Un anno esatto dalla fine della stagione 2022/23: alla Lazio è cambiato il mondo…

Un anno esatto dal ritorno a Roma dopo Empoli-Lazio 0-2, ultima giornata dello scorso campionato. Il 3 giugno 2023 gli uomini di Sarri dominavano in Toscana, battevano gli azzurri con un gol per tempo e consolidavano il secondo posto in Serie A, laureandosi vice-campione d’Italia. Il secondo miglior bottino della storia biancoceleste da seconda classificata, una qualificazione in Champions League, ad un passo dal sogno. 365 giorni dopo, sono cambiate tantissime cose. La Società non ha mantenuto le promesse, non ha voluto né potuto compiere un ulteriore step di crescita, ha fallito il mercato della Champions League, ha perso Maurizio Sarri, costretto alle dimissioni dopo essere stato lasciato solo. La quarta difesa d’Europa è diventata perforabile con facilità, alcuni singoli si sono trasformati nella brutta copia di loro stessi. È arrivato Igor Tudor, già in discussione e dal futuro incerto. Il settimo posto in graduatoria sarebbe valso normalmente la qualificazione in Conference League, ma il bonus derivato all’Italia dal ranking UEFA ha garantito l’approdo in Europa League. Un’intera squadra è sul mercato: dai centrali di difesa ai quinti, da Guendouzi a Isaksen, presi in scarsissima considerazione dalla nuova guida tecnica. Il simbolo della gestione Sarri, Felipe Anderson, l’uomo che con il mister toscano aveva giocato tutte le partite, è già lontano dalla Capitale: sarà un nuovo calciatore del Palmeiras. I due calciatori prelevati dalla Juventus, Pellegrini e Rovella, sono stati schierati soltanto a stagione praticamente terminata. Il numero 10, Luis Alberto, che con Sarri aveva trovato una seconda giovinezza, verrà ceduto, probabilmente in Arabia Saudita, proprio dove vorrebbero capitan Ciro Immobile, che l’estate scorsa ha ricevuto più di un’offerta dalla Saudi Pro League. L’unica vera certezza dell’era Tudor, Daichi Kamada, non ha rinnovato il contratto annuale con il club capitolino e anche lui saluterà. Tanti dubbi, una marea di incertezze, una squadra da rifondare, la settima più anziana del continente europeo. Molti casi spinosi, più di un interprete scontento, e una crescita esponenziale di Bologna (farà la Champions League), Fiorentina (due finali europee consecutive) e Atalanta (campione d’Europa). È passato un solo anno dal rompete le righe del dopo-Empoli, ma alla Lazio è cambiato il mondo.