Lazio, Pietrangeli: “Diventai laziale grazie a Maestrelli. Ho avuto l’onore di allenarmi con la Lazio del primo scudetto”

“Il torneo che mi sarebbe piaciuto vincere è Wimbledon, è l’Oscar del tennis. Togliere l’erba da Wimbledon sarebbe un delitto. Il calcio di oggi non mi piace più, i calciatori guadagnano troppo. Nel tennis e nel golf ci sono molti soldi, ma solo se vinci. Nello sport singolo se ti fai male non giochi e non guadagni, nel calcio invece anche se sei infortunati percepisci ugualmente lo stipendio”. Così Nicola Pietrangeli, leggenda del tennis italiano, ha parlato in occasione del suo 90° compleanno, durante la trasmissione “Quelli che…” in onda sui 98.100 di Radiosei, al nostro direttore Guido De Angelis.

Il campione originario di Tunisi ha poi spiegato com’è nato il suo legame con la Lazio: “Feci un provino con la Lazio al cinodromo, ma era una sezione inferiore, non la prima squadra, – ha spiegato – ma mi sono avvicinato del tutto ai biancocelesti quando un giorno chiesi a Maestrelli, che conoscevo, di poter vedere gli allenamenti. Lui mi presentò la squadra e palleggiammo un po’, i giocatori si accorsero che ero bravino. Facemmo una partitella a due tocchi e mi chiesero la palla dandomi del lei, dieci giorni dopo mi trattavano come un amico. Una volta litigai con Re Cecconi perchè mi accusò di non avergli passato una palla, io gli ricordai che lui giocava in Nazionale e io ero un tennista, mi diede ragione. Alla fine dell’allenamento, Maestrelli fischiava un rigore a Chinaglia, altrimenti era insopportabile, quando segnava il rigore si calmava”. Il tennista, che ha vinto quasi 50 tornei in carriera, ha poi detto la sua sul tennis attuale: “Djokovic è l’ultimo Campione con la C maiuscola, gli altri devono ancora crescere. L’importante è vincere, non conta partecipare. Gli italiani stanno facendo bene. Siamo stati per 10 anni mantenuti dal tennis femminile, oggi gli uomini si stanno riprendendo la scena”, ha concluso.