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Lazio, Il capolavoro di Emiliano Gesa: “Ecco come ho realizzato il busto per Giorgio Chinaglia”

Se si pensa ad un uomo che ha reso grande il nome della Lazio, in un periodo tutt’altro che semplice, il primo nome che risalta è quello di Giorgio Chinaglia. È proprio al leggendario centravanti della Lazio del primo scudetto che lo scultore Emiliano Gesa ha voluto dedicare un busto in gesso, volto a celebrare la grandezza dell’attaccante biancoceleste.

Nella giornata di oggi, l’artista e autore del busto, si è raccontato in esclusiva ai nostri microfoni, rivelando curiosità e particolarità della sua opera:

-Com’è nata l’idea di realizzare il busto?

“Sono andato una volta in radio da Guido De Angelis con l’intenzione di creare qualcosa per Giorgio Chinaglia, inizialmente avevo l’idea di realizzare una statuina con l’iconica posa del dito alzato verso la Curva Sud. Parlando con Guido abbiamo deciso di prendere come riferimento la foto di Wembley (presente anche sullo speciale di Lazialità) la quale trasmetteva tutta la grandezza di Giorgio. Vedendo quella foto decisi di voler fare qualcosa di più grande e importante”.

-Cosa rappresenta per lei Giorgio Chinaglia?

“Purtroppo essendo dell’82 non ho avuto la fortuna di viverlo però, dai racconti di Guido De Angelis e Giancarlo Oddi, ho avuto modo di capire che Giorgio rappresentava qualcosa in più, anche oltre il campo. Guido dice sempre che Giorgio ha difeso la Lazio in ogni modo, cosa che mi ha confermato anche Giancarlo Oddi. Non è stato un semplice calciatore, ha trascinato un popolo restituendogli l’orgoglio in un momento molto difficile”.

-A livello tecnico, qual è il processo dietro la realizzazione di quest’opera?

“È un processo molto lungo, si lavora su un piano in legno di un metro con un’ asse centrale e da li con l’argilla si forma la parte bassa del petto, poi delle spalle e del collo, si continua poi con i lineamenti del viso e infine i capelli. Tutto questo richiede molta attenzione. Ho preso come riferimento sei foto di Giorgio, due del profilo destro, due di quello sinistro, una frontale e uno che mi facesse vedere la parte alta del petto. Una volta finito con l’argilla (dopo circa 65 ore di lavoro) ho fatto il calco in gesso, scolato la resina nel calco e da li è nata la prima copia in resina. Di seguito ho realizzato le atre due in gesso”.

-Oltre alla parte manuale, c’è dello studio prima della realizzazione?

“Assolutamente si, ho visto molti filmati, interviste e foto. Ho dovuto studiare molta anatomia per capire cosa c’è sotto la pelle. Tra studio e realizzazione ho impiegato circa 100 ore di lavoro”.

-Ci sono alcuni particolari ai quali ha donato maggiore attenzione?

“Si, Giorgio aveva un sopracciglio che tendeva ad andare verso giù, questo a livello visivo da un senso di bontà, cosa confermata anche da Giancarlo Oddi. Ho dato molta attenzione anche agli occhi. Giorgio li aveva quasi celesti, così li ho scolpiti in modo che la luce venisse riflessa e li facesse sembrare chiari.

-Chi sono stati i destinatari dell’opera?

“La prima copia è stata donata alla Lazio, al presidente Antonio Buccioni, in occasione del consiglio generale tenutosi presso il Circolo Canottieri Lazio. La seconda a Giancarlo Oddi, amico stretto di Giorgio Chinaglia e l’ultima (esclusivamente per motivi logistici) a Guido”.

-Lo scorso 2 aprile, in occasione di Lazio-Sassuolo, il busto è stato esposto nel museo all’interno della Tribuna Monte Mario, che emozione ha provato?

“Sono emozioni impagabili, non riesco neanche a descriverle a parole, ho avuto i brividi. Il mio busto era esposto accanto alle maglie indossate da Giorgio, da laziale ho avuto la pelle d’oca”.

-Rimanendo in tema, si aspettava che la sua opera potesse riscontrare tutto questo successo all’interno del mondo Lazio?

“La sensazione di aver fatto qualcosa di importante l’ho avuta a metà del percorso di realizzazione, quando stavano venendo fuori i lineamenti di Giorgio. Nel mondo Lazio ci sono due sculture importanti: il busto di Tommaso Maestrelli (allenatore del primo scudetto)  a Tor di Quinto e poi quello di Giorgio. Sapere che una delle due è stata realizzata da me è una grande realizzazione. Quando ho visto che stavano venendo fuori i primi lineamenti ho pensato subito che sarebbe stato apprezzato”.

-Tra le sue opere ne troviamo una dedicata alla scarpa d’oro di Ciro Immobile, crede che, con le giuste misure, possa rappresentare per la Lazio di oggi quello che Giorgio è stato per la Lazio del passato?

“Hanno caratteri diversi, sia dentro che fuori dal campo, ma indubbiamente è un punto di riferimento. Immobile è entrato nella storia, la speranza è che possa raggiungere il podio dei migliori marcatori all-time”.

-Prima del busto di Giorgio aveva avuto modo di produrre qualche altra opera legata al mondo Lazio?

“Ho realizzato un basso rilievo di Senad Lulic, per celebrare la vittoria in Coppa Italia contro la Roma del 26 maggio 2013, immortalando il momento del gol. In seguito ho prodotto anche una targa celebrativa per i 120 anni, donata a Guido De Angelis e al presidente Antonio Buccioni”.

-Per terminare, ha in mente altri progetti futuri?

Si ne ho in mente due, uno legato al mondo Lazio e un altro che riguarda una mia passione. Il primo è quello di realizzare, al suo ritiro, un’opera celebrativa per Ciro Immobile, stile busto di Giorgio. Il secondo, siccome sono un compositore e musicista, è quello di collaborare con il cantante Tommaso Paradiso, mi farebbe veramente piacere”.

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