Mercato Lazio, tanti tormentoni, tutti con lo stesso esito: da Golasa a Eguren, da Biabiany a Bergessio, da Nilmar a Giroud. Gennaio non è mese da happy-ending…

Quando Maurizio Sarri si presentò alla stampa come nuovo allenatore della Lazio, rispose alla domanda sul calciomercato palesando di essere consapevole di essere sbarcato in un club restio a gestire in modo aggressivo le sessioni estive e – specialmente – invernali. Più volte, negli ultimi due anni, il tecnico ha affermato: “La Lazio non è storicamente abituata a intervenire sul mercato di gennaio, quindi non mi aspetto nulla“. Più una constatazione in risposta ai giornalisti pressanti che una manifestazione di delusione. Tuttavia, l’ex Napoli e Juventus aveva chiesto alla società di trattare le sessioni di gennaio come opportunità per programmare e progettare il futuro, svincolandosi dall’inveterato e consolidato modus operandi di limitarsi a cogliere eventuali occasioni di mercato. La risposta del club è stata la medesima di sempre. “Il mercato non dorme mai”, “è aperto 365 giorni all’anno 24 ore su 24”, “Probabilmente rimarremo così, la rosa è difficilmente migliorabile”, “Se ci sarà un’occasione non ci tireremo indietro”, “Abbiamo già speso 100 milioni”, “Prima di me la Lazio vendeva alla Juventus, oggi compra due giocatori dalla Vecchi Signora in un’unica finestra”, “Non vogliamo alterare gli equilibri di spogliatoio”: queste sono soltanto alcune delle dichiarazioni susseguitesi nel mese di gennaio da parte del patron biancoceleste e del direttore sportivo Fabiani. Al di là del modo di operare nella finestra invernale, colpisce il fatto che negli ultimi giorni di ogni sessione alla società capitolina sia (quasi) sempre stato proposto un profilo di un calciatore – spesso anche appetibile – e che il club abbia ogni volta portato avanti una trattativa-lampo nelle ultime 24 ore del calciomercato. Trattativa conclusasi sempre col medesimo esito: accordo saltato, la Lazio rimane col cerino in mano. Ecco una piccola e rapida ricapitolazione di molti calciatori sfumati al fotofinish che avrebbero potuto vestire la maglia della Lazio e sono rimasti invece icone di cocenti delusioni per la tifoseria laziale.

DA GOLASA A KENT – Tra i primissimi clamorosi epiloghi c’è quello legato alla trattativa per portare a Roma il talento del Maccabi Haifa Eyal Golasa. Il primo febbraio 2010 il ragazzo israeliano venne visto passeggiare lungo il portico d’Ottavia, nella Capitale, per poi fare tappa prima al Museo ebraico e poi alla Sinagoga. Il trequartista è stato strappato al Bayern Monaco, ma in Israele il servizio militare è obbligatorio e arriverà nell’estate 2010. Pronta alla battaglia legale, la Lazio sostiene di avergli fatto firmare il primo contratto da professionista (quattro anni), così dunque da poterlo tesserare da comunitario, mentre il Maccabi sostiene di essere in possesso di un accordo triennale e minaccia di rivolgersi alla Fifa. Le forti pressioni ricevute da Israele convinsero il giocatore a tornare sui suoi passi. Il 5 febbraio un comunicato del Maccabi afferma che il calciatore si è scusato con il club e ha compreso di essere stato “tratto in errore dai suoi consiglieri“. Perdonato, il figliol prodigo rientra in patria e non vestirà mai la casacca con l’aquila sul petto. Voltando pagina, nell’estate del 2010 la Lazio preleva il difensore uruguagio Pablo Pintos, ma i vincoli sull’iscrizione degli extracomunitari impediscono la stipula formale del contratto: nonostante il calciatore vada in ritiro con la Lazio, il club è costretto a rinunciare all’acquisto: a fine estate, il calciatore approda al Getafe. Altro caso eclatante riguarda l’ex difensore del Bayern Monaco Breno. Nell’estate 2012 il ragazzo aveva firmato un pre-contratto di 5 anni con la Lazio, la moglie aveva trovato casa a Roma e tutto sembrava portare al trasferimento. Nel giro della nazionale brasiliana, alcuni guai giudiziari fecero saltare l’accordo: l’accusa di incendio doloso aggravato venne confermata e convertita in 3 anni e 9 mesi di reclusione nel carcere di Stadelheim, Monaco di Baviera. Nel gennaio dello stesso anno il tormentone di gennaio (e poi estivo) era stato legato a Keisuke Honda: il 31 gennaio gli agenti e il calciatore erano a Villa San Sebastiano, ma le parti non trovarono l’accordo: si disse che il CSKA si fosse tirato indietro in extremis, ma l’offerta del club capitolino non convinse. La Lazio si tuffò sul gong sul brasiliano Nilmar, che avrebbe dovuto occupare la casella lasciata libera dal calciatore giapponese (che in Italia avrebbe poi giocato con il Milan). L’attaccante del Villarreal fu vicinissimo ad accasarsi alla Lazio: vennero offerti 11 milioni di euro al Villarreal, per una trattativa-lampo di 18 ore condotta dall’agente del ragazzo, Giuffrida. L’attaccante era disponibile al trasferimento, parlò col ds Igli Tare, ma la Lazio non riuscì a liberare il posto da extracomunitario e il Villarreal chiese il pagamento integrale della cifra al momento della firma dei contratti, che la Lazio non avrebbe potuto garantire. Il 31 gennaio 2014 fu la volta di Jonathan Biabiany: la Lazio cercava un colpo last minute, ma il calciatore decise di rimanere al Parma. Imbastita nelle ultimissime ore, la trattativa non andò in porto anche per le resistenze del calciatore, che prima dei capitolini aveva rifiutato anche Guanzhou e Milan. Nel 2010 uno dei casi più clamorosi, quello legato a Sebastiàn Egurén del Villarreal. Una presunta malformazione cardiaca riscontratagli proprio dai medici del club biancoceleste impedì il trasferimento al calciatore, che aveva già visitato Formello, indossato la maglia della Lazio e scelto il numero. Tra i casi più rilevanti e mediaticamente più freschi nella memoria dei tifosi c’è l’affaireBurak Yilmaz. L’attaccante del Galatasaray avrebbe fatto le fortune del Lille negli anni a venire, vincendo anche uno scudetto in Francia oltre che ergendosi a trascinatore per un decennio della nazionale turca. Ali Egesel, manager del centravanti, fece saltare tutto nella finestra estiva del 2013. Qualche giorno dopo, l’intermediario Valerio Antonini dichiarò a Lazio Style Channel: “Tutti volevano che il trasferimento avvenisse, ma quando l’agente ha capito questo ha ricattato il presidente Lotito, se ci fosse stato un manager serio oggi Yilmaz sarebbe a Roma”. Qualche mese prima, nel gennaio 2013, l’ennesimo tormentone relativo a un calciatore brasiliano. Una telenovela portata avanti da Franco Zavaglia per portare Felipe dal Santos a Roma: un accordo impostato su un’offerta i 7,5 milioni di euro (da pagare in tre rate annuali), ma fatali furono le tempistiche. Il segretario generale della Lazio Calveri depositò il contratto nel box della Lega a quattro secondi dal gong, ma mancava il fax dal Brasile, il transfer internazionale. Anderson, tuttavia, avrebbe vestito la divisa della Lazio dall’estate successiva. Due anni dopo, gennaio portò in dote l’enigma-Bergessio. L’attaccante ex Catania, in forza alla Sampdoria, era desideroso di arrivare a Roma, ma lo scambio con Ederson saltò per la ritrosia del centrocampista brasiliano a trasferirsi a Genova sponda blucerchiata. Olivier Giroud è forse il calciatore più forte e il nome più altisonante associato alla Lazio nel mercato di gennaio (si parla, chiaramente, dell’era Lotito). Il retroscena è stato svelato da Igli Tare qualche mese fa: nel gennaio 2020 la Lazio era alla disperata ricerca di un regalo da consegnare a Simone Inzaghi per provare a puntare al Tricolore. “Giroud era nostro, solo che all’ultimo il Chelsea si mise di traverso e non lo lasciò partire. Le tentai tutte. Fu solo questo il motivo. Ragazzo eccezionale, Olivier. Quell’anno avevamo un grande attacco con Immobile, Correa e Caicedo”. Si chiuse la finestra invernale e la Lazio era così in alto e in fiducia che il tifo biancoceleste esaltava persino il nuovo acquisto Adekanye: “Che ci frega di Giroud, noi c’avemo Bobby-gol”, era il testo del coro della Curva. Altri due pilastri del calcio internazionale sono stati a un passo dall’approdo a Roma. Il primo fu David Silva, che nell’agosto 2020 era praticamente un nuovo calciatore biancoceleste. L’ex Manchester City rifiutò la destinazione in extremis e si trasferì in Spagna, alla Real Sociedad. “Apprendo del trasferimento di David Silva alla Real Sociedad. Ho grande rispetto per il giocatore, ma non per l’uomo”, fu il comunicato affidato a Igli Tare sul sito della Lazio. Che la combinò grossa l’estate successiva, nell’agosto 2021, con l’ala dell’Eintracht Francoforte Filip Kostic. Il serbo, compagno di nazionale di Milinkovic, sarebbe stato un colpo di caratura mondiale per il club. I tedeschi finirono al centro di un “caso diplomatico”, accusati di aver fornito alla Lazio una mail fasulla a cui recapitare l’offerta per il calciatore, che era daccordo a trasferirsi nella Capitale. I teutonici affermarono invece una versione ben diversa, scaricando le responsabilità sulla Lazio, rea di aver inviato una mail all’indirizzo sbagliato, dimenticando di inserire la lettera “k” nella parola “Frankfurt”. Qualche ora dopo, la Lazio si consolò con l’arrivo di Mattia Zaccagni dal Verona. Nell’ultimo gennaio, quello del 2023, l’oggetto dei desideri della Lazio fu Aleksey Miranchuk, fuori dal progetto tecnico dell’Atalanta. Il 30 gennaio l’acquisto del russo sembrava cosa fatta, ma nel pomeriggio del 31 la trattativa saltò per mancanza di accordo definitivo tra i due club. Il resto è storia recente: Ryan Kent e la Lazio, una storia destinata a non sbocciare. Il 27enne del Fenerbahce era entrato nel mirino della Lazio la sera del 30 gennaio 2024, ma il giorno dopo, a due ore dal gong, la società capitolina è stata destinataria del “gran rifiuto” dell’ala inglese. “Non c’era la necessità di fare acquisti, ma c’è stato proposto un profilo nell’ultimo giorno e abbiamo tentato di farlo. Anzi, avevamo fatto tutto, poi questo ragazzo ci ha ripensato all’ultimo e, riflettendo meglio così, se questo era l’atteggiamento. A Formello deve starci chi è contento” – la risposta del presindente Lotito sulle colonne de Il Messaggero. Ma una cosa è certa: al passare degli anni, il risultato non cambia: 30 gennaio, 31 gennaio e 1 febbraio non sono giornate da happy-ending per la Lazio e per i suoi tifosi.

N.F.