Sandra Milo, “Una musa biancoceleste”. La storica intervista a Lazialità: “Lazio, sempre tu e solo tu! Chinaglia il mio preferito. Seguivo i biancocelesti anche in Serie B”

Sandra Milo ha rappresentato una generazione, nel mondo dello spettacolo e non solo. icona degli anni Cinquanta e Sessanta l’attrice e conduttrice ha conquistato l’Italia e non solo, tanto da essere  premiata nel 2021 con un David di Donatello alla carriera.

Nata a Tunisi da padre siciliano, Sandra Milo debuttò al cinema accanto ad Alberto Sordi in Lo scapolo (1955). Il primo ruolo importante arrivò nel 1959 grazie al produttore Moris Ergas, che poi la sposò: si tratta de Il generale Della Rovere, in cui interpretava il ruolo di una prostituta per la regia di Roberto Rossellini Si apri cosi per la Milo una felice stagione di film d’autore. La sua carriera conobbe una brusca interruzione dopo la stroncatura al Festival di Venezia di Vanina Vanini (1961), tratto da un racconto di Stendhal e ancora una volta firmato da Roberto Rossellini. Il film, venne accolto con aspre critiche, oggi generalmente considerate eccessive. Cruciale fu l’incontro con Federico Fellini, che risollevò le sorti della sua carriera: nei due capolavori 8½ (1963) e Giulietta degli spiriti (1965). Per entrambi i film vinse il Nastro d’Argento come miglior attrice non protagonista.

Di Sandra Milo è stato detto e raccontato tanto, soprattutto dal punto di vista cinematografico e televisivo, ma una cosa conserviamo con tanto orgoglio e gelosia: la sua passione per la Lazio.

Con questo articolo vogliamo riproporvi alcuni passi dell’intervista esclusiva di Sandra Milo, dal titolo “Sandra Milo, una musa biancoceleste”, ai microfoni di Lazialità.

-Sappiamo che Ciro è un tifoso accanito, ma lei come si avvicina alla Lazio?

Giovanissima, arrivai a Roma e giocavano il derby! Con me c’era un attore spagnolo, e visti i colori della sua bandiera scelsi di tifare la squadra giallorossa ed io scelsi quella biancoceleste. Purtroppo la Lazio perse, ma io non la lasciai più. Quando potevo andavo allo stadio. Un giorno però all’uscita mentre ero in macchina mi son trovata davanti dei ragazzi che mi volevano capovolgere l’auto, e mi insultavano, riesco ad arrivare vicino a una postazione della polizia; mi mettono al riparo dietro un cancello, nonostante questo continuavano a insultarmi, parole davvero pesanti, eppure nella mia vita di cose ne ho sentite! Gridai:”Vigliacchi!” A quel punto mi afferrò un poliziotto e mi ha portò dentro ad una stanza dicendomi:”Ma che ci vuole fare ammazzare a tutti?” E da allora non ci sono più andata. Mi dispiace perché a me il calcio e vedere le belle partite piace! La Lazio poi è stato un grande amore! La violenza mi addolora al di là della paura di quello che ti può succedere. Mi dispiace perché quando ho cominciato ad andare allo stadio, il tifo era diverso, c’era gioia, c’era spettacolo, certe partite mi facevano venire i brividi. Amo il tifo, quei colori imponenti, il bianco e l’azzurro, un tutt’uno con l’immmensità del cielo!!! Adesso le cose sono un po’ cambiate purtroppo”.

-Lei ha vissuto l’anno del primo scudetto?

“Si, come no! Pure gli anni della serie “B”. Mi ricordo con piacere l’arrivo di Gazza, un pazzo scatenato!”

-Come li ha vissuti gli ultimi due derby?

Che gioia! Pensi, mi chiamò una giornalista del Tempo chiedendomi un pronostico sull’ultimo derby e risposi 2 a 0 per la Lazio e il 2 c’è stato!

-Se le dico Claudio Lotito?

“Con Lotito dovevamo incontrarci insieme ad altri amici, ma purtroppo ho avuto un impegno e non sono potuta andare, peccato! Mi hanno raccontato che a lui piaceva molto “Piccoli fans” (si fa una bella risata)! Le dico la verità, a me piace perché è uno diretto e schietto, non è un uomo accondiscendente, di quelli che si preoccupano dell’opinione altrui, lui dice quello che pensa, non quello che fa piacere agli altri, poi, può piacere o no, però almeno è se stesso e davanti a tante persone che cambiano a seconda di come gira il vento, viva la faccia! Certo non lo vorrei come marito!

Ha qualche giocatore del cuore del presente o del passato?

“Beh, Chinaglia fra tutti. Anche Giordano mi piace come persona. Mi ricordo che in una puntata di Mixer il programma di Gianni Minoli, feci proprio un servizio su di lui e sulla Lazio. Ho amato tanto anche Zarate quando arrivò”.

Zarate? Sarebbe quindi contenta di un suo eventuale ritorno?

“Sarei contenta se tornasse quello di prima, perché credo sia una persona molto sensibile, se non ha la fiducia degli alari tende a chiudersi.”

-Uno slogan per la nostra Lazio

“Sempre tu e solo tu!”

Le piace l’idea che Olympia, il nostro simbolo abbia preso veramente il volo?

“Meravigliosa! Ce la invidiano tutti! E unire lo sport alla poesia alla cultura e questo è bellissimo!”

-Due parole su Guido?

“Guido è l’anima della Lazio, lui è un punto di riferimento per i laziali. Con mio figlio poi non senciamo altro quando stamo in macchina o quando siamo a casa, c’è sempre la radio accesa. Di Guido riesco a percepire anche le sfurature, capisco quando è giù di corda, e cerca di tirarsi su. Lui è un uomo intelligente, equilibrato, mi piace molto e poi ha un bellissima voce”.

-Un saluto ai lettori…

“Tutto l’affetto e la solidarietà possibile e naturalmente Forza Lazio”