Lazio, Lotito: “Supercoppa? Arriviamo incerottati, ma ci impegneremo”. E sul Flaminio…

Nel corso dell’evento svolto alla Regione Lazio per presentare il marchio che la Lazio indosserà in occasione della Supercoppa italiana a Riad si è espresso il presidente dei biancocelesti Claudio Lotito. Di seguito le sue parole.

“Una volta le scuole coltivano di più la scoperta dei luoghi, questo può essere un motivo in più per valorizzare un territorio fantastico che è il centro della cristianità. Un museo al cielo aperto come Roma non lo ha nessuno al mondo, poi non parliamo degli aspetti caratteristici e gastronomico del Made In Italy. E’ giusto che all’attenzione delle persone italiane e all’estero dobbiamo mostrare gli interessi e le offerte che possiamo dare. Attraverso come un sistema mediatico come il calcio, soprattutto durante una competizione come la Supercoppa di Lega, a Riad. Tra l’altro il binomio tra Regione Lazio ed S.S.Lazio viene bene. Vi racconto una cosa. Un giorno sono andato mangiare a Sant’Ignazio e vengo a sapere che c’era il Presidente degli Stati Uniti. Dopo una serie di vicissitudini mi sono venuti a dire che lui voleva una foto con me, forse aveva capito che ero il Presidente della Regione. Penso che il gioco di squadra vada applicato anche nelle istituzioni. Insieme si vince e si raggiungono i risultati, mettendo insieme i valori di ogni singolo, compresi i valori dei cittadini della regione. Questa partnership va avanti da anni e il calcio rappresenta un elemento di diffusione. Gli investimenti dell’Arabia Saudita ne sono una conferma. Otterremo risultati che saranno sotto gli occhi di tutti, come avvenne quando andammo a Pechino. Quest’opportunità la vogliamo cogliere tutti insieme, affinché diventi un evento importante e che aumenti l’orgoglio di appartenenza a questo territorio”. Il patron biancoceleste ha poi rilasciato le seguenti dichiarazioni ai cronisti presenti.

SUPERCOPPA- “Noi sicuramente professiamo il principio che l’importante è partecipare, ma con profitto e risultato. C’è la possibilità di vincere un trofeo, è la prima volta che viene fatta così, è più avvincente. In un contesto così, portare avanti il nostro brand Lazio e della Regione Lazio in tutto il mondo. È fondamentale. La Supercoppa andrà in scena in 180 paesi. In tantissime parti del mondo il calcio si sta sviluppando adesso. Conseguire un grande risultato rimarrebbe nella storia”.

INTER-LAZIO – “Finale anticipata? Io non sono un mago, mi rimetto al risultato del campo. Vediamo ciò che succede. È un torneo importante, avvincente, non facile da conseguire. Arriviamo un po’ incerottati ma metteremo tutto l’impegno per raggiungere a tutti i costi i risultati. Loro lo stanno dimostrando, anche domenica hanno messo La squadra è stata allestita per competere alla pari con tutti. Speriamo che la squadra mantenga questo profilo, sta dimostrando di poter giocare con le big, mentre è caduta con qualche formazione meno attrezzata. Sta tutto nell’approccio, questo è un gioco di squadra, tutti incidono ai fini del risultato, la Lazio dopo la Juventus è quella che ha vinto il maggior numero di trofei. La Lazio da quando ho preso la società è riuscita a risanare il bilancio e a ottenere grandi risultati”.

LAZIO IN CRESCITA – “Questo è l’intervento di tutti. Io intanto ho investito oltre 100 milioni sui nuovi acquisti. Loro si sono dovuti ambientare a Roma e nella squadra. Poi hanno creato quell’alchimia nello spogliatoio, tale per cui poi i nuovi hanno dimostrato di non avere nulla da invidiare agli altri già presenti. È un’unione dialettica nello spogliatoio che sta portando risultati. Non c’è una priorità. È un problema di testa e di concentrazione. Ho lavorato per cercare di creare le condizioni migliori possibili”. 

MERCATO – “Noi non facciamo la collezione delle figurine, cerchiamo di inserire giocatori funzionali al progetto. Non solo per caratteristiche tecniche, ma anche per un concetto di testa. Io posso fare le cose come società, a livello infrastrutturale. Poi sul campo scendono loro, io posso favorire certi processi. È la logica del padre di famiglia: tutti allo stesso livello ma nel rispetto delle regole. Devono scendere in campo chi è più funzionale e più in forma. Adesso c’è una certa rotazione che in passato non c’era. Oggi siamo tutti concentrati a raggiungere gli obiettivi, adesso siamo in corsa per tutto. Sennò arriviamo sempre vicino e c’è qualcun altro che vince. E non va bene. La squadra oggi è cosciente di essere in corsa di poter raggiungere dei trofei, tranne la vittoria del campionato. Dipende da loro, se ci credono, come stanno facendo. È l’atteggiamento che è cambiato. Lo spirito è ‘non mollare mai’, e loro l’hanno ripreso”.

FLAMINIO – “Ho chiesto al sindaco la disponibilità politica di affrontare questo tema. Circa vent’anni fa ho presentato un progetto per uno stadio che aveva un approdo col battello, la stazione ferroviaria dentro lo stadio e lo svincolo autostradale. Ne avrebbe parlato tutto il mondo. Al tempo non è stato ritenuto idoneo. Oggi capisco che ci sono tutta una serie di problematiche. Abbiamo istituito un ufficio preposto alla Lega calcio. Se ne occupano loro. Il Flaminio così non è idoneo, perché la Lazio fa oltre 45mila spettatori di media. Il Flaminio deve essere in grado di essere ristrutturato per avere almeno 50 mila spettatori. Stanno facendo delle valutazioni. Sulla posizione politica, se decidono che si deve fare, troverà delle soluzioni per farlo, tenendo da conto chiaramente la controparte tecnica. Stanno studiando la fattibilità, vediamo cosa procede. Ci sono già stati incontri con gli organi preposti. Mi pare di capire che non ci sono grandissimi veti o problematiche. L’alternativa è che rimanga abbandonato. Bisogna  valutare dei parcheggi e tutta una serie di situazioni di contorno. Dobbiamo creare le condizioni per una situazione vivibile per fruibilità e ricavi. È una realtà. Nel momento in cui non ci sono le condizioni tecniche, allora poi è un altro discorso”.

“Andare a Riyad è un punto importante dal punto di vista del club Lazio e del calcio italiano. Accresce le potenzialità di questo sport, le squadre di Serie A sono un collettivo. Questa iniziativa è importante perché trasporta l’immagine del calcio italiano in un mondo completamente diverso, all’attenzione di 180 paesi. E poi testa anche la capacità tecnica di scoprire nuovi orizzonti”.