Il senatore Claudio Lotito presidente della Lazio è stato intervistato da Radio Roma Sound fm90. Di seguito la trascrizione.
Presidente Lotito, con i 100 milioni spesi nell’ultimo calciomercato si sente un po’ “l’arabo” del calcio italiano?
“Adesso che c’entrano i soldi? Un conto è l’aspetto tecnico e un conto è l’aspetto economico. Io non penso che il denaro sia esaustivo ai fini di allestire una grande squadra. Come si dice? I soldi non sono tutto, ma aiutano a vivere meglio. Effettivamente aiutano, ma non è che sono determinanti. Sicuramente una grande campagna acquisti necessita di denaro per poter comprare i giocatori, ma è altrettanto vero poi che noi abbiamo saputo amministrare la campagna acquisti con delle scelte, che penso e mi auguro, possano premiare alla fine del campionato”.
Spero che non le abbia dato fastidio essere paragonato agli arabi. Era un complimento. Lei per Zarate è stato tra i primi ad andare a trattare con loro…
“Guardi, io sono un povero presidente quindi lasciate perdere, non è questo il problema. La cosa che m’inorgoglisce è che oggi la rosa della Lazio, rispetto a quando l’ho presa io vent’anni fa, che era una Cenerentola, un punto di partenza, oggi è un punto di arrivo. Ha credibilità a tutti i livelli soprattutto a livello internazionale dove, l’ho riscontrato con i vari club, viene considerata e rispettata. Le faccio un esempio pratico?”.
Prego
“Normalmente i giocatori della Lazio erano oggetto di attenzione e venivano acquistati da altre società. Oggi viceversa è capitato che anche la Lazio ha potuto acquistare giocatori da grandi club, quelli che nella storia avevano sempre acquistato i giocatori della Lazio. Sa a chi mi riferisco. Questo significa che siamo credibili, che il nostro progetto di crescita sta prendendo corpo”.
Il campionato si è fermato per la sosta della nazionale con la vittoria a Napoli. Si riprenderà con la Juventus, il tifoso può sognare in una Lazio che può battere tutti?
“Io amo dire che non vendo sogni, ma solide realtà. Io sono per la politica dei fatti e non delle parole. In campo non ci vado io, ma penso di aver messo il club nella condizione di avere una squadra competitiva. Poi sul campo ci vanno i giocatori e mi auguro che possano esprimere tutto il loro potenziale per potersi confrontare alla pari, se non altro, con gli altri club”
Quindi l’allenatore e i tifosi possono essere soddisfatti dei giocatori che ha messo a disposizione della squadra?
“Su questo rispondo con una battuta: soddisfatti o rimborsati. Che “dovemo fà”?”.
Al premio “Vincenzo Orlandini” organizzato dalla sezione Roma 1 dell’A.I.A. in Campidoglio, era seduto vicino all’assessore Veloccia. Ci sono novità per lo stadio della Lazio?
“Gli stavo vicino perché mi hanno messo vicino. Veloccia? Stiamo lavorando per dare alla Lazio e alla collettività uno stadio. Vedrete che poi alla fine col tempo, spero il più breve possibile, possiamo in qualche maniera dare delle risposte. Dobbiamo sicuramente avere lo stadio di proprietà”.
Arriverà prima di quello della Roma?
“L’approccio è sbagliato. Qui non c’è chi arriva prima. Qui c’è il problema di risolvere questa vicenda. Noi vogliamo farlo, non stiamo facendo una gara a chi arriva prima e a chi arriva dopo. Noi vogliamo risolvere il problema nel modo migliore per avere una struttura che sia la casa dei laziali, dove i tifosi biancocelesti siano contenti di poterci andare e la rispettano perché la considerano casa propria”.
Può essere lo stadio Flaminio o no?
“Il Flaminio è una delle ipotesi su cui stiamo lavorando”.
RADIO ROMA SOUND FM90