Da Pistoia a Glasgow, il parallelismo tra l’esultanza di Pedro e Enrico Vella: “Mi sono fatto 30 metri di ostacoli per esultare con i tifosi. Mi emoziono ancora nel sentire l’amore della gente laziale”

Da Pistoia a Glasgow, dalla provincia alle notti europei. La storia della Lazio vive di parallelismi e giornate magiche. Qualche mese fa i biancocelesti di Maurizio Sarri vincevano a Glasgow con gol di Pedro, di quella sera è rimasta iconica l’esultanza dello spagnolo e della squadra, riunita sotto i tifosi giunti fino in Scozia. Rivedendo queste immagini ai più nostalgici non può non tornare in mente l’esultanza di Enrico Vella, autore del gol vittoria contro il Pistoia. In quel caso una Lazio più umile, ma non per questo meno bella, giocava con grinta e passione sui campi di Serie B. Non sarà la Champions League, ma l’amore dei tifosi biancocelesti è incondizionato: a prescindere da coppa e categoria, e l’esultanza di quel giorno lo dimostrò.

Nel corso della trasmissione “Quelli che…”, sulle frequenze dei 98.100 di Radiosei, lo stesso ex calciatore della Lazio 82-83 Enrico Vella, ha avuto modo di ritornare sulla sua esperienza in biancoceleste, soffermandosi sul rapporto con la gente laziale e sull’iconica esultanza sotto il settore ospiti di Pistoia: “Sono stati anni straordinari, l’amore dei tifosi della Lazio è un qualcosa di emozionante. Sono stato a Roma solo 15 mesi ma sono stati un qualcosa di bellissimo. Con D’Amico avevo un bellissimo rapporto, eravamo spesso insieme. Il suo ricordo lo ho ancora dentro: più va avanti e più mi manca. La nostra era una Lazio che voleva riemergere, giocavamo con la maglia bandiera. Ne avevamo una biancazzurra, una verde e una rossa, messa solamente una volta al Flaminio e per qualche amichevole. Era una maglia troppo bella. Ogni volta che parlo con voi mi emoziona l’affetto dei tifosi nei mei confronti. Qualche volta scrivo qualche post sui social e leggo ancora i messaggi dei tifosi, da li capisco il loro amore”.

Il parallelismo con l’esultanza di Pedro contro il Celtic: “Mi sono messo a correre sotto la curva ospite, per la felicità dei sostenitori la linea di recinzione è crollata ed i tifosi sono entrati in campo per esultare: non lo potrò mai dimenticare. Mi sono fatto 30 metri di ostacoli, tra tubi, cartelloni pubblicitari e fotografi per andare sotto la curva. Avevo tutti i tifosi sopra di me, la polizia ha cercato di farli tornare sugli spalti ma era troppo bello rimanere li in campo. È stato bellissimo vedere la felicità nei tifosi. Quell’anno feci 5 gol, tutti decisivi, come quello di Perugia”.