Quelli che, Ventura: “Non accettare la Lazio nel 2016 il mio più grande errore. Consigliai a Lotito di prendere Immobile”

Nel corso della trasmissione “Quelli che..”, in onda dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13.30 sui 98.100 di Radiosei condotta dal nostro direttore Guido De Angelis, è intervenuto l’allenatore ed ex CT della Nazionale Gian Piero Ventura.

Di seguito le sue parole.

MANCANZA DEL CALCIO – “Tempo fa ho fatto la scelta di fermarmi, ma mi sono reso conto che il calcio mi manca, soprattutto la partita domenicale. Ho avuto la fortuna di fare questo lavoro che ho sognato. Ho avuto momenti positivi e altri meno, ma mi ritengo una persona fortunata”.

AVVENTURA A BARI E NON SOLO – “A Bari mi sono divertito, avevo la disponibilità dei calciatori e quando è così è tutto più facile. Anche a Pisa avevo un Cerci 19enne e abbiamo fatto un calcio che poi raramente si è rivisto negli anni. Rapporto coi calciatori? Devi avere la “password” per entrare dentro di loro. Quando riesci a farlo acquisisci la loro attenzione e la loro disponibilità”.

IMMOBILE – “Immobile quando è arrivato a Torino aveva fatto 4 o 5 gol nel suo promo anno di A al Genoa. Ha avuto l’umiltà di ascoltare. Gli abbiamo detto che nel modo in cui stava giocando non aveva grandi chance. Abbiamo cambiato il suo modo di giocare ed è diventato capocannoniere. Quando è andato al Borussia doveva giocare andando incontro, dialogare e duettare con gli altri. Io gli chiesi come faceva a giocare in quel modo. Quando poi è tornato al Torino ha ripreso a fare gol e giocando come sa. A Lotito nel 2016 dissi: ‘Se prendete Immobile fate l’affare del secolo’ Inzaghi mi chiese come sfruttarlo al meglio. Penso che il suo attacco alla profondità sia tra i migliori in Europa. Lui nel calcio di Sarri? Le sue caratteristiche sono compatibili, ma non il massimo”.

POSSIBILITÀ DI ALLENARE LA LAZIO – “Lotito mi aveva dato la possibilità nel 2016 di allenare la Lazio prima della Nazionale, non farlo è stato il più grande errore della mia carriera perché secondo me la squadra era fortissima. Quando poi è stato chiamato Inzaghi è entrato in punta di piedi ma aveva l’appoggio della società”.

NAZIONALE – “Dopo due mesi avevo capito di aver sbagliato. La non qualificazione mia è stata un fallimento epocale mentre quella di quattro anni dopo è stata giudicata come un semplice incidente di percorso. Sarri? Ricordo che mi difese, lo ringraziai e fu l’unico che si espose. Mi auguro che oggi Spalletti, che è stato anche un mio giocatore, possa fare benissimo. Ero e sono un tifoso della Nazionale. Nei due anni con l’Italia avevo perso due partite. Facemmo un’amichevole con l’Uruguay e mi dissero che se avessi vinto sarebbero stati 46 anni che loro non ci battevano, vincemmo 3-0 e il risultato non venne messo nemmeno in prima pagina”.

LAZIO DI MAESTRELLI – “Ricordo lo scudetto dei Garlaschelli, Re Cecconi e compagni. Ricordo Chinaglia che era devastante, quello è un calcio che non esiste più”.

LAZIO DI SARRI – “È difficile parlarne se non ci si è dentro, è evidente che qualche problema c’è, lo ha detto lo stesso Sarri. Una squadra del potenziale come quello della Lazio non può perdere a Salerno”.