Le pagelle di Guido De Angelis – A Salerno si recita il de profundis: prestazione sconcertante, sono tutti sotto analisi. La nostra Lazio non c’è più…

Al termine di Salernitana-Lazio, arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore Guido De Angelis.

PROVEDEL 4 – E sceso di tono clamorosamente, letteralmente crollato. Aveva già sbagliato alcuni interventi, provocando la sconfitta a Rotterdam col Feyenoord e in casa col Torino nel corso dell’ultima stagione. Ma quest’oggi la combina grossa, sia in occasione del primo gol, quando respinge male sui piedi di Kastanos, che sul secondo di Candreva: una papera colossale su una conclusione centrale più che mai. Forse è la prima vera volta in cui lo abbiamo visto inadeguato, spero non abbia avuto la pancia piena dopo la parentesi in nazionale. Paghiamo a carissimo prezzo il suo abbaglio, anche se fatico a definire la sconfitta colpa sua. E questo, in sé, dice molto.

LAZZARI 5 – Dopo un’ottima prima stagione con Sarri, lo scorso anno aveva fatto un grosso passo indietro: giocava col contagocce, era bersagliato dai problemi fisici e non è riuscito a fornire alcun tipo di contributo in zona gol. Questa stagione sta segnando una sua maturazione, perlomeno dal punto di vista della continuità di impiego: ormai è Manuel il padrone di quella fascia, e oggi ha il compito di far stancare la retroguardia campana nello stadio in cui trovò anche la via della rete nello 0-3 di due anni fa. Questo pomeriggio, però, è la solita solfa in fase offensiva: corre tanto, spesso a vuoto, e non crea praticamente nulla. Nel primo tempo non sfrutta a dovere la chance da rete. In queste gare in cui ci sarebbe più da offendere che da difendere, non si esprime per come dovrebbe e non riesce ad essere un fattore. Sinceramente, è anche poco aiutato da un gioco che stenta come non mai, per usare un eufemismo.

HYSAJ 5 – Entra per l’ultimo quarto abbondante di gara e fa tanta confusione. La gestione del finale è pessima, tra appoggi e rimesse sbagliate. Non è riuscito a dare alcun tipo di contributo alla manovra, ma non è certamente da un uomo d’ordine come lui che ci aspettiamo la giocata che cambi il match. 

GILA 6 – Torna in campo in Serie A a un anno di distanza dall’ultima volta: il 13 novembre 2022 entrò per gli ultimi venti minuti di Juventus-Lazio 3-0. Fa il suo esordio assoluto nel campionato italiano, senza aver disputato un solo minuto in questa stagione. Relegato ai margini della rosa, la lesione al polpaccio di Romagnoli – che non aveva saltato un minuto in questa stagione – gli regala una maglia da titolare a Salerno. Nel complesso non mi dispiace, e mi sembra tutto sommato all’altezza della situazione. Partecipa allo sbandamento collettivo del gol del pareggio in avvio di ripresa. Se è quello visto oggi (onestamente, contro il nulla), merita comunque una chance in questa fase di emergenza della retroguardia. Sufficienza di incoraggiamento.

PATRIC 5,5 – Con gli infortuni di Casale e Romagnoli non gli basta più essere titolare inamovibile, ma deve anche diventare il leader della retroguardia. Del resto, con il compagno di reparto odierno ha giocato soltanto una volta nella vita, in Lazio-Sturm Graz 2-2, nel girone di Europa League della scorsa stagione. Quest’oggi sbaglia poco o nulla, ma nella circostanza del gol del pareggio doveva essere più attento, invece si fa trovare fuori posizione. Non possiamo chiedergli di diventare anche il leader della squadra, specie quando la squadra è quella che stiamo vedendo: spenta ed inguardabile. Non ha grandi colpe.

MARUSIC 5 – Dopo una serie infinita di settimane in campo, il mancato impiego con la sua nazionale, il Montenegro, gli ha permesso di smaltire le piccole noie fisiche che lo avevano tormentato dal contrasto con Orsolini in Bologna-Lazio e riacquistare un pizzico di brillantezza. La sua presenza a sinistra è forse la cosa peggiore a cui assistiamo, insistendo, dopo tre anni di Sarri. Gravissimo che in quel ruolo sia lui il nostro titolare, questo non da oggi. Quando un calciatore, nell’attaccare sulla sinistra, deve sempre impiegare un tempo di gioco per spostarsi la sfera sul destro, diventa leggibile da chiunque, prevedibile, mai pericoloso. Come spesso accaduto in questa prima parte di stagione, l’azione del gol del pari nasce dalla sua zona. Insufficiente, in ambo le fasi di gioco.

GUENDOUZI 6 – Col passare delle settimane, lui che era arrivato a Roma soltanto alla fine di agosto, si sta conquistando un posto nell’11-tipo di Sarri, e quest’oggi ha la missione di confermare la buona impressione di crescita che ha destato nella stracittadina precedente alla sosta per le nazionali. Conferma quanto di buono abbiamo imparato a conoscere sotto il profilo della presenza in campo, ma anche di non essere dotato di grande tecnica né di grande velocità. Col fisico che ha potrebbe spaccare il mondo, invece è abbastanza anonimo e a tratti anche disordinato, perdendo dei palloni sciocchi. Nel complesso non se la cava male, ma in due o tre occasioni pur avendo la palla per tirare in porta, desiste. Non ha le qualità per andare in porta da solo, ma perlomeno si è messo a disposizione della squadra.

CATALDI 5 – Dopo due mesi di panchina e ingressi positivi nei secondi tempi, gli viene concessa la seconda chance consecutiva da titolare dopo il derby. Rischia subito l’ammonizione, era nervoso, ed è andato in grande difficoltà. Tra i nostri centrocampisti è l’unico a verticalizzare, e quando lo fa in modo millimetrico mette in porta Immobile e lo “manda” sul dischetto. Troppo poco per una sufficienza, onestamente, in una gara in cui ha commesso diverse sbavature.

VECINO NG – Entra nel finale e non è giudicabile. Martedì non sarà disponibile in Champions League causa squalifica.

KAMADA 4– – La squalifica di Luis Alberto gli consegna una maglia da titolare sul centro-sinistra, è l’occasione per vederlo in campo dall’inizio. E’ una sciagura. Non pervenuto, se è questo può partire anche domani per la Coppa d’Asia. Sempre fuori tempo, sempre fuori posizione, si limita al compitino in mezzo al campo e appare in tangibile difficoltà in ogni frangente di gioco. Sembra un pulcino spaesato, risulta terribilmente impalpabile e quasi fastidioso. Ad oggi è un acquisto sbagliato, e in quel ruolo non avevamo uno qualunque…Performance da horror, inutile.

FELIPE ANDERSON 5 – Preoccupante, davvero. Non c’è più. Non c’è niente da fare, in questi momenti sparisce nella mediocrità e si adegua ai ritmi dei compagni, dimenticando di poter fare la differenza. Il solito aiuto in fase difensiva, ma un atteggiamento svogliato e poco propositivo. Zero acuti, zero cambi di marcia, non gli chiediamo la ferocia agonistica ma almeno di accendersi a strappi, neanche quello. Momento di involuzione, che gli dura da parecchio tempo. E in avanti non arriva un pallone giocabile.

IMMOBILE 6 – Col miglioramento delle sue condizioni, Sarri è stato di parola e lo ha sempre premiato, esplicitando come il centravanti titolare della Lazio sia Ciro e nessun altro. Oggi l’ho visto in grandissima difficoltà, purtroppo. Lavora per la squadra come può, ma non è lui, non è ancora Ciro. Ci porterebbe comunque in vantaggio, su rigore, perché come al solito se non segna lui la Lazio non fa gol. Realizza il centesimo gol in trasferta in Serie A, nessuno come lui. Ma oggi, ahinoi, si tratta di una magrissima consolazione.

TATY CASTELLANOS 5 – Una brutta punizione e tanta corsa, ma nel finale è un fantasma. Ha giocato qualche partita con la nostra casacca e possiamo cominciare a inquadrarlo: non è un bomber, non ha grande confidenza con la porta né di conseguenza con la via del gol, ma è molto bravo a giocare per la squadra e a fraseggiare con i compagni. Solo che la squadra, in questo momento, non gioca, così le sue caratteristiche vengono vanificate.

ZACCAGNI 6,5 – L’infortunio patito nel derby della Capitale sembrava poterlo tenere fuori dal rettangolo verde per parecchio tempo, almeno alla primissima impressione. Invece Mattia, consapevole delle difficoltà che sta trovando in quest’annata, ha accelerato il rientro e ha svolto gli ultimi due allenamenti in gruppo, convincendo Sarri a preferirlo a Isaksen e Pedro che scalpitavano per la titolarità. Il mister gli offre l’ennesima dimostrazione di fiducia, schierandolo dal 1’ a sorpresa. Fino al momento del cambio era stato il migliore in campo, come al solito non in fase realizzativa ma per verve e continuità di sollecitazione dell’avversario. Ha le uniche due chances da rete ma è ancora troppo morbido e le cestina. Sul pallone anche impreciso di Anderson si fa male e chissà quando lo rivedremo. Un peccato, perché in questa pochezza tecnica è sempre l’unico a mettere in vera apprensione la difesa rivale.

PEDRO 5 – Perfettamente coerente con l’umore della squadra, entra in campo per scodellare qualche pallone in mezzo che è privo di qualsiasi velleità. Se penso che con l’infortunio di Zaccagni possa fare il titolare e ricordo le sue ultime prestazioni dal 1’, non c’è da essere allegro. Ha dato poco, troppo poco, ma abbiamo bisogno che rialzi la testa e che abbia un sussulto d’orgoglio, perché la squadra va scossa e destata da un brutto torpore.

ISAKSEN 5 – Nell’anno della Champions League sul mercato servono giocatori pronti, lo sanno tutti tranne la nostra società, che si ostina a prelevare scommesse. Questo ragazzo ha un ottimo potenziale, ma per adesso non sembra ancora l’uomo giusto al momento giusto, anzi. Ha poco spazio e non incide, entrando in campo peggio di come era riuscito a fare nel derby. Non è giudicabile, in questo delirio tattico a cui stiamo assistendo. In un contesto in cui la squadra non gira, non possiamo ancora valutarlo. Di certo, se il suo maestro è il Felipe Anderson di questi tempi, non abbiamo nulla di buono da sperare.

SARRI 4 – Il solito primo tempo senza infamia e senza lode, per poi crollare nella ripresa. Caro mister, siamo arrivati ad un punto di riflessione, anche se capisco che non ci sia tempo, dato il frullatore attuale che è il calcio. In campionato siamo fuori dal giro, avevamo aspettato un calendario alla portata, invece perdiamo con una squadra che a fine novembre non aveva ancora battuto nessuno in Serie A. Stanno venendo al pettine tanti nodi, in questo momento le richieste del suo 4-3-3 non sembrano portare alcun frutto. Lo dico amaramente, sembra non funzionare più. In questo momento è un campionato da mezza classifica. Prima avevamo una difesa che difendeva e un attacco che faceva qualche gol, oggi non abbiamo né l’una né l’altro. E’ vero che le difficoltà sono tante, è vero che gli acquisti non sono stati i suoi e che sono arrivate terze o quarte scelte. E’ vero che la società agisce nel modo che conosciamo, e non lo ha aiutato. Ma forse è il momento di uscire allo scoperto. Così è troppo, sembra che i calciatori non rispondano. E’ un’analisi che deve fare anche il mister.