Lazio, Sarri in conferenza stampa: “Ci chiediamo da un anno e mezzo il perché di questi blackout, sul cambio di Milinkovic…”

Al termine della gara del Via del Mare contro il Lecce, terminata 2-1 per i padroni di casa, il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri è intervenuto in conferenza stampa.

Di seguito le parole dell’allenatore toscano:

“Ci chiediamo da un anno e mezzo cosa ci accade in determinati momenti della partita. Abbiamo approcciato bene, creando molto soprattutto nella prima mezz’ora. Qualche avvisaglia c’era stata già a fine primo tempo, quando ci eravamo abbassati, nella ripresa abbiamo perso alcuni palloni pericolosi e dopo il pareggio ci siamo consegnati. Questo ha dato forza ed energia al Lecce, inizialmente eravamo stati bravi a mandare a vuoto la loro aggressività. 

Quest’anno avevamo la sensazione di aver ridotto questa passività mentale ma oggi ci è tornata fuori, non siamo guariti da questo punto di vista. Quando si spegne la mente, i risultati sono questi. Dalla panchina non ho sentito cori razzisti, non vorrei che certi atteggiamenti venissero associati ai tifosi della Lazio, che sono rappresentati dalla maggioranza e non dalla minoranza.

Sul cambio di Milinkovic c’è stata un’incomprensione, siamo tutti responsabili allo stesso modo, oggi c’è stata confusione mentale anche fuori dal campo. Marcos Antonio è entrato bene, ci ha ridato palleggio quando non lo avevamo più. L’inerzia di tutta la squadra era ormai negativa, anche dopo il 2-1 non abbiamo avuto grandi reazioni.

Noi corriamo tanto ma non abbiamo tanti calciatori con accelerazioni importanti, è un discorso di caratteristiche di squadra. Sicuramente questa Lazio è la mia squadra che negli ultimi 8 anni ha corso di più. Quando esci dalla partita, è difficile rientrarci. Non penso che sia una questione di presunzione perché l’unico che ha vinto tutto in questa squadra è Pedro, credo sia più una questione di superficialità.

Non serve mettere la croce addosso ai ragazzi giovani entrati nella ripresa, dobbiamo piuttosto capire perché sprechiamo il nostro potenziale in questo modo. Il calo fisico è un alibi che non va dato, inoltre ci siamo spenti all’improvviso e non progressivamente. Ho scelto Pedro dall’inizio perché dava la sensazione di essere vivace così volevo sfruttarlo da subito. Felipe Anderson è andato in panchina per una semplice turnazione”.