Le pagelle di Guido De Angelis – Provedel miracoloso, Ciro fa 200. Sugli scudi Vecino e Patric, bene la fascia destra

Al termine di Lazio-Feyenoord arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore Guido De Angelis.

PROVEDEL 7,5 – Da 22 partite consecutive prendiamo sistematicamente gol in Champions League, oggi la gara è delicatissima. Ottiene la prima porta inviolata in Coppa dei Campioni a 20 anni di distanza dall’ultima volta: da 23 gare in Champions subivamo sempre gol. Deve ringraziare Guendouzi che lo salva su un’uscita non impeccabile nella ripresa, deve ringraziare Gimenez che di testa su una punizione di Paixao manda il pallone a fil di palo. Ma nel finale è reattivo sull’ultimo colpo di testa del match al minuto 97. E, soprattutto, è provvidenziale a metà del primo tempo, quando compie un vero e proprio miracolo distendendosi a sinistra e neutralizzando una conclusione di Gimenez che stava già esultando. E’ un paratone che spiana la strada al gol di Immobile. Questa sera è stato determinante e ci ha regalato almeno due punti.

LAZZARI 7 – Confermato a destra dopo la discreta prova di Bologna, non infastidisce quasi mai Hartman in fase offensiva, ma è egregio nel difendere su Paixao. L’ala sinistra è a tratti incontenibile, ma riesce a calciare in porta soltanto una volta nella prima frazione, per poi finire intrappolato nella marcatura dell’ex SPAL. Sempre puntuale nelle diagonali, duetta bene con Felipe Anderson. Guendouzi e si dimostra in crescita nel ruolo di terzino destro. Se impara a fare una fase difensiva importante, gli perdoneremo anche qualche ultima scelta di troppo sbagliata in fase conclusiva.

PATRIC 6,5 – E’ diventato insostituibile. Mai avrei detto qualche anno fa che avremmo visto un centrale di questa caratura in Champions League. Francobolla Gimenez per tutta la partita, perdendoselo in una sola circostanza. Provvidenziale su Paixao in più di una circostanza, è sempre ben posizionato e contiene il centravanti messicano senza affanni. Tutte le azioni passano per i suoi piedi, con cui imposta in modo sopraffino e ci dà tranquillità in uscita. In conferenza stampa Sarri lo incorona, dicendo che il solo difetto è la statura: “Se avesse 20 centimetri in più, giocherebbe nei top-club europei”. Se penso al percorso che ha avuto questo ragazzo, è incredibile.

ROMAGNOLI 6 – Al netto delle difficoltà di questa stagione, è nuovamente titolare e deve tentare di prendersi la rivincita con Gimenez, che lo aveva spogliato di ogni certezza a Rotterdam. E’ attento su Stengs e lascia l’incombenza di iniziare l’azione a Patric, come sempre. Però, alla metà del primo tempo si perde clamorosamente Gimenez e viene graziato da Provedel, che compie una parata clamorosa. Continua a non darmi una sensazione di grande sicurezza, però disputa una ripresa importante, senza grandi sbavature. Serve il miglior Romagnoli nel derby, perché domenica avrà gente molto fisica da contenere, e non deve avere timori.

HYSAJ 6,5 – Rientra dopo due o tre partite di stop, l’ultima volta in cui era sceso in campo – demeritando – era nella sfida dell’andata di Champions League. Si fa trovare pronto e dimostra la sua esperienza a questi livelli, marcando bene Stengs e non lasciandosi sorprendere. Ci mette la grinta e anche la fisicità: lo scontro con il difensore del Feyenoord Nieuwkoop provoca a quest’ultimo un taglio all’arcata sopraccigliare che lo costringe al cambio. Prestante, dà tutto nella prima ora di gioco e poi, quando non ne ha più, lascia spazio a Pellegrini. Buona partita.

LUCA PELLEGRINI 6 – Entra bene in campo, paradossalmente entra soltanto per difendere pur avendo lui le caratteristiche offensive più spiccate dei nostri terzini. Accantona la sua tendenza all’anarchia per mettersi a disposizione dei compagni. Bravissimo in anticipo, ci fa respirare nel finale. Arruffone, da un suo svarione nasce anche un calcio di punizione pericoloso. Nel finale lascia crossare Alireza per l’ultimo pallone del match senza un’opposizione forte. Deve crescere tanto, ma è entrato con un buon piglio.

LUIS ALBERTO 6 – Da un mese scende in campo senza incidere, le avversarie hanno imparato a conoscerlo e sanno che mettendogli un uomo in prima pressione feroce è possibile farlo letteralmente scomparire dal campo. Stasera lavora per i compagni e corre tantissimo, ma nel primo tempo tocca pochissimi palloni ma va sistematicamente a vuoto sul primo pressing e viene preso tra le linee senza riuscire ad aiutare a dovere in fase difensiva. Non batte sempre a dovere i corner, anzi, nella ripresa si esibisce nel solito tiro dalla bandierina che diventa una conclusione in porta. Non è preciso tecnicamente come al solito, e non riesce mai ad arrivare a tirare. Mi è comunque piaciuto il suo atteggiamento battagliero, all’84’ si accascia a terra ma abbiamo finito i cambi ed è costretto a stringere i denti. Speriamo davvero che possa esserci domenica.

VECINO 7 – Rovella esce da un mese orribile, Cataldi sta giocando col contagocce, così l’ingrato compito di posizionarsi in cabina di regia per contenere la verve offensiva degli olandesi è affidato all’uomo più esperto del nostro centrocampo. E’ un calciatore intelligente, c’è poco da fare. Colpisce di testa da corner a inizio gara, spende il giallo (che gli farà saltare il Celtic) in maniera scientifica per interrompere un’azione potenzialmente pericolosa degli ospiti. Soprattutto, fa tanta legna in mezzo al campo, stacca bene allontanando la sfera sui corner a sfavore, ci mette una pezza almeno in tre circostanze quando il Feyenoord starebbe per entrare in porta con la palla. La giocata decisiva arriva nel recupero del primo tempo, quando trasforma un’azione da difensiva in offensiva: è lui che recupera la sfera che poi Felipe Anderson regala a Immobile per il gol del vantaggio. Esce a 13’ dalla fine per far entrare Rovella.

ROVELLA NG – Non è giudicabile, entra discretamente ma nulla di più.

KAMADA 6 – Rispolverato dopo una vita, l’ultima apparizione dal primo minuto risale addirittura alla trasferta di Glasgow col Celtic datata 4 ottobre. Sarri vorrebbe farlo giocare di più ma questioni di equilibrio tattico hanno per adesso impedito al giapponese di mettersi in mostra. Ci ha messo anche del suo, rendendosi protagonista di ingressi in campo indecorosi (vedasi Bologna). Prestazione appena sufficiente. Nella prima mezzora si fa infilare assieme a Luis Alberto dal palleggio – palla avanti, palla indietro – del Feyenoord e va sempre a vuoto. Poi carbura lentamente, allarga per Felipe Anderson o verticalizza per Immobile (in sospetto fuorigioco). La netta sensazione è che avrebbe bisogno di 5-6 gare consecutive per prendere confidenza col campo, ma in questo momento è difficile garantirgliele. Dipenderà anche da lui. Esce al 50’ per Guendouzi.

GUENDOUZI 6 – Porta dinamismo, ma anche un po’ di disordine. Al primo pallone del match si dimentica di essere entrato in campo e lascia lì la sfera. Poi comincia a proporsi a destra con buona continuità ma gli manca sempre lo spunto. Tecnicamente sporco, non riesce a giocare puliti neppure i palloni più semplici. Anarchico, si getta su ogni pallone, ma a volte è utile, altre volte perde semplicemente la posizione e inguaia i compagni. Ha enormi margini di crescita, mi sembra un calciatore ancora acerbo. Spero gli facciano capire l’importanza della prossima sfida.

FELIPE ANDERSON 7 – Deve cercare di tornare il Felipe in versione europea che ricordiamo dalle notti col Salisburgo di qualche anno fa. Oggi ha dei compiti difensivi importanti, ma il suo cruccio deve essere tornare ad essere letale davanti. Nei primi 20’ si vede pochissimo e sembra nascondersi. Raddoppia con continuità, aiutando Lazzari in modo quasi commovente dal primo all’ultimo minuto, con dei ripiegamenti al 90’ da applausi a scena aperta. Non punta quasi mai Hartman, ma ha il merito di venire a cercarsi il pallone in mezzo al campo e lanciare Immobile in campo aperto, fornendogli l’assist per il 200esimo gol con la Lazio.

IMMOBILE 8 (si legga 200) – A sorpresa si riprende la titolarità, del resto l’obiettivo dichiarato di Sarri è di recuperarlo il prima possibile. E del resto – aggiungo io – è l’unico calciatore in grado di assicurarci i gol nelle partite più importanti. Ha una buona ora di gioco a disposizione, la sfrutta a dovere, mostrando una condizione fisica in netto miglioramento e un maggiore coinvolgimento nel gioco della squadra. A fine primo tempo scatta sul filo del fuorigioco e, freddissimo, salta il portiere e scaraventa in rete il 200esimo pallone da quando indossa la nostra maglia. Come e meglio di lui, dal 2016/17, solo Messi, Mbappé, Lewandowski e Kane, nell’Olimpo dei grandi. L’UEFA gli dà il premio dell’uomo della partita, mentre il suo popolo gli concede la standing ovation: al 62’ entra il Taty. Si merita un “sette” abbondante, segna sempre gol decisivi.

TATY CASTELLANOS 6 – Gli arrivano pochissimi palloni e due o tre non riesce neppure a gestirli al meglio. Ha una sola grande occasione, nel recupero del secondo tempo, ma si fa chiudere lo specchio in scivolata da un difensore. Non gli riesce il consueto lavoro di sponda. Gioca un terzo di gara comunque generoso.

ZACCAGNI 6 – Deve togliersi di dosso la rischiosa etichetta di calciatore che fa tutto bene fino a trenta metri dalla porta. Torna titolare dopo la panchina di Bologna per cercare di far valere le sue peculiarità europee e ricominciare a saltare l’uomo e creare la superiorità numerica. Neanche comincia la sfida che è già a terra a guadagnarsi il primo calcio di punizione. In avvio di gara fa ammonire Nieuwkoop, poi salta due volte il rivale di turno. Al 20’ fa correre un brivido sulla schiena dei tifosi della Lazio, cadendo male nel tentativo di anticipare Stengs. Passato lo spavento, ricomincia a sterzare, ma quando Sarri lo vede calare fisicamente lo richiama in panchina. Al suo posto, Pedro.

PEDRO 6,5 – Entra al 63’ per Zaccagni e come sempre quando subentra lo fa bene. Pronti, via, si esibisce in un numero d’alta scuola sulla corsia sinistra del fallo laterale, se ne va a due avversari che è una bellezza. Elettrico, congela il pallone negli ultimi 20 minuti, da veterano. Serve a Taty un pallone da spingere in rete nel recupero, poi tiene la sfera sui corner finali. Prezioso.

SARRI 6,5 – Per il tutto per tutto nel gruppo E schiera la formazione più offensiva possibile – da Luis Alberto e Kamada a supporto del tridente d’attacco – per fare (paradossalmente) la gara più difensiva. Sceglie di non pressare il primo possesso del Feyenoord e di difendere più basso, una scelta che si rivela azzeccata. Non giochiamo bene dal punto di vista dell’estetica, ma ci sacrifichiamo a difendere e giochiamo una partita generosa. La scelta di Ciro è indovinata, come i cambi. E la conferenza post-partita è un altro spettacolo.