Al termine dell’anticipo tra Genoa e Lazio, arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore Guido De Angelis. Ecco voti e giudizi ai protagonisti biancocelesti del match di Marassi.
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MANDAS SV (5,5) – Con Provedel sparito dai radar, questo portiere è ormai il nostro custode dei pali, uno dei tanti segni dell’improvvisazione del mercato estivo della società. Nel primo tempo deve soltanto bloccare un passaggi di Ekuban e soffiare sulle due sfere che capitano al ghanese e a Retegui, che spediscono alto o sul fondo. Nel secondo tempo combina un pasticcio al rinvio e rischiamo di prendere gol, fortunatamente graziati da un cross sbilenco di Ekuban. Nel finale esce così così su De Winter e per poco non rischiamo la frittata. Prestazione comunque non giudicabile, perché il Grifone non ha mai calciato in porta.
PATRIC 6,5 – Un gigante. E’ uno dei calciatori più intelligenti che abbiamo in rosa, e fa sempre la cosa giusta in avvio di azione. Questo nuovo ruolo gli consente anche di sganciarsi in avanti e andare al cross: sia nel primo che nel secondo tempo lo fa bene, ma Castellanos è un oggetto misterioso in area di rigore. Verticalizza sempre, prendendosi ogni volta la responsabilità della giocata: mai banale, dà sicurezza all’intero reparto. Nel secondo tempo cresce ancora, intercettando due o tre palloni delicatissimi e sbrogliando situazioni pericolose. Da un suo ottimo anticipo nasce l’azione del destro di Luis Alberto deviato in corner da Martinez. Nel finale esulta come un pazzo quando gli riescono due anticipi in extremis in area di rigore. Accusa qualche fastidio al pube, ma spero possa reggere fisicamente anche nei prossimi appuntamenti ravvicinati. Calciatore da cui ripartire, ormai veterano.
CASALE 5 – L’infortunio di Romagnoli lo proietta ancora una volta da perno della difesa a tre, in una stagione che per sua stessa ammissione è stata maledetta. Inizia male, prosegue peggio. Al 16’ stende ingenuamente Retegui e si becca il giallo. Sbaglia uno stop dietro l’altro, è statico come non mai e sembra giocare con gli avversari. Al 44’ sbaglia un’uscita clamorosa e Retegui prova il gol da centrocampo vedendo Mandas fuori dai pali. Al 46’ combina un disastro con la collaborazione di Gila e manda in porta Ekuban. Un vero disastro, che viene fortunatamente sostituito all’intervallo. Non vorrei più vederlo troppo spesso, ne ha combinate davvero troppe.
ROMAGNOLI 6 – Entra al 46’ al posto di Casale, tornava dall’infortunio e Tudor ha voluto evitare grattacapi a Casale già ammonito, ma anche far mettere all’ex capitano del Milan qualche minuto nelle gambe in vista della coppa Italia. Entra bene in campo, anticipando sistematicamente Retegui ed Ekuban prima, Ankeye poi. Ben posizionato, è sempre molto vicino a Patric e non corre alcun pericolo. Nella ripresa va vicino al gol di testa su calcio d’angolo. Ottimo ingresso, nella speranza che le partite da saltare, almeno per questa stagione, siano finite.
GILA 6,5 – La sorpresa della stagione 2024/24 gioca ancora da terzino sinistro della difesa. E disputa un’altra grossa partita. Nel primo tempo commette una sola (grande sbavatura), andando fuori tempo a centrocampo senza riuscire a rimediare all’errore di Casale: per fortuna Ebuban spedisce a fil di palo. Nella prima mezz’ora era stato meno esplosivo del solito, poi dal 30’ in poi è autore di due ottimi recuperi al centro della retroguardia. Nella ripresa giganteggia, rendendosi protagonista anche di quattro cavalcate in avanti ad attivare i nostri trequartisti: le ricordo nitidamente, ci hanno fatto respirare e ci hanno aiutati ad avanzare in velocità. Mi piace quando raddoppia, mi piace quando si sgancia in avanti e si guadagna un corner. Ottima performance.
MARUSIC 6 – Scende in campo ancora una volta a destra, addirittura con la fascia di capitano al braccio. A destra combina poco, ma quando alla mezzora Lazzari si fa male ed entra Hysaj, il montenegrino torna a sinistra e paradossalmente fa meglio in quella posizione di campo. Negli ultimi due terzi di gara prende un po’ di coraggio e si sgancia con continuità in avanti, creando l’azione che si conclude con il destro di Anderson murato in angolo. Bene in copertura, era in una di quelle giornate in cui è molto applicato, e non aveva neppure dei rivali così in forma. Una discreta gara, con i soliti limiti tecnici.
VECINO 7 – Uno dei migliori in campo. Tudor gli dà ancora fiducia in mezzo al campo e l’uruguagio la ripaga con una prestazione di sostanza, di cattiveria agonistica, di letture intelligenti, di smarcamenti con i tempi giusti. Si viene a prendere il pallone dalle parti di Mandas e lo smista con carattere e semplicità, sbagliando pochissimo. Recupera tanti palloni, sporca le traiettorie avversarie ed è sempre un fattore sulle palle alte. Non l’ho mai visto così dinamico, così pulito tecnicamente. Lo abbiamo sempre visto pericoloso in area avversaria, e anche oggi è protagonista dell’azione del gol con un velo furbo per Luis Alberto, che scarica in porta. Ma questa partecipazione è soltanto il sigillo a una partita ben giocata sotto tutti i profili.
KAMADA 7 – L’uomo di Tudor, al netto di un addio quasi certo in estate, continua a essere l’inamovibile del centrocampo. Quest’oggi gioca ancora nei due di centrocampo e nel primo tempo è il più mobile dei nostri interpreti. La vera differenza rispetto alla gestione precedente è nel suo atteggiamento: vive la partita, va a contrasto, magari commette falli ingenui, ma si getta su tutti i palloni e li lavora bene. Nel primo tempo sbaglia soltanto una giocata, nel finale, su Spence. Nella ripresa è meno preciso, ma dà sempre un’opzione ai compagni di reparto e si fa trovare tra le linee con costanza. Apprezzabile la corsa senza palla che detta il passaggio ad Anderson e si tramuta nell’assist per il gol-vittoria. Per la prima volta mi è piaciuto.
LAZZARI 5,5 – Seconda consecutiva dell’era Tudor, ancora una volta a sinistra. In quella posizione sembra fare davvero fatica, perde le sue peculiarità palla al piede e non può scatenare la sua corsa. Non usa mai il sinistro, e quando va a duello con Spence sembra un pulcino prevedibile: può solo tirargli addosso il pallone con la punta del destro e guadagnare il corner. Oppure crossare col sinistro in maniera davvero inguardabile. Nell’occasione si fa male, e mi auguro che non si tratti di una distrazione. Costretto al cambio, al suo posto Hysaj. Per cortesia, mister, su quella fascia non è aria…
HYSAJ 6 – Entra in campo a freddo per l’infortunato Lazzari e comincia male, in maniera confusionaria. Si piazza a destra, facendo spostare di fascia Marusic. Carbura lentamente, ma nella ripresa acquisisce fiducia e non sfigura, giocando da quinto pur essendo il tipico terzino della difesa a quattro. Col gioco di Tudor c’entra poco, ma nel secondo tempo è stato alto, ha abbassato la difesa ligure, ha avuto anche un’occasione in area di rigore, servendo Anderson. Ordinato in copertura, non deve fare grande fatica perché Aaron Martin e Sabelli, dalle sue parti, non si vedono quasi mai. Sufficiente, senza infamia e senza lode.
FELIPE ANDERSON 6,5 – Nella settimana dell’annuncio dell’addio alla Lazio per sbarcare al Palmeiras, mantiene comunque il posto da titolare. La gestione del suo rinnovo di contratto ha fatto acqua da tutte le parti. Non un gran primo tempo, tutt’altro: l’atteggiamento è sempre buono, ma l’efficacia è scarsa. Controlla la sfera, la scarica, se la fa ridare, ma poi la perde senza mordente. Attorno alla mezz’ora si prende la sfera e la scaglia col destro a fil di palo. A inizio secondo tempo sbaglia completamente la misura di un cross dalla destra. Nella ripresa la sua posizione dà più fastidio al Genoa, ma è quando arretra che fa vedere le cose migliori: la giocata che stappa la partita è – come spesso succede – la sua. Visionaria la sua palla per Kamada, che vale il vantaggio della Lazio. Doveva uscire, per fortuna lo fa soltanto dopo aver servito questa perla. In un pomeriggio che non era stato dei migliori.
CATALDI 6 – Nelle gerarchie di Tudor è stato spodestato da Vecino e Kamada, ma come suo solito in carriera non demorde, non si perde d’animo ed entra in campo al massimo, dando tutto quel che ha. Che, nello specifico, è rappresentato dalle note doti di palleggio che contribuiscono a congelare la sfera e a non farci rischiare nulla nel finale di partita. Ha avuto un impatto serio, su un campo in cui aveva giocato con Juric.
LUIS ALBERTO 7 – Alla vigilia Tudor parla di uno spogliatoio sereno e motivato, voglioso di fare una bella gara. Nell’ultima partita lo spagnolo se n’era uscito affermando di non volere più un euro dalla Lazio, e oggi è nuovamente titolare, con Guendouzi sparito dai radar. Sempre nel vivo del gioco, oggi aveva voglia di incidere e dimostrare professionalità. Tuttavia, nel primo tempo commette tanti errori ed è troppo lezioso quando va col tacco su palloni che andrebbero gestiti in altra maniera. Abbandona la consueta gestione dei calci d’angolo, optando per passaggi corti a Kamada, Marusic e Lazzari, schemi costruiti in settimana. Nella ripresa va al destro fuori misura, che Martinez allunga in angolo. Tocca tanti palloni, da leader tecnico della squadra, e ha la lucidità di accompagnare l’azione di Anderson e Kamada e portarci in vantaggio. Esce all’85’ per Rovella dopo una partita che gli andava di giocare e che ha giocato perlomeno con buon piglio.
ROVELLA SV – Non giudicabile.
CASTELLANOS 4 – Con l’infortunio di Immobile, che non ha recuperato, è l’unico attaccante a disposizione del tecnico. Disputa un primo tempo imbarazzante. Al secondo minuto gli passano il pallone indietro e potrebbe andare solo davanti al portiere, ma sbaglia lo stop e incespica sul pallone, regalandolo all’avversario. Al 17’ Patric mette al centro un gran cross dalla destra, lui lo buca senza attaccare la porta, come fosse un corpo estraneo alla partita. Al 45’ dimostra di non essere un attaccante di ruolo, pensando di non tirare neppure quando è a tu per tu con il portiere. Nella ripresa quasi ci dimenticavamo che fosse in campo: credo non l’abbia mai presa. Dico sempre di voler aspettare la seconda annata per giudicare un calciatore, ma più di qualcosa di questo ragazzo penso di averla capita. Il peggiore in campo.
PEDRO 6 – Entra al posto di Castellanos per l’ultimo quarto di gara e si limita a fraseggiare con i compagni, tenere la posizione e andare feroce al primo pressing offensivo. Abbiamo dovuto finire la partita con lo spagnolo come unica punta, che comunque ha dato fastidio alla retroguardia genoana, pur senza creare pericoli degni di nota.
IGOR TUDOR 6,5 – Conferma la Lazio che ha battuto la Salernitana, senza Cataldi e Guendouzi a centrocampo, e dà fiducia a Luis Alberto, preferendolo a Isaksen dall’inizio. Ancora privo di Provedel, Romagnoli, Zaccagni e Immobile, porta a Genova una panchina che mette onestamente i brividi. Giochiamo un primo tempo davvero brutto, per poi salire nella ripresa e trovare tre punti che danno morale su un campo in cui avevano vinto in pochi. Abbiamo mille problemi e siamo in una fase di sperimentazioni, ma continuiamo a calciare in porta con il contagocce, perché gli interpreti sono questi e né lui né Sarri possono fungere da Mago Merlino. Alcune scelte sono onestamente discutibili, come Lazzari a sinistra o la riproposizione di Casale. Ma almeno in questo finale di stagione contano soltanto i risultati, perché in estate ci sarà tantissimo lavoro da fare, e non vorrei essere nella nostra società.