Il nostro direttore Guido De Angelis ha stilato le pagelle di Atalanta-Lazio, gara della domenica pomeriggio disputatasi al Gewiss Stadium di Bergamo. Ecco voti e giudizi ai protagonisti biancocelesti del match.
PROVEDEL NG – Primo tempo da spettatore, ma è sempre preciso con i piedi. Nella ripresa spera di doversi sporcare i guantoni, ma l’avversario non tira mai in porta. Dà sicurezza e gestisce l’azione da dietro alla grande. Acquistone.
LAZZARI 7 – Le sue accelerazioni dovranno essere un’arma in più per il nostro scacchiere offensivo, non a caso in settimana viene provato anche da ala. Tuttavia, oggi è autore di una prestazione monumentale in fase difensiva: imbriglia prima Hateboer poi Soppy, annulla Muriel e non deve neanche spingere troppo. In crescita costante, con Sarri sta diventando un ottimo terzino. Esce a un quarto d’ora dalla fine per Hysaj. DAL 75’ HYSAJ 6 – Entra bene in campo, senza sbagliare nulla.
CASALE 7 – Alla seconda consecutiva da titolare in coppia con Romagnoli, se con l’Udinese aveva dovuto affrontare un centravanti fisico come Beto, questa volta ha l’ingrato compito di contenere Pasalic e Muriel, tra i calciatori più agili e qualitativi del campionato. Nel primo tempo è praticamente perfetto, nella ripresa perde un solo contrasto con Zapata nel recupero, vincendone una marea. Prestazione feroce, senza sbavature.
ROMAGNOLI 7 – Partita da leader della retroguardia, non perde mai calma e lucidità , è sbalorditivo in fase di impostazione e non perde un contrasto. Non mi ricordo un’imperfezione, mi colpisce la serenità che sta trasmettendo alla retroguardia. Se non prendiamo gol da sei partite ha sicuramente grandi meriti.
MARUSIC 7 – La velocità e la tecnica di Lookman rappresenterebbero sulla carta un grattacapo non da poco: il calciatore nigeriano è tra i calciatori più in forma del campionato. Ma non si vede mai. Adam disputa un primo tempo di grande applicazione, e nella ripresa decide di mettersi in proprio, partendo coi tempi perfetti e fornendo ad Anderson l’assist del raddoppio. Si schiaccia troppo al centro soltanto nella circostanza del colpo di testa di Hateboer a metà primo tempo, ma l’olandese era in fuorigioco.
MILINKOVIC 8,5 – Con l’assenza di Immobile, il capitano è – inevitabilmente – il nostro calciatore più forte. Fa girare la squadra che è una meraviglia abbinando quantità e qualità , con una personalità e una tranquillità da interprete fuori categoria. Sontuoso, si prende la Lazio sulle spalle e non sbaglia un pallone, facendo le due fasi in maniera sublime.
CATALDI 7 – Ancora preferito a Marcos Antonio in cabina di regia, ha davanti la squadra più intensa della Serie A. Tanta personalità , grande pulizia nella gestione del pallone, anche qualche giocata bella da vedere. Ha retto un’ora ma l’ha fatto alla grande. DAL 70’ BASIC 6 – Entra bene in campo, facendo spostare Vecino in cabina di regia. Discreto impatto, genera un calcio di punizione ingenuo poco prima della segnalazione del recupero.
VECINO 7,5 – Titolare inamovibile di questa squadra, è determinante nel fare il lavoro sporco a centrocampo ed è inappuntabile nella prima pressione. Si mangia i colleghi di reparto dell’Atalanta, accompagna sempre l’azione e in due circostanze va vicino al gol già nel primo tempo: se sul tiro di Milinkovic invece di andare debolmente col tacco avesse avuto più cattiveria, avrebbe potuto prendere un voto ancora più alto. Per la terza gara di fila infila i 90 minuti, calciatore di sostanza come raramente ne abbiamo avuti negli ultimi anni. Impressionante.
PEDRO 8 – Sarri ha spiegato in conferenza di non vederlo da punta centrale: gli manca l’attacco alla profondità , così è schierato da ala destra. Dove è elettrico e frizzante, oltre che terribilmente concreto: difende, attacca, serve l’assist per il gol di Zaccagni. Nello stretto non gli levi la sfera, può svariare dappertutto e portare tante soluzioni. Fa una gara di un’intensità e di un’intelligenza strepitose, senza mai calare: stasera pare sia tornato un ragazzino. Mi auguro possa recuperare e tenere questi livelli per la gara di giovedì sera: quando sta così, è straripante. DALL’ 82’ CANCELLIERI NG
FELIPE ANDERSON 9 – Nell’inconsueto ruolo di prima punta, dove lo vedremo per diverso tempo per palese mancanza di alternative a Immobile. Non si perde d’animo, anzi: è un moto perpetuo, fa impazzire la retroguardia bergamasca che non sa mai dove andarlo a prendere. Apre gli spazi ai compagni, duetta con i centrocampisti, cerca la profondità , è delizioso in appoggio e realizza un gol di pregevole fattura, che mette in ghiaccio la partita; nel finale fa espellere Muriel. Prende un voto altissimo perché per la prima volta l’ho visto incavolato, cattivo, affamato: ha corso su tutti i palloni, ha lottato, è stato meticoloso. Maurizio Sarri se l’è andato a riprendere dal West Ham dove non giocava mai, veniva da una parentesi al Porto in cui era praticamente fuori rosa, e il mister lo ha completamente trasformato: continuerà ad avere delle pause, a giocare degli spezzoni di gara abulici, non sarà mai un gladiatore, ma sta avendo una costanza di rendimento e applicazione che non aveva mai avuto. Rinato e ricostruito dal nostro allenatore.
ZACCAGNI 8,5 – Le nostre performances offensive dipenderanno dalla verve di questo ragazzo, dal suo movimento senza palla e dal suo estro sulla trequarti. Oggi fa l’ennesima partita strepitosa, finalmente attacca la porta e ci porta subito in vantaggio. Poi si mette sempre a disposizione della squadra, con qualità e cattiveria (ricordate la rincorsa e il tackle su Lookman nel primo tempo?). Alza il livello tecnico della squadra, è tatticamente intelligente e predisposto al sacrificio, mi sembra stia migliorando anche a livello di tenuta fisica: tiene botta dal primo all’ultimo minuto di gioco. Tra i calciatori più in forma del campionato.
SARRI 10 – Andiamo a Bergamo, dominiamo, siamo belli da vedere, non facciamo tirare mai in porta un avversario che storicamente rappresenta la nostra bestia nera. Incastra la partita a Gasperini, dà una storica lezione di calcio ad una rivale fastidiosissima, non fa sentire l’assenza di Immobile. Dimostra di essere un grande allenatore, che ha lavorato un anno e mezzo e ora raccoglie i frutti: la squadra lo segue, è persuasa dalle sue idee, non vuole prendere gol e tiene la porta inviolata da 6 partite, non succedeva da 25 anni. Impressionano le consapevolezze che ha trasmesso, i princìpi che ha inculcato, le certezze che palesiamo nei momenti di difficoltà della partita. Credo che all’Atalanta non capitasse di chiudere una partita senza tirare in porta da cinque/sei anni, oggi i numeri dicono che avremmo potuto giocare senza portiere. Se avesse qualche aiuto in più da parte della società potrebbe portarci ovunque, ma siamo sempre ai soliti discorsi.