto di un cliente scomodo come Laurienté, Sarri gli dà nuovamente fiducia sulla corsia destra, confidando nella sua applicazione e nelle sue discese in avanti. Ci mette tanto impegno e corre come un forsennato per tutto il match, contenendo bene il rivale e facendo delle buone diagonali. In fase offensiva è perennemente un disastro nell’ultimo passaggio: oggi avrebbe potuto fare tre o quattro assist. Ogni tanto, per prendere l’iniziativa, si trascina il pallone fuori, e nel finale tenta un dribbling assurdo da ultimo uomo. Per le sue potenzialità, dovrebbe chiedere a se stesso ancor di più.
PATRIC 6,5 – Il difensore centrale ormai “da Champions” viene schierato al posto di Casale al fianco di Romagnoli per velocizzare l’uscita palla dal basso. Autore di una prestazione quasi perfetta, non sbaglia nulla in fase difensiva ed è il nostro primo regista. Con i suoi passaggi in verticale avvia l’azione e salta la prima linea del Sassuolo, pescando centrocampisti e attaccanti. Con una punta brava in elevazione, a volte possiamo anche permetterci di partire con un preciso lancio lungo. Non sbaglia nulla tecnicamente, è sempre lucido nel decidere quando andare sul corto e quando sul lungo. Bravissimo.
ROMAGNOLI 6,5 – Il gran lavoro dei terzini, del compagno di reparto, dei centrocampisti e della linea facilita la sua performance. Dopo qualche prestazione di luci e ombre, questa sera è impeccabile negli anticipi e nei duelli aerei. Anche lui è sempre molto pulito negli interventi ed è attentissimo nel seguire sempre l’azione. Cancella letteralmente dal campo Pinamonti. Va due volte vicino al gol da corner, chiamando Consigli al miracolo.
MARUSIC 6 – Trasloca a sinistra col compito specifico di controllare le folate dello spauracchio Berardi. Benché sia l’ultimo dei nazionali rientrati a Formello, anche questa volta – come normalmente con Leao e Kvara – viene adoperato per contenere la veemenza del top player della squadra avversaria. Grazie al lavoro corale riesce a cavarsela bene, e qualche volta si toglie anche lo sfizio di sganciarsi in avanti. Vince i duelli fisici e gestisce ogni frangente con intelligenza.
GUENDOUZI 6 – Dopo l’ingresso positivo a Glasgow e la buona prima parte di gara con l’Atalanta, Sarri – che ci ha lavorato durante la sosta – prova a riconfermarlo in mezzo al campo nel ruolo di mezzala destra con licenza di inserimento in area rivale. E’ il primo ad andare in pressione alta, dando l’impressione di cominciare a divertirsi. Si incunea in area in entrambi i tempi, sbagliando solo nell’ultimo passaggio. Nel primo tempo calcia due volte verso lo specchio, anche nella ripresa si fa sempre sentire in fase offensiva. Deve migliorare in fase di non possesso, ma è in netta crescita.
VECINO 6 – Altro ingresso brillante. Ferma Laurienté, libera l’area di rigore sbrogliando qualche situazione potenzialmente pericolosa. E’ in uno stato di grazia dal punto di vista mentale, ma prende mezzo voto in meno per aver cestinato per superficialità un gol di piatto praticamente già fatto.
ROVELLA 6 – L’ultima buona prestazione all’Olimpico gli vale la titolarità in cabina di regia su un campo difficile. Come con l’Atalanta, sciorina personalità e fa un’ottima interdizione, ma non si prende la responsabilità delle verticalizzazioni e gioca molto in orizzontale. Senza strafare, disputa un primo tempo di sostanza e di aggressività, trovando bene la posizione e senza mai nascondersi. Ripartenza sottotono dopo il break, viene sostituito da Cataldi al 53’.
CATALDI 6,5 – Altro ingresso da protagonista, la fotocopia di Lazio-Atalanta. Subentra in una fase delicata del match e si piazza davanti alla difesa giocando in scioltezza. Cerca la verticalità, dà serenità ai compagni di reparto e sfiora un gol da cineteca con un destro al volo dall’elevato coefficiente di difficoltà, che si stampa sul palo. Calcia molto bene anche i corner. Risorsa importante, ancora una volta.
LUIS ALBERTO 7,5 – Il tecnico gli chiede di far girare rapidamente il pallone per eludere il feroce pressing del Sassuolo e di mettere a disposizione dei compagni qualità e geometrie. Ispirato, è su tutti i palloni e li gioca con grande decisione e carisma. Le sue sono trame sopraffine, ma c’è anche il carattere, come quando dà una spallata a Ruan, gli strappa il pallone e fa scaturire il gol del vantaggio di Felipe Anderson. Prontissimo a sfruttare l’errore di Boloca e a segnare – da opportunista – il gol del raddoppio. Il solito “vaffa” al momento del cambio, ma anche le dichiarazioni al miele del finale di gara, quando ammette di non essere mai stato così completo, mai così in fiducia, e mai così divertito dal modo di giocare.
KAMADA NG – Entra al posto di Luis Alberto a dieci dalla fine e si muove tanto senza palla, offrendo sempre una soluzione al compagno. Sbaglia la misura dell’assist per Zaccagni in campo aperto, ma dà l’impressione di iniziare a capire le richieste di Sarri. Sarà utilissimo.
PEDRO 6 – Decisivo col Celtic da subentrato, prezioso con l’Atalanta a gara in corso, il mister concede allo spagnolo la prima da titolare in questa stagione. Non ha grandi occasioni da rete, ma gioca ogni pallone in maniera sublime dal punto di vista tecnico, sacrificandosi tantissimo in fase di ripiegamento. 50 minuti di maturità e acume tattico, poi lascia il posto a Zaccagni.
ZACCAGNI 6,5 – Entra in campo con ottima verve, calcia tre volte in porta, duetta in modo supersonico con Luis Alberto e crea la superiorità numerica. Va vicino alla gioia personale in più di una circostanza, mettendo minuti nelle gambe in vista del mercoledì di Champions League. Deve essere più efficace sotto porta per la maturazione definitiva.
TATY 7 – Guida l’attacco della Lazio dall’inizio per la terza partita consecutiva. A tratti sembra giocare da anni con i compagni. Dinamico, è un moto perpetuo e fa stancare la retroguardia neroverde svariando su tutto il fronte offensivo. Apre spazi per i compagni con finte di corpo, sponde intelligenti, colpi di testa sempre funzionali alla manovra. Viene a legare il gioco con ottima tecnica e gioca da indemoniato. Bello da vedere, ha il piccolo demerito di cercare poco la porta. Ma gioca per i compagni e in occasione del gol che stappa il match da una spallata a Pedro, si prende la sfera e serve a Felipe Anderson un cioccolatino solo da scartare. Esce al 78’ per Immobile.
IMMOBILE NG – Dopo due settimane di chiacchiere anche eccessive, entra in campo per gli ultimi dodici minuti e già gravato di un’ammonizione rimediata in occasione della provvisoria espulsione di Provedel. Si mette a disposizione dei compagni con la consueta generosità, ma ha appena dieci minuti più recupero per incidere e non è giudicabile.
FELIPE ANDERSON 7,5 – L’uomo indispensabile della Lazio è sganciato a destra nello stadio che meglio gli porta in carriera, quel Mapei in cui ha incantato con gol all’incrocio dei pali e lo scorso anno ha firmato il gol della sicurezza. E’ il suo stadio, così decide di cominciare ad essere incisivo in zona gol. Al primo tiro in porta della stagione grazia Consigli, al secondo lo trafigge portando avanti la Lazio. Il raddoppio è merito di una sua giocata e di un suo quasi-assist per Luis Alberto. Nella ripresa si accontenta e non cerca nuove gioie personali, ma è monumentale in fase difensiva. Metterebbe in porta anche Vecino, che si divora un gol già fatto. Una sola piccola (e veniale, per fortuna) macchia, quando per spazzare via la sfera la accomoda sui piedi di Thorsvedt, che va vicino a dimezzare lo svantaggio. Gliela perdoniamo.
SARRI 8 – Con coraggio tiene in panchina Casale, Hysaj, Cataldi, Zaccagni e Immobile, cioè cinque titolari indiscussi della stagione che è valsa il secondo posto. Indovina tutte le mosse e prepara una partita in cui facciamo un pressing iper-offensivo che mette alle corde il Sassuolo e fa andare in tilt i difensori emiliani. Guida i suoi dalla tribuna, li aveva spronati a sufficienza, perché entriamo in campo tarantolati e lottiamo su tutti i palloni. Gara tatticamente perfetta, ora testa a Rotterdam.