Lazio, Rossi: “Derby? Chi vince svolta. Il più bello? Il 3-2 con gol di Behrami”

“Quando sono arrivato alla Lazio non mi è stato chiesto se sapessi allenare, ma se mi ricordassi che ci sono almeno due derby”. Così Delio Rossi, allenatore della Lazio dal 2005 al 2009, parla in riferimento al derby tra Lazio e Roma previsto per oggi alle ore 18, sull’edizione odierna de “Il Messaggero” nell’articolo dal titolo: “In palio ci sono più di tre punti. Avverto tensione, chi vince vola”. Delio Rossi, nei suoi anni in biancoceleste, ha giocato 8 stracittadine: ne ha vinte tre, ne ha perse altrettante e ne ha pareggiato due. Di seguito le parole del tecnico nell’intervista.

COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE – “Stanno vivendo la stessa situazione: un allenatore che è qui da tre anni, campagne acquisti importanti soprattutto quelle dei giallorossi, ma sia Roma che Lazio al momento sono al di sotto delle aspettative. Non vedo una più in difficoltà dell’altra. Ma chi vince svolta, non vale solo
tre punti”.

CHI DECIDE IL DERBY? – “A me il derby ha insegnato una cosa: di solito escono quei calciatori che non sono pronosticati. Penso ad esempio a Gottardi (decisivo il 21 gennaio 1998,
ndc). Ma se dovessi dire qualcuno allora dico Lukaku, Dybala, oppure Immobile o Luis Alberto”.

PREPARARE LA STRACITTADINA – “Era l’unica partita che io non preparavo. C’è adrenalina, il
sangue scorre forte nelle vene, Sarri e Mourinho devono essere bravi ad abbassare la tensione”.

SILENZIO STAMPA PRIMA DEL MATCH – “Il 98% delle cose che diciamo in quei giorni è aria fritta, le solite. In questo momento sei sempre sotto i riflettori, non c’è nemmeno bisogno di parlare.
Noi, in quella settimana, aprivamo le porte agli allenamenti”.

IL DERBY È DEI TIFOSI – “La gente vive per questa partita ed è giusto dargli la possibilità di sentirsi partecipe. Adesso è tutto blindato, sembra che si
faccia fisica quantistica. Comunque è una sconfitta per tutti”.

DERBY PIÙ BELLO – “Quello del 3-2 con gol di Behrami contro la Roma di Spalletti. Non c’è stato nemmeno il tempo di mettere il pallone in mezzo.
Noi eravamo sempre sfavoriti. È stato bellissimo”.