Dopo le prime due sconfitte, la Lazio ritrova il sorriso. Allo Stadio Diego Armando Maradona i ragazzi di mister Maurizio Sarri battono 2 a 1 il Napoli di Garcia, aggiudicandosi i primi tre punti della stagione. Al termine del match il tecnico biancoceleste è intervenuto in conferenza stampa, direttamente dalla pancia dello stadio.
-È tornata la Lazio?
“Abbiamo fatto una partita di alto livello da tutti i punti di vista. Siamo stati capaci di soffrire e prendere in mano la partita. I gol annullati potevano creare difficoltà e invece siamo rimasti in controllo fino alla fine. La mentalità di stasera è una bella mentalità, ora bisogna tenerla fino alla fine”.
-Come ha visto i nuovi acquisti?
“Kamada da la sensazione di avere grandi qualità tecniche. Lo stiamo facendo crescere senza stressarlo, ora purtroppo va in nazionale. Guendouzi è entrato in condizioni diverse e mi sembra una bella faccia tosta. Ha capacità ad apprendere veloce, ci può dare una mano importante”.
-Pensiero sui sorteggi di Champions League?
“Son tutti discorsi al vento, perché con le squadre ci devi giocare e devi fare risultato. Sarà un girone duro, con tre stadi difficili da affrontare, se le prestazioni sono come queste possiamo restare nelle partite”.
-Come ha visto Luis Alberto?
“Anche contro il Genoa ha fatto bene, si sta confermando. Può essere di grande aiuto per noi.
-Oggi come valuta la fase difensiva?
“La fase difensiva dipende molto dalla testa, è fatta di spirito di sacrificio e attenzione, è frutto della mentalità con cui entri in campo”.
-Differenza tra Napoli di Spalletti e di Garcia?
“La differenza è troppo presto per valutarla. A me quello che spaventava era quello che è successo dal 33′ al 45′, nella fase di squilibrio il Napoli ti fa male. Ho detto di abbassare il ritmo e strappare perché quella fase è troppo più favorevole al Napoli. L’anno scorso la partita mi era sembrata più bloccata”.
-Come avete gestito Osimhen?
“Abbiamo cercato di far giocare molto fuori i difensori centrali, mandando il Napoli sugli sterni. Ho preferito rischiare più al centro che sull’esterno”.