Calcio, Lotito e il caso Gravina: “La procura mi ha fatto una serie di nomi che io non conosco, non ho nulla da nascondere”. E su Emanuele Floridi…

“Potevo anche eccepire il fatto di essere un parlamentare – sostiene il presidente della Lazio – e la Procura avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione per interrogarmi. Ma non l’ho fatto, perché non avevo assolutamente nulla da nascondere. Il colloquio è durato pochissimo, proprio perché non ne sapevo nulla. Mi hanno fatto tutta una serie di nomi, chiedendomi se li conoscessi o meno, ma io non avevo idea di chi fossero. È la verità, basta verificarlo». Così riporta l’edizione odierna del Messaggero nell’articolo dal titolo “Dai politici spiati al calcio. Inchiesta su Gravina: il faro sui diritti televisivi”. Il quotidiano riporta, attraverso le parole del patron biancoceleste Claudio Lotito, aggiornamenti riguardanti il dossier sul presidente della Federcalcio Gabriele Gravina. Un fascicolo basato sulla compravendita dei diritti televisivi della Lega Pro per valutare le regolarità di un bando risalente al 2018 e le provviste di extra finanziamenti che ne sarebbero scaturite.
Il numero uno della Lazio ha poi proseguito commentando la sua conoscenza con Emanuele Floridi, ex braccio destro di Gravina: “La conoscenza non può mica determinare altro, mica parliamo di dipendenti miei o di qualcuno che pago. E poi, se anche qualcuno che conosco dovesse fare una rapina in banca, dove c’è scritto che lo venga a dire a me o che io lo sappia? Lo dico perché qualcuno sta strumentalizzando quest’inchiesta di cui non so nulla, parlando di personaggi vicini a Lotito o amici del sottoscritto. Siamo alla follia, queste sono calunnie belle e buone. Qualcuno si sta divertendo a mettere sempre il mio nome in mezzo”.