Ha vissuto una notte che mai si sarebbe immaginato, Ivan Provedel. Il portiere friulano ha inaugurato il suo debutto in Champions League con una rete allo scadere, che ha garantito il pareggio alla Lazio contro l’Atletico Madrid. Difficilmente, per un portiere, si poteva desiderare di più. “Qui c’è un bimbo che sognava, che sogna e che continuerà a sognare. Forza Lazio”, ha scritto il 94 biancoceleste sul suo profilo Instagram il giorno dopo la storica rete. Eppure Provedel, nella Capitale, era arrivato dallo Spezia per fare il secondo. Il titolare doveva essere Luis Maximiano, pagato ben 8 milioni in più: il portoghese costò alla Lazio dieci milioni, mentre l’italiano soltanto due. L’ex Spezia esordisce comunque all’8′ di Lazio-Bologna, prima giornata dello scorso campionato, a seguito dell’espulsione dell’ex Granada. Da quel momento il classe ’94 si prende completamente la scena: titolare fisso, esordisce in Europa e si distingue con grandi prestazioni. Durante l’anno diventa il terzo portiere nella storia delle aquile per minuti di imbattibilità, ben 620′ consecutivi senza subire reti. A fine campionato, a suon di grandi prestazioni e parate decisive, raggiunge ben 21 clean sheet stagionali e viene eletto come miglior portiere della Serie A. Niente male per uno che doveva fare il secondo, costato appena 2 milioni di euro. Durante l’estate successiva, Maximiano chiede la cessione. Il classe ’99 lamenta il poco spazio in campo e si trasferisce all’Almeria alla ricerca di un maggiore minutaggio. Intanto, la società di Lotito cerca un secondo portiere: Hugo Lloris, estremo difensore del Tottenham, nella squadra inglese è chiuso dal neoacquisto Guglielmo Vicario, proveniente dall’Empoli. La Lazio ci pensa seriamente, ma il Campione del Mondo vuole la garanzia del posto da titolare. Non è d’accordo Sarri, che insiste per lasciare il posto a Provedel senza ulteriori ballottaggi. Ecco dunque che la trattativa col francese salta e apre le porte all’arrivo di Luigi Sepe, più adatto per un ruolo di chioccia. Ivan Provedel resta l’uomo che difende la porta biancoceleste. La rete di martedì sera rappresenta il coronamento di un grande percorso fatto di impegno, caparbietà e favorito dagli incastri giusti nei momenti giusti. Il ragazzo nato a Pordenone ha debuttato in Serie A quando aveva ventiquattro anni, ha esordito in Europa a ventotto ed è stato determinate nel suo debutto in Champions League a ventinove. Quasi trentenne, è risultato decisivo in Coppa dei Campioni, segnando il primo gol su azione di un portiere nella manifestazione. Decisivo, ma stavolta non (solo) con una grande parata delle sue per difendere la sua porta, ma con una testata accompagnata da un grande inserimento per bucare la rete avversaria. Il giusto premio per chi ha sognato, sogna e non smetterà mai di sognare.