Nel post-partita di Lazio-Lecce 2-2, il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri, ha commentato il pareggio in conferenza stampa direttamente dalla pancia dello Stadio Olimpico di Roma.
Di seguito le sue parole:
-Che Lazio ha visto?
“Ero più preoccupato dopo la gara contro il Milan. Oggi ho visto cose negative come per esempio il primo gol che non si può prendere e non si può rientrare in campo in quel modo fino a mandarli comodamente in vantaggio. Ho visto però anche aspetti positivi, se avessimo pareggiato prima avremmo anche potuto vincer la gara. Ho visto Immobile e Milinkovic diversi. La gestione delle pariate non è mai stato il nostro forte. Un punto preso cosi potrebbe essere importante.
-Quanto manca Cataldi? Sull’arbitro?
“Questo è il perché non faccio giocare Marcos Antonio, con Milinkovic e Luis Alberto non lo farei mai giocare. In questo momento la situazione è questa. Sull’arbitro non so che dire, mi sembra ci fosse un fatto netto su Basic ma credo fosse fuori l’area. Maresca mi piace, ma oggi ha gestito male le perdite di tempo, in Inghilterra non te lo permettono”.
-Cosa dice ai tifosi?
“Oggi la squadra non è stata piatta come a Milano, questo è un segnale. Solitamente dai momenti più difficili si esce con un pareggio. Non ci si può permettere di prendere il primo gol e di accusarlo tanto da rientrare in quel modo. Sono comunque soddisfatto della reazione. La negatività è l’unica cosa di cui non abbiamo bisogno. Bisogna capire che non è facile e dobbiamo avere la positività di pensare che ci siamo giocando qualcosa che ad inizio stagione era difficile pensare”.
-Non andare in Champions sarebbe un fallimento?
“Assolutamente no, nessuno ci pronosticava in Champions League, se qualcuno dice cazzate non mi riguarda. Sappiamo che abbiamo punti forti ma anche punti deboli. Ce la giocheremo”.
-La Lazio gestiste male i momenti delicati per la pressione?
“Non lo so, ho allenato piazze con molta pressione ma io non la sento. Non capisco come questa pressione possa ricadere sui ragazzi. Forse a Formello servirebbe di più”.
-Questo binomio con la tifoseria vi aiuta a raggiungere il traguardo Champions?
“È un pubblico che la meriterebbe. Io la squadra la difendo e cerco di fare arrivare dei messaggi ad ambiente e giocatori. Uno si deve innamorare di Formello, dei magazzinieri, del cuoco, di Olimpia. La cosa più bella è arrivare al giorno in cui vedi la maglia e ti identifichi. In questo momento non mi vedo lontano da qui”.