Al termine di Lazio-Torino, gara valevole per la sesta giornata del campionato di Serie A, arrivano come di consueto le pagelle del nostro direttore, Guido De Angelis. Di seguito voti e giudizi ai calciatori della prima squadra della Capitale.
PROVEDEL NG – Si ritrova di fronte il Torino, nel replay di quella che – lo scorso anno – è stata forse l’unica partita che ha sbagliato in Serie A da quando gioca con la nostra maglia. Respinge male su Vlasic al 5’ e Zapata lo grazia. Per fortuna, questa sera non corre neanche un pericolo: per la prima volta in stagione tiene inviolata la porta, e lo fa da inoperoso.
LAZZARI 6 – Sarri gli concede una della ultime chance per dimostrare di essere all’altezza: l’ultimo campionato e l’inizio di quello in corso hanno portato in dote più di un dubbio circa la sua affidabilità nelle due fasi, e il calciatore sembra avere accusato la situazione. Primo tempo in chiaroscuro: riesce a scendere due volte in fase offensiva e a sbagliare altrettanti cross, mentre in fase difensiva marca Zapata da dietro al 42’. Ripresa più convincente: non soffre mai Lazaro e trova al volo – finalmente – il primo assist del campionato per Vecino. Esce dal campo per crampi.
HYSAJ NG – Entra per Lazzari ma ha pochi minuti a disposizione e non è giudicabile. L’arbitro Fabbri assegnerebbe al Torino un calcio di rigore per un suo presunto tocco di mano, che però non c’è: il VAR mostra all’arbitro come l’albanese abbia respinto col fianco sinistro.
CASALE 5 – Nuovamente dall’inizio a seguito del solito inizio di stagione stentato: dopo la partita da horror a Torino con la Juventus era stato relegato in panchina con Atletico e Monza. Inizia con buona applicazione, al 12’ si fa saltare troppo facilmente da Sanabria. Continua a non piacermi in questa stagione: nel primo tempo ha sbagliato uno o due palloni potenzialmente pericolosissimi. Nel secondo tempo sale di livello la squadra e ne beneficia anche lui, che sale di livello. Ma non mi ha ancora convinto.
ROMAGNOLI 6 – Nonostante qualche problemino palesato negli ultimi giorni, data la delicatezza del match il mister non può rinunciare alla sua esperienza. Nel primo tempo ingaggia un duello costante con Zapata, vince quasi sempre lui. Non sbaglia nulla neanche nella ripresa, disputando una delle sue migliori partite stagionali. In netta crescita rispetto alle ultime affannose prestazioni: esce dal guscio, è più quadrato e più efficace del compagno di reparto.
MARUSIC 6 – Torna da terzino di sinistra, nonostante tutti in quel ruolo conosciamo preventivamente il suo rendimento: nessuna sovrapposizione, nessun pallone in mezzo, tempi di gioco rallentati. Consueto primo tempo insipido, al 40’ fa il nostro unico tiro della prima frazione, uno straccio. Nella ripresa si destreggia bene ed esce con mestiere da qualche frangente complicato, facendo circolare il pallone anche con una discreta velocità e qualità. Merita la sufficienza.
VECINO 6,5 – Viene schierato – dopo una vita – nel suo vero ruolo di mezzala, con il compito di contenere le incursioni granata e affacciarsi, quando possibile, in area avversaria. Con la cessione di Milinkovic e un Guendouzi che fa fatica, la sua fisicità diventa un fattore. Si limita al compitino e prova a proporsi per vie centrali quando Provedel o Luis Alberto optano per la lunga gittata. Nella ripresa fa vedere perché Sarri lo considera giocatore esperto e affidabile: fa tanta legna in mezzo al campo e si inserisce coi tempi perfetti per sbloccare la partita. Si conferma un amuleto: fa sempre gol importanti, sempre gol che sbloccano la partita, e sempre gol che poi ci fanno vincere (Feyenoord, Firenze, Napoli). Esce per Guendouzi dopo aver corso tantissimo. Prezioso.
GUENDOUZI 6 – Entra in campo decisamente meglio dell’ultima apparizione col Monza (ci voleva davvero poco). Fa bene in copertura e farebbe espellere l’altro ex Marsiglia Radonjic, che gli sale sulla gamba e rischia di fargli molto male, ma viene graziato dal direttore di gara. A fine gara decide di andare sotto la Curva Nord a prendersi l’abbraccio dei tifosi assieme ad Olympia.
ROVELLA 7 – Debutta da titolare con la nostra maglia nel delicatissimo ruolo di play. Marcato a uomo, non fa una piega ed è determinante nello sporcare le traiettorie granata e in almeno cinque o sei recuperi, risultando tra i migliori del primo tempo. Prosegue nel suo egregio lavoro anche nella ripresa: tempi giusti, aggressività e a tratti anche eleganza. Un ottimo esordio da titolare, di grande serenità e personalità. Se cresce come ha fatto Cataldi sotto la guida di Sarri, questi due ragazzi ci regaleranno delle soddisfazioni.
LUIS ALBERTO 6 – Il miglior calciatore di questo avvio di stagione, ma contro le squadre aggressive che lo pressano con ferocia – e a uomo – ha sempre faticato oltremodo. Sbaglia i primi tre palloni della partita giocandoli con inaudita sufficienza. Con l’uomo addosso conferma la tendenza a sparire dal campo, fino a sbagliare anche passaggi elementari (come quello a Rovella al 30’ per la possibile ripartenza). Anche nei primi 10’ del primo tempo manda due volte in porta il Torino, poi sale di tono dopo il gol e gli vedo fare anche diverse corse all’indietro. Sufficienza striminzita, ma uno come lui deve saper trovare delle contromisure anche alla feroce pressione del Toro.
FELIPE ANDERSON 6,5 – Al netto di un avvio di stagione chiaramente sottotono, Sarri gli dà fiducia memore anche delle sue capacità di ripiegamento. Ha sempre due uomini addosso, che lo narcotizzano senza alcuna fatica. Fino al 50’ è invisibile in fase offensiva ma sempre frizzante e disposto ad aiutare in ripiegamento. Si accende nella ripresa entrando nelle due reti: serve a Lazzari il pallone dell’assist a Vecino e poi con una super giocata manda in porta Zaccagni, che raddoppia.
IMMOBILE 6 – Nel momento più delicato, deve fare i conti con uno degli astri nascenti della difesa in Serie A, Buongiorno. Come ogni partita contro le squadre di Juric, non gli arriva mezzo pallone giocabile, se non spalle alla porta all’altezza del centrocampo. Si prende qualche calcio di punizione ingaggiando tanti duelli prima con Buongiorno poi con Sazonov, ne esce sempre con le ossa rotte. Non demorde e nella ripresa spende un giallo da capitano per interrompere una ripartenza degli ospiti, e manovra meglio del solito con i compagni. Esce a 20’ dal termine per Castellanos. Forza, Ciro!
TATY CASTELLANOS 6+ – Entra bene in campo, aprendo spazi, gettandosi a capofitto su tutti i palloni e strappando la sfera agli avversari anche con le maniere forti. Sfiora il gol che avrebbe fatto crollare l’Olimpico con una pregevole rovesciata. Nel finale va alla bandierina e si prende il corner. Nell’ultimo spezzone di partita, si è messo in evidenza con buona verve. E mi sembra tecnicamente valido.
ZACCAGNI 7 – Viene da un rigore procurato sabato sera, ma anche da un inizio di stagione sotto le aspettative, specie in fase realizzativa. Al solito subisce tanti falli, la pressione iperoffensiva del Toro lo limita molto, perlomeno nel primo tempo fa ammonire Bellanova e Tameze. Da regista offensivo, disputa un secondo tempo di pregevole fattura, che culmina col primo gol stagionale, quello del raddoppio. La gioia del gol gli mancava da aprile, ma anche senza gol sarebbe stato tra i migliori. Importantissimo.
ISAKSEN 6 – Prende il posto di Zaccagni per l’ultima dozzina di minuti e dà segnali di crescita: qualche scatto promettente e un’ottima giocata su Rodriguez, messo a sedere per servire Castellanos, che in rovesciata spedisce fuori. Andrà aspettato, perché sembra avere i numeri.
SARRI 7 – E’ la Lazio dello scorso anno, senza Milinkovic e con molti singoli in ritardo di condizione. Ma quest’oggi, dopo un primo tempo applicato, la squadra si è sciolta e quando è stata libera di testa ha legittimato la vittoria. Sfatiamo il tabù Torino – mai battuto con Sarri in panchina – con una partita intelligente, senza rischiare nulla in fase difensiva (e di questi tempi è una notizia). Prima vittoria in casa, prima volta con la porta inviolata. Il calendario però non fa sconti, e dice: Milan, Celtic e Atalanta. Ora non molliamo!