Lazio, Provedel: “Il passato da centravanti mi ha aiutato a segnare. Prossimo gol di piede? Sì, con un tiro dalla mia metà campo”

“Il passato da centravanti mi ha lasciato un certo istinto. Senza quello, un gol all’Atletico Madrid non lo avrei mai fatto”. Così Ivan Provedel nella sua intervista nell’edizione odierna di “Sportweek”. Il portiere friulano è tornato sul gol nella serata di Champions, ma si è soffermato anche sul suo momento attuale, passioni e vita privata. Di seguito le sue parole.
GOL CONTRO L’ATLETICO – “Per me quella sera era già fantastico esserci, volevo solo godermela fino in fondo. Giocare in Champions è il sogno di qualsiasi calciatore. Sarebbe stato bello anche se fosse finita diversamente. Ho dato un’occhiata alla panchina, mi hanno detto che mancavano pochi secondi, così sono andato. Dopo l’angolo e la ribattuta c’è stato il cross di Luis Alberto. Sapevo dove l’avrebbe messa perché in allenamento quelle traiettorie le studio da portiere. Così ho fatto il movimento giusto”.

PASSATO DA ATTACCANTE – “[…} è chiaro che aver giocato da piccolo come centravanti mi ha lasciato dentro certe cose. Senza quel passato probabilmente un gol così non l’avrei segnato”.

PROSSIMO GOL DI PIEDE?“Sì, con un tiro dalla mia metà campo però, così il mister non si arrabbia. Certo, mi piacerebbe, ma io spero sinceramente di non farne più di gol, perché non voglio che ci ritroviamo ancora in situazioni tipo quella con l’Atletico. I miei gol devono essere quelli che nego agli avversari”.

ESULTANZA A BRACCIA CONSERTE – “Mi è venuto così, ovviamente non avevo preparato nulla. È il modo che abbiamo da sempre di salutarci io e i miei amici d’infanzia. Non ricordo neppure come è nato e perché. Questi sono i legami più importanti e duraturi. Per me sono un punto di riferimento fondamentale”.

PASSIONE PER LA FERRARI “Sì, proprio così. Di solito andiamo in Austria, a Zeltweg, perché è il GP più vicino da Pordenone. La scorsa estate ci siamo andati in camper, come dei tifosi veri. Questa passione me l’ha trasmessa mio padre che non si perdeva un Gran Premio. E poi nel mio paese il Ferrari club è da sempre uno dei luoghi di ritrovo della nostra comunità. Impossibile non essere ferrarista”.

NAZIONALE – “Aver varcato i cancelli di Coverciano è stata già un’emozione straordinaria. Se poi un giorno dovesse arrivare pure il debutto sarebbe bellissimo. Ma ci sono tanti portieri forti”.

ZOFF –[…] Anche se non ha senso paragonarsi a un mito come lui. Mi piacerebbe conoscerlo, anche perché come dirigente e allenatore è stato una figura importante della Lazio”.